Il Movimento
Laicale nelle 6 Province Passioniste Italiane
|
|
|
I
S T A Z I O N E
Gesù è condannato a morte
(A cura di: Coordinatore Nazionale MLP – F. Nicolò)
Dal vangelo secondo Luca Lc 22,39-46
Uscito se ne andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare in tentazione». Poi si allontanò da loro quasi un tiro di sasso e, inginocchiatosi, pregava: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà». Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo. In preda all'angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra. Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. E disse loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione».
Signore quante cose ci insegni nel momento della tua Passione!
Nel momento della prova Tu ci esorti a pregare per non cadere in tentazione!
Tu, Figlio di Dio, che hai voluto prendere le sembianze della natura umana e con essa le fragilità, le debolezze, le paure, in questo momento così terribile hai un istante di sconforto ed implori il Padre ad allentare da Te questo calice. Il Tuo, però, non è solo un immedesimarti nella debolezza umana, infatti subito aggiungi “non sia fatta la mia ma la tua volontà”.
Signore, quante volte davanti alle difficoltà, abbiamo dimostrato la nostra fragilità, le nostre incoerenze,; quante volte non ascoltando le tue esortazioni siamo caduti in tentazione peccando contro di Te; quante volte invece di pregare abbiamo percorso strade diverse; quante volte ci siamo addormentati lasciandoti solo!
Signore, Tu ti accingi a prendere sulle tue spalle la Croce dei nostri tradimenti. Tu che con il tuo infinito amore sei riuscito a trasformare questo strumento di morte in uno strumento di vita, fa che l’esperienza di essere amati malgrado il peccato, ci dia la forza di prendere sul serio il nostro impegno di cristiani a cambiare vita, lasciandoci alle spalle le nostre debolezze e fragilità.
I I S T A Z I O N E
Gesù è caricato della croce
(A CURA DI: PROVINCIA RELIGIOSA PASSIONISTA DEL SS.MO CROCIFISSO)
Dal libro del profeta Isaia Is 53,4.6b-7
Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato… il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti. Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come un agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca.
Gesù, Tu hai preso volentieri la tua Croce, perché ciò significava, in quel momento, fare la volontà del Padre.
Hai permesso che ti maltrattassero, perché noi potessimo sfuggire al maltrattamento. Mi dispiace di avere rifiutato tante volte la croce, per scegliere una strada più facile.
Mi pento di essermi opposto alla croce dell’amore e della pazienza, mentre ho scelto le croci della discordia, dell’odio, dell’egoismo, dell’indifferenza. Adesso mi rendo conto di aver gettato sulle spalle del mio prossimo tante croci, a causa del mio comportamento negativo. Perdonami!
D’ora in poi voglio accettare le croci come le hai accettate Tu… perdono a tutti quelli che con i loro peccati hanno caricato croci sulle mie spalle, croci spesso assai pesanti.
Ti prego per quelli che mi hanno offeso, per quelli che non mi hanno amato, che non hanno perdonato le mie debolezze e i miei peccati, ma anzi mi hanno restituito il male a causa delle mie debolezze e delle mie trasgressioni.
Li perdono. Perdonali anche Tu!
O Maria, adesso comprendo meglio che Tu stai con me.
Ottienimi la grazia di saper accettare e portare le croci!
Ti ringrazio che mi hai esortato a chiedere l’amore anche nelle sofferenze.
O Maria, non Ti stancare di insegnarmi come si accettano
e come si portano le croci.
I I I S T A Z I O N E
Gesù cade la prima volta
(A CURA DI: PROVINCIA RELIGIOSA PASSIONISTA DEL SS.MO CROCIFISSO)
Dalla prima lettera ai Corinzi 1Cor 9,22
Mi sono fatto debole con i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno.
Gesù, sto riflettendo che sei caduto sotto la Croce. So che anche le croci liberamente accettate possono diventare molto pesanti. Non eri costretto a cadere. Potevi chiamare schiere di angeli, e non saresti caduto. Ma hai voluto seguire la strada dell’uomo sofferente. In tutto ci sei diventato simile tranne il peccato. Ti rendo grazie, Gesù!
Quando adesso ripenso alle mie cadute, alle mie mancanze di amore, di fede, ed speranza, posso soltanto ripetere: perdonami! Tante volte ho gettato la mia croce e non l’ho voluta portare, per cui altri sono caduti sotto il suo peso. Perdonami, perché il mio amore è stato tante volte di così corto respiro! Lo stesso debbo dire anche della mia fede e della mia speranza; perciò mi sono lasciato facilmente abbattere…
Gesù, grazie che dopo la caduta non hai interrotto il tuo viaggio! Grazie, che non hai detto al Padre: «non ne posso più», ma anzi Ti sei rialzato e hai continuato il cammino! Gesù dammi la forza di rialzarmi dopo ogni caduta, ma assistimi perché non cada!
Ti prego per quelli ai quali sono passato accanto e non sono stato capace di aiutarli a risollevarsi dalle loro pene. Gesù, dona loro la grazia di rialzarsi; a me invece insegna come aiutarli a rialzarsi. O mio Salvatore, molte persone di ogni parte del mondo si sono fermate davanti a questa stazione ed hanno deciso di usare ogni attenzione per non cadere. Adesso sono di nuovo schiacciate dalle croci della sofferenza, del peccato, del male. Gesù, la tua grazia le ritrovi e le risollevi!
Sotto il peso dell’odio, è caduta anche la pace del mondo, sotto il peso dei desideri di ricchezza sono caduti anche la giustizia e l’amore. Molti sono così legati ai beni materiali da essere quasi inchiodati alla terra, e perciò non si rialzano. Gesù, tu sei caduto per tutti, perché tutti si rialzino. Fa che ci rialziamo e che tutti proseguano il cammino verso la Resurrezione!
O Maria, Tu hai assistito impotente alla caduta del tuo Figlio.
Ma la tua presenza e la tua fedeltà sono state certamente per Lui di grande conforto.
Ti ringrazio che ci hai promesso di essere sempre accanto a noi!
O Maria, aiutaci a rialzarci con le nostre croci, e ci guarisca la caduta del tuo Figlio!
I V S T A Z I
O N E
Gesù incontra sua madre
(A CURA DI: PROVINCIA RELIGIOSA PASSIONISTA DEL SACRO COSTATO DI GESÙ)
Dal Vangelo secondo Luca Lc 2,34-35
Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima».
Dagli scritti di San Paolo della Croce
La Madre Addolorata cerca il figlio Gesù, lo incontra lungo la salita del Calvario, lo vede legato col capo coronato di spine, la croce sulle spalle… O Regina dei Martiri, anche noi siamo stati causa del dolore che trapassa come spada impietosa la tua anima.
Dagli scritti di S. E. Mons. Tonino Bello
Santa Maria, donna dell’ultima ora, quando giungerà per noi la grande sera e il sole si spegnerà nei barlumi del crepuscolo, mettiti accanto a noi, perché possiamo affrontare la notte. È una esperienza che hai già fatto con Gesù, quando alla sua morte il sole si eclissò e si fece gran buio su tutta la terra. Questa esperienza, ripetila con noi. Piàntati sotto la nostra croce e sorvegliaci nell’ora delle tenebre. [Maria donna dei nostri giorni, pp. 118-119]
V S T A Z I O N E
Gesù è aiutato dal cireneo a portare la Croce
(A CURA DI: PROVINCIA RELIGIOSA PASSIONISTA DEL SACRO COSTATO DI GESÙ)
Dal Vangelo secondo Matteo Mt 27,32
Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a prender su la croce di lui.
Dagli scritti di San Paolo della Croce
Coloro che patiscono travagli, infermità, persecuzioni, disprezzi per amore di Dio, aiutano Gesù Cristo a portare la croce, e saranno partecipi della sua gloria in cielo se persevereranno.
Dagli scritti di S. E. Mons. Tonino Bello
Se è vero che ogni cristiano deve accoglier la sua croce, ma deve anche schiodare tutti coloro che vi sono appesi, noi oggi siamo chiamati a un compito dalla portata storica senza precedenti: «Sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo rimandare liberi gli oppressi» (Is 58,6). Pertanto, non solo dobbiamo lasciare il «belvedere» delle nostre contemplazioni panoramiche e correre in aiuto del fratello che geme sotto la sua croce personale, ma dobbiamo anche individuare, con coraggio e intelligenza, le botteghe dove si fabbricano le croci collettive.
[Alla finestra la speranza, p. 57]
V I S T A Z I O N E
Gesù asciugato dalla Veronica
(A CURA DI: PROVINCIA RELIGIOSA PASSIONISTA DI MARIA ADDOLORATA)
Dalla Sacra Scrittura: dal vangelo secondo Matteo.
Mt 6,21 «Perché là dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore».
Mt 8,19 «Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, io ti seguirò dovunque tu andrai».
Dopo la flagellazione, la coronazione di spine, gli schiaffi, gli insulti, gli sputi, il volto di Gesù è “sfigurato” tanto da non aver più “l’aspetto di uomo” (Is 52,14), è sfinito.
Il suo Volto è ridotto ad una maschera di sangue, di tristezza, di solitudine, di abbandono. Il Cireneo gli ha dato la possibilità di riprendere fiato e di gettare uno sguardo a quella folla per vedere se ci fosse qualcuno disposto a giocare un minimo di sentimenti per lui. E dalla folla sbuca una donna, la Veronica, trasportata dalla sua fede, dalla sua compartecipazione alla sofferenza di quell’uomo, dallo slancio del suo cuore e Gli asciuga il Volto. Non ha la pretesa di risolvere tutto, ma le basta testimoniare la propria fede vincere il proprio egoismo alleviare, anche se per poco, la tristezza di quell’Uomo.
L’amore è questo: capire il dramma di un altro, interpretarne le attese, annullare le distaze, rompere il guscio del proprio egoismo, uscire allo scoperto senza paura, e senza rispetto umano.
In tanti modi il vetta di Gesù ci si presenta implorante: scuotiamoci dal nostro torpore spirituale e asciughiamolo nei sofferenti che incontriamo.
V I I S T A Z I O N E
Gesù cade la seconda volta
(A CURA DI: PROVINCIA RELIGIOSA PASSIONISTA DI MARIA ADDOLORATA)
Dalla lettera di San Paolo della Croce agli Efesinei Ef 5,25-26
«Perché là dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore».
Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell'acqua accompagnato dalla parola,
Gesù continua il suo cammino verso la morte, ma con serenità, con decisione, con fermezza; assorto nella sua riflessione, che supera il momento presente e si proietta nel futuro. Davanti a lui sfilano uomini sordi al suo messaggio di amore di pace; uomini che alla luce preferiranno le tenebre; uomini che invece di costruire la loro casa sulla roccia si costruiranno sulla sabbia, sul presente, sui beni. Questa visione lo fiacca talmente che si abbatte di nuovo a terra e la caduta della delusione. Cosa avrebbe dovuto fare ancora per dimostrarci il suo amore di indicarci la via della verità e della salvezza? Si è svuotato per l’uomo, ma l’uomo non si è rivestito di lui. Infatti, oggi l’uomo ama Dio ma fino ad un certo punto; gli dà qualcosa, ma non tutto, si impegna, ma con moderazione; gli offre il proprio cuore, ma se ne riserva tre quarti, pronto anche a riprenderselo quando diventa scomodo; si va a Messa quando le occupazioni lo permettono; si prega quando non si è stanchi e tutto va bene.
Noi siamo di Dio sempre, in ogni momento; e sempre dobbiamo produrre frutti odorosi di bene, di pace, di spiritualità, che rinverdiscono le speranze stimolino la fede e riempiano di gioia vera quanti incontriamo lungo la strada della nostra giornata e della nostra esistenza.
V I I I S T A Z I O N E
Gesù incontra le donne
(A CURA DI: PROVINCIA RELIGIOSA PASSIONISTA DELLA PRESENTAZIONE DI MARIA AL TEMPIO)
Dal Vangelo secondo Luca Lc 23,27-31
Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi! e ai colli: Copriteci! Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?».
Signore Gesù, ti vediamo piagato, coronato di spine, che cammini a stento con la croce sulle spalle, umanamente sfinito, ma con la dignità di pastore buono, compassionevole verso le donne che ti seguivano in questo tuo dolorosissimo cammino verso il calvario, preoccupandoti non di te stesso, ma della sorte che attende il tuo popolo. Gesù, le mamme di allora sono le mamme di oggi: quante dolorose lacrime dalle mamme che piangono i loro figli che si sono lasciati traviare dalle cose effimere della cultura del nostro tempo, che vivono pur proclamandosi cristiani, l’ateismo pratico o addirittura in modo molto disordinato, lontani dalla fede, vite senza un senso, senza un perché, senza i valori che tu ci hai insegnato e per i quali ti sei lasciato immolare per la nostra salvezza.
Vieni Signore Gesù, con il tuo Santo Spirito a ravvivare tanti cuori spenti, a risvegliare quelli addormentati, ad attirare quelli che non ti conoscono o peggio ancora ti rifiutano.
Ti affidiamo Signore tutte quelle donne che rifiutano i loro bambini, dona loro la consapevolezza e la gioia del grande dono della vita, per il quale le chiami a cooperare.
Aumenta la Fede che è la nostra fortuna, perché ci qualifica figli di Dio e tuoi coeredi, la Speranza, che pare orizzonti di felicità sulla nostra esistenza, ci infonde coraggio per superare le difficoltà di ogni giorno e ci dà la certezza della vittoria, la Carità il vincolo che ci unisce a te, per farci vivere della stessa tua vita, condividendo le ansie e le sofferenze dei poveri, degli ammalati, dei diseredati, dei disoccupati e degli abbandonati.
Dona a tutti, Signore, consolazione, fortezza, guarigione, facci prender per mano da Maria, affinché camminiamo sulla via della Santità.
Grazie Signore Gesù, Lode e Gloria a te! Amen.
I X S T A Z I O N E
Gesù incontra cade la terza volta
(A CURA DI: PROVINCIA RELIGIOSA PASSIONISTA DELLA PRESENTAZIONE DI MARIA AL TEMPIO)
Dalla prima lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi 1Cor 1,18-19
La parola della croce infatti è stoltezza per quelli che vanno in perdizione, ma per quelli che si salvano, per noi, è potenza di Dio. Sta scritto infatti:
Distruggerò la sapienza dei sapienti
e annullerò l'intelligenza degli intelligenti.
Come i corinzi, spesso anche noi incorniciamo la croce di tanta sapienza umana, ma la svuotiamo del suo peso: l’appendiamo alle pareti di casa o la portiamo al collo, ma le nostre scelte sono lontane da quelle di Cristo.
Gesù tu ci stai chiamando ad una pienezza di vita in te per sperimentare già u questa terra la vera vita nella libertà interiore.
I nostri peccati di egoismo e autosufficienza non ci fanno provare la serenità e la gioia.
Aiutaci ad avere un cuore umile e generoso per guardare solo a te, e per rispondere alla tua chiamata nell’obbedienza al Padre.
Grazie perché ci hai scelti nonostante la nostra sapienza puramente umana e la stoltezza dello spirito. Fa’ che possiamo capire questo messaggio fino in fondo, specialmente nei momenti di prova e di caduta, per ricominciare a camminare dietro a te.
X S T A Z I O N E
Gesù è spogliato delle sue vesti
(A CURA DI: PROVINCIA RELIGIOSA PASSIONISTA DI MARIA SANTISSIMA DELLA PIETÀ )
“Si dividono le mie vesti e tirano a sorte la mia tunica” (Sal 22,19).
Inizia il rito,
si prepara la vittima.
L’altare è pronto,
la croce è distesa.
Nudo Ti stendi su quel letto scomodo.
Quanto sono diverso io, Signore,
non mi decido mai a buttarmi
ad accettare fino in fondo il tuo invito.
Sono carico di zavorra,
di egoismo,
di peccato,
di false sicurezze,
di fragili ed umane coperture.
«Vendi quello che possiedi, dallo ai poveri
e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi» (Mt 19,21).
Non è facile, Signore
Sono condizionato, non sono libero:
è duro aprire le braccia per donare,
spogliarsi per essere disponibili,
lasciar tutto per seguirti.
Ma non guardarmi con tristezza
Come il giovane ricco,
ma con misericordia,
come San Pietro.
Invocazione
Per coloro che non si decidono a privarsi di tutto per seguire Cristo, per coloro che non vogliono spogliarsi del proprio egoismo, per i tanti giovani ricchi, noi ti preghiamo. Ascoltaci Signore.
Per i poveri, gli afflitti e gli ammalati, perché insieme con Cristo sofferente sappiano portare la croce per la salvezza loro e del mondo, noi ti preghiamo. Ascoltaci Signore.
Per tutti i cristiani, perché comprendano sempre più l’esigenza di crocifiggere in se stessi ciò che non è degno della vocazione cristiana, noi ti preghiamo. Ascoltaci Signore.
Per noi, perché abbiamo il coraggio di essere completamente dalla parte del Cristo, di vendere tutto, di rifiutare le umane coperture per rischiare su di lui, noi ti preghiamo. Ascoltaci Signore.
X I S T A Z I O N E
Gesù è inchiodato alla croce
(A CURA DI: PROVINCIA RELIGIOSA PASSIONISTA DI MARIA SANTISSIMA DELLA PIETÀ )
Dal Vangelo secondo Luca Lc 23,33
Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra.
Il legno è pronto, ti strappano di dosso le vesti.. tutte le piaghe della flagellazione si riaprono e riprendono a sanguinare.
Nudo, di fronte al mondo, privo di ogni dignità!
Le tue braccia vengono aperte e distese… degli enormi chiodi vengono infissi nei tuoi polsi
[rumore di martello]
Ancora sangue che goccia dalle nuove ferite… il legno si sta tingendo di rosso!
A Signore, quale dolore stai sopportando? Non una parola esce dalla tua bocca!? Non cerchi di sottrarti al supplizio. Il tuo corpo è scosso da una tremenda convulsione! Ma ancora Signore, si accaniscono contro di te, ti stanno issando per attaccare il patibolo al tronco infisso, ti tengono i piedi fermi e… ancora i martelli ti conficcano l’ultimo chiodo nei piedi.
[rumore di martello]
L’aria ti sfugge… il cuore batte con violenza. La testa coronata di spine si gira a destra e sinistra facendo entrare più profondamente i lunghi aculei.
Tu ci hai detto che quando fossi stato elevato da terra ci avresti attirati tutti a te. I tuoi occhi Signore, guardano in alto, guardano intorno… Cerchi aiuto? …Cerchi pietà? …Cerchi tutti noi?
Che fa il popolo che sta a vedere? Che fanno i sommi sacerdoti? Sono curiosi? Sono pentiti di aver voluta la tua crocifissione? Macché, ti insultano: “hai salvato gli altri, salva te stesso!”
Ma tu sei un Dio, se volessi potresti scendere da quella croce! Che cosa allora ti tiene legato ad essa? Non certo i chiodi, non certo la prepotenza dei tuoi persecutori… È l’amore Signore? L’amore al Padre crocifisso con te sulla croce? L’amore per l’umanità alla quale vuoi riaprire le porte del Paradiso? Vuoi assolvere fino in fondo la tua missione di Salvatore?
Tu stai morendo, ma d’amore per noi!
Dolore ed amore: dolore amoroso e amore doloroso.
Facci capire, Signore, che cosa stai facendo per noi. Non vogliamo più crocifiggerti con la nostra indifferenza rifiutando il tuo amore per noi!
Insegnaci la tua logica, è difficile per la nostra mente umana capire: che morire sulla croce ha un potere più grande di quello di scendere; che perdere la vita per amore significa… riacquistare la vita!
X I I S T A Z I O N E
Gesù muore in croce
(A CURA DI: PROVINCIA RELIGIOSA PASSIONISTA DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA)
Dal Vangelo secondo Luca Lc 23,44-46
Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo spirò.
È il momento del distacco, ma anche del ritorno: il distacco dall’uomo e il ritorno all’abbraccio del Padre. È dunque il momento del massimo dolore ma anche del sommo bene. I grandi della Fede, cioè i Santi hanno compreso il mistero d’amore contenuto nella Tua morte, oh Signore! Essi hanno compreso che, se volevano essere completi nella loro natura umana e nella loro dignità di figli di Dio, dovevano incamminarsi dietro di Te, con Te, sulla via dell’amore che si offre, che non si misura e che sa perdersi. Ma noi esseri umani abbiamo compreso questa legge dell’amore?
In questo momento vogliamo ricordare la morte di un nostro caro perché è stata il coronamento di tutta una vita offerta nel cammino del Tuo amore e anche per dire che questo è possibile a tutti gli uomini che vogliono percorrere il cammino della Santità.
Silvio faceva parte dei “volontari della sofferenza” e passava le sue ferie ad assistere e confortare i malati in un santuario in Piemonte; al momento della malattia che si presentava devastante la lezione della croce di Cristo imparata nelle ferie gli è stata di aiuto. Così diceva al Padre Passionista che gli portava la comunione al letto che era diventata la cattedra da cui impartiva preziose lezioni di vita: “prima ero io che suggerivo parole di conforto e invitavo ad accettare la Volontà di Dio, ora sono io che chiedo un po’ di conforto e dico: sia fatta la Sua Volontà”. Dio gli aveva rivelato, attraverso i Volontari della Sofferenza, il valore positivo della sofferenza e lui la donava e si rasserenava edificando chiunque si avvicinasse al suo letto. Scriveva nel suo diario: “dalla finestra di casa vedo un ciliegio in fiore; dopo un po’ di tempo nasceranno i frutti che danno un tocco di amore alla pianta. Arriva la stagione dei colori dove le foglie l’abbelliscono in un quadro naturale, di cui non stancheresti mai lo sguardo, perché ogni foglia sprigiona musica soave. Piano piano cadono le foglie e restano soltanto i nudi rami, arriva l’inverno e un bianco lenzuolo si posa su di loro, facendole dormire in attesa di un’altra primavera. PARAGONO LA MIA SOFFERENZA A QUESTO CICLO CHE NON FINISCE MAI, IN ATTESA DI UN’ALTRA PRIMAVERA”.
Grazie Signore Gesù per questo esempio di fede vissuta all’ombra della Tua Croce e per la speranza della Risurrezione che è la gemma preziosa racchiusa nel legno della Santa Croce.
X I I I S T A Z I O N E
Gesù è deposto dalla croce
(A CURA DI: PROVINCIA RELIGIOSA PASSIONISTA DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA)
Dal Vangelo secondo Luca Lc 23,50.52;2,35b
C'era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, persona buona e giusta. Si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù.
E anche a te una spada trafiggerà l'anima.
Già si accendono le luci del sabato e Gesù viene deposto dalla croce, la tradizione cristiana vuole che prima di essere posto nel sepolcro sia stato messo tra le braccia amorose di Maria.
C’è dolore più grande di quello di una madre che stringe tra le braccia il corpo martoriato del figlio? Quanti ricordi di quel figlio tanto amato. Quante volte, bambino lo ha stretto tra le braccia e consolato in seguito ad una caduta, quante volte lo ha osservato mentre aiutava Giuseppe nel suo lavoro, fattosi uomo poi lo ha seguito nel suo peregrinare sulle strade di Palestina… e ora tutto è finito, signore e questa la tua volontà? A questo si doveva arrivare?
Maria hai sempre accettato in silenzio la volontà del Padre e ti sei abbandonata fiduciosa al Suo volere.
Il mio cuore ha tremato e sussultato quando ho saputo che Stefania si separava dal marito. Non volevo accettare una croce così ingiusta. Perché Signore proprio a me?
Quante lacrime e quanta disperazione. Quell’anno si tennero gli esercizi spirituali del MLP, il tema trattato era “Non temere piccolo gregge: il Signore ti ama”. Ma come mi ama se ha permesso quello che sto vivendo?
Poi, in un momento di silenzio e riflessione, ho pensato a Cristo inchiodato sulla croce, a Maria che lo stringeva tra le braccia… e io? …cosa sono io?
Signore perdonami se non ho capito prima. “Accetto”. Accetto la croce che mi hai dato. Non è stato facile, ma il mio cuore si è rasserenato, il dolore offerto è diventato sopportabile.
Maria che tanto hai sofferto aiutaci ad abbandonarci al volere del Padre e ad accettare la Sua volontà.
X I V S T A Z I O N E
Gesù è deposto nel sepolcro
(A cura di: Assistente Spirituale Nazionale – Pierangioli p. Alberto, cp)
Gesù morendo sulla croce esclamò: «consummatum est». Guardandolo ora chiuso nel sepolcro possiamo ripeterlo: «consummatum est».
Può significare “tutto è finito!” e riconoscere il fallimento completo. Ha fatto del bene, ha annunziato tante cose buone, ma è stato un fallimento. È finito tutto in una tomba fredda.
Ma no! «Consummatum est»: tutto è compiuto, tutto è stato realizzato. Gesù ha voluto essere in tutto simile a noi, dalla nascita alla tomba.
Ora si è compiuta pienamente la chenosi di Gesù.
Aveva detto “se il chicco di grano caduto a terra non muore …”. Adesso comincerà a portare molto frutto. Ora possiamo dire che ci ha amati sino alla fine.
Ora egli diventa la nostra speranza.
Pensando alla nostra tomba, visitando la tomba di una persona cara, ricordiamoci della tomba di Gesù: non è la fine di tutto.
È solo la semina di un chicco di grano che un giorno porterà molto frutto.
Oh Signore, fa che la nostra tomba e quella dei nostri cari sia illuminata dalla luce della tua presenza.
X V S T A Z I O N E
Gesù è risorto
(A cura di: Assistente Spirituale Nazionale – Pierangioli p. Alberto, cp)
Ora si è compiuta la vittoria di Cristo!
Ora il mistero pasquale di Gesù è completo. Sula croce, Gesù aveva gridato «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Il Padre rimase muto per 3 giorni, non rispose al grido straziante del Figlio.
Rispose la mattina del terzo giorno, con la gloria della Risurrezione. Ecco la spiegazione del mistero pasquale di Cristo: dalla sofferenza alla gioia, dalla morte alla vita. A questa luce dobbiamo guardare la nostra vita come l’apostolo San Paolo, come San Gabriele, come tutti i Santi.
Come San Paolo, anche noi dobbiamo considerare tutto “spazzatura”, accettando con gioia di partecipare alla morte di Cristo con la speranza (con la certezza, direi) di partecipare alla sua risurrezione.
Noi contempliamo Gesù Crocifisso, noi amiamo Gesù Crocifisso, ma un crocifisso che ora è il Signore, è il Vivente, è il Dio della gloria.
O Gesù, amore crocifisso per noi, attiraci sempre a te, ma fa che anche nei momenti più difficili della nostra vita, noi non ci fermiamo al venerdì santo, ma sappiamo sempre intravedere la luce della tua Pasqua e della nostra Pasqua.
|
|
|
|