EDITORIALE
- C'è speranza per il futuro? - di Adolfo Lippi c.p.

Riproduciamo qui un articolo scritto nel 1969 dall'allora cardinale Carlo Wojtyla, oggi Giovanni Paolo II, e pubblicato sulla rivista "Fonti vive", per il grande interesse che esso riveste in rapporto alla conoscenza del pensiero teologico del Sommo Pontefice. Correggiamo soltanto qualche difetto della traduzione.
Riveliamo la profondità dell'analisi che Wojtyla faceva della mistica della croce propria del Fondatore dei passionisti, quando la presentava non tanto come un riferimento oggettivo all'evento contemplato quanto come una partecipazione soggettiva dello stesso. Gli studiosi piu' recenti rilevano che questa svolta soggettiva nel riferimento all'evento redentore costituisce la grande innovazione del mistico Taulero, cui Paolo si ispirava, innovazione che ha forse caratterizzato piu' di ogni altra il mondo moderno, al di là degli stessi confini della fede e della Chiesa. La luce della croce è quella che ha ispirato il Pontefice nel suo ministero, quella con la quale egli cerca di illuminare l'umanità in questo crepuscolo dell'illuminismo.

Nell'ambito della ricerca sulla teologia della Croce di grandi teologi e mistici, che la nostra rivista ha promosso e continua a promuovere, Adolfo Lippi presenta qui la mistica della croce di colui che il fondatore dei passionisti chiamava il principe dei mistici, Giovanni della Croce. Su questo argomento ha scritto un noto studio Edith Stein. L'autore si sofferma anzitutto sul problema delle fonti, in rapporto a precedenti ricerche. Passa poi a una presentazione delle principali problematiche della mistica della Croce.

Bonaventura Rinaldi, autore di diversi studi, particolarmente sulla teologia della croce, ci comunica qui una sua riflessione che vuole essere critica rispetto a certe presentazioni piuttosto superficiali, anche se ben intenzionate, della spiritualità della croce. Non c'è nessuna resurrezione. Questo è vero per ogni momento della vita del Cristo e del cristiano.

Il biblista americano David G. Monaco ci presenta qui un passo caratteristico degli Atti degli Apostoli, nel quale si manifesta lo Spirito della Croce. Una comunità perseguitata esce dal proprio ambiente e si apre all'universalità e quata non è soltanto accoglienza verso i popoli idolatri, ma anche accoglienza di persone ritenute precedentemente escluse, come l'eunico etiope. il brano tipicamente passiologico che il viandante sta leggendo nel libro di Isaia conferma questa interpretazione del racconto degli Atti.

Il noto teologo spiritualista De Guibert considerava il diario di san Paolo della Croce uno dei testi classici della mistica cristiana. L'autore di questo articolo ne presenta un'analisi fondata sui criteri scientifici con cui vengono studiati oggi tali testi.

Nell'ambito delle ricerche sulla storia della spiritualità della croce, non poteva mancare la presentazione della personalità di Zinzerdof e del suo pietismo incentrato sulla Persona di Gesu', sulla sua Passione, sull'efficacia del riferimento alle sue piaghe dolorose e gloriose. Essa è utile anche per prendere coscienza di un movimento della spiritualità tanto importante quale il pietismo, in vista della crescita della reciproca conoscenza e stima fra noi e i fratelli cristiani evangelici. Questo movimento, infatti, fa parte della loro storia e, in quanto tale, della storia del cristianesimo.
Ciò che forse colpisce maggiormente nelle omelie di Zinzerdof è la percezione della calda  umanità del Salvatore, fino all'esaninazione della paura, della preghiera infantile al Padre. Gesu' non è un eroe. E' un uomo che si affida e si confida. Questo non diminuisce, ma anzi, Zinzerdof ne è convinto, aumenta la fede nella sua divinità (v. spec. omelia 17).

Memoria riconoscente verso lo studioso passionista morto il 14 luglio 2001, uno dei principali protagonisti dello sviluppo culturale della congregazione attuatosi negli ultimi decenni, a beneficio dell'intera Chiesa.

La Chiesa italiana fa l'inventario di un secolo di edilizia per il culto e lo sottopone alla considerazione della critica e dei fedeli con una mostra itinerante. L'autore dell'articolo vi aggiunge alcune sue considerazioni auspicando che le diocesi si aprano sempre più ai nuovi  linguaggi che l'arte viva può offrire.

Ermanno Olmi, grande cineasta italiano, autore del famoso film "l'albero degli zoccoli", ha realizzato un'altra splendida opera: "il mestiere delle armi".
La storia presenta la figura di Giovanni dalle Bande Nere come simbolo del coraggio non solo in vita ma anche di fronte alla morte.

RECENSIONI

SCHEDE BIBLIOGRAFICHE