CASA DI FORMAZIONE di Paliano
via S. M. Pugliano 69, Paliano (FR) - Tel. 0775.533159 -
convento.paliano@passionisti.org
Direttore:
P. Costantino Comparelli
Vice Direttore: P. Antonio
Mannara |
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S. Paolo della Croce radunò compagni perché vivessero insieme e
annunciassero il Vangelo di Cristo. Il popolo li chiamò Passionisti, per
la chiesa, che ne approvò le regole di vita, essi formano la "Congregazione
della passione di Gesù Cristo".
Sono
un giovane di 21 anni della provincia di Napoli, Casandrino per essere
precisi, che circa 5 anni fa chiese di entrare nella casa di formazione
dei passionisti della provincia dell’Addolorata, ovvero della Campania e
del basso Lazio, a Ceccano per fare una esperienza e per comprendere
meglio la mia vocazione ed il Carisma degli Apostoli del Crocifisso.
Avevo, prima di fare questa scelta, appreso dall’esterno che i seguaci
di Paolo della Croce vivevano e lavoravano in comunità fraterne facendo
esperienza continua di profonda preghiera, solitudine e povertà per
conseguire una più intima unione con Dio ed essere veri testimoni del suo
amore, seguivano il Cristo crocifisso fin sopra il legno della croce,
consapevoli che la Passione di Gesù, oggi più che mai, continua ad
essere attuale nelle ansie e nelle tribolazioni degli uomini, specialmente
dei poveri e degli abbandonati.
Li avevo visti all’opera durante la missione popolare nel mio paese con
quell’abito nero e con quel simbolo sul petto: un cuore bianco
sormontato dalla croce, con la scritta Jesu Xpi Passio (passione di
Gesù Cristo).
Questo simbolo, mi dissero, ricorda a tutti il mandato di S. Paolo della
Croce: ci dedichiamo a fare memoria delle sofferenze di Gesù e a
promuovere nei cuori della gente, una vera devozione alla sua passione.
Mi avevano colpito. Forse è vero dissi tra me e me: oggi come al tempo di
Paolo Danei (1694-1775) nè la scienza, nè il benessere, nè la
tecnologia salveranno il mondo ma la Croce di Cristo.
Eppure oggi, dopo cinque anni di cammino all’interno della famiglia
passionista, quelle certezze che prima erano solide dentro di me ora
sembrano quasi affievolirsi, ma questo sembra essere il passaggio
obbligatorio verso una fedeltà ricreativa al carisma passionista che
supera l’aver sentito dire o l’aver visto per lasciare il posto al
vissuto quotidiano che ti da la certezza della fede.
Beh, io a settembre partirò per il noviziato e tra circa 1 anno, se Dio
vorrà, farò la mia Professione religiosa, e sono convinto sempre di più
che stare là fuori alla finestra a sentire e a guardare ciò che si dice
o si fa senza valutare in prima persona non è un buon atteggiamento, o
almeno non può essere l’atteggiamento di chi vuol conoscere la Verità
fino in fondo.
E allora bisogna scendere, anche un piano alla volta, dai grattacieli di
questa nostra società postmoderna per poi iniziare la risalita verso il
monte Tabor sicuri di incontrare la Verità faccia a faccia.
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13
giugno 2001 |
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