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CAMPO
SCUOLA 2001
DIARIO
di BORDO |
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DIO CHIAMA CHI
AMA
Diario di un campo scuola
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Partecipanti:
44
Luogo: Badia
di Ceccano dei PP. Passionisti in Frosinone
Periodo: dal 23 al 28
luglio 2001 |
Lunedì, 23 luglio 2001
Si arriva alla Badia di
Ceccano;
c’è una strana aria che serpeggia tra coloro che giungono alla base del
Campo. E’ sorpresa, vedono una buona accoglienza fatta di sorrisi e di un buon
"indottrinamento".
Finalmente ci siamo tutti.
Ci ritroviamo nel salone per
dare le ultime spiegazioni e poi via, che si inizia.
Abbiamo vissuto la celebrazione
dell’accoglienza, ricordando i nostri nomi, il nostro battesimo, il luogo che
ha visto il nostro nascere nella Chiesa di Dio. Una buona cena e poi tutti al
boschetto per ultimare le fasi di una buona accoglienza e conoscenza (ma quanto
imbarazzo!).
Martedì, 24 luglio 2001
TEMA
I buoni e i cattivi;
il nostro metro di giudizio, la grande pazienza di Dio.
Il brano da meditare è la
parabola del grano e della zizzania (Mt 13,24-30).
Da rilevare una grande serietà
nel momento della riflessione personale e lì ti accorgi che davvero c’è l’intenzione
di fare una buona esperienza cristiana. La conferma è avvenuta nel momento di
fare i gruppi di studio; sei gruppi, all’interno dei quali si rivela un buon
lavoro di approfondimento. Il grano e la zizzania, già, come si fa a
comprendere la grande attesa di Dio, il suo voler aspettare? Intanto Lui ci
suggerisce di non addormentarci nella nostra vita perché la zizzania nasce e
cresce quando non siamo desti, quando perdiamo l’attenzione e la coscienza
cade in un sonno profondo da non saper riconoscere e distinguere più il bene
dal male.
Una testimonianza:
"Signore Gesù, che fai
crescere il grano con la grazia della tua misericordia, rendici grano,
rigoglioso, maturo, per essere liberi per impegnarci, con tutto noi stessi, alla
costruzione di quel Regno a cui tu ci chiami ad essere cittadini.
Aiutaci e dacci la forza per
crescere sulla strada del bene perché ogni ostacolo possa essere per noi un
passo più vicino al tuo Regno. Donaci la potenza del tuo Santo Spirito, perché
crescendo possiamo conoscere la zizzania che ostacola il nostro rapporto con te.
Custodiscici perché possiamo avere la tua grande pazienza nell’aspettare che
la zizzania si trasformi in grano, assistici perché possiamo essere buon grano
per testimoniare in mezzo alla zizzania.
Rendici capaci di morire,
perché come tu stesso hai detto: se il chicco di grano caduto a terra muore
produce molto frutto".
Nel pomeriggio con il gioco dei
ruoli e la sera con la celebrazione del dialogo si è ancora più approfondito
il concetto della conoscenza di sé e degli altri, senza cadere nell’errore
del pregiudizio e della grande tentazione di appiccicare sugli altri le nostre
etichette. Ognuno è diverso dagli altri e tutti vanno rispettati, nella propria
unicità e diversità per essere un solo Corpo, una sola Chiesa.
Il dopo cena un bello sfogo con
i giochi organizzati da Silvia e Antonio (ahi, quel gioco delle mele).
Mercoledì, 25 luglio 2001
TEMA
A fuoco; la
difficoltà di capire e di mettere a fuoco certi aspetti della vita come per
esempio la sofferenza.
Il brano che ha aiutato a
capire la tematica è la guarigione del cieco (Mc 8,22-26).
Anche in questo giorno i
ragazzi sono stati coinvolti. Sono venuti fuori tanti perché, e ancora una
volta si è appreso come tante volte c’è differenza tra l’agire e il
pensare di Dio e dell’uomo. Toccante e, nello stesso momento dolce, è stata
la testimonianza di Cristina da Cassino che ha condiviso con tutti la sua
esperienza riguardo alla sofferenza fisica. L’applauso finale voleva dire che
si era con lei, che il suo dolore e il suo non capire a fondo ora è condiviso,
fa parte anche della vita di altri.
Una testimonianza:
"Signore Gesù, che ti
nascondi nel volto del fratello che ci tende la mano, nel povero che ci chiede
aiuto, nell’amico che ci chiede di sacrificare il nostro tempo per lui, che ti
sveli sotto i nostri fratelli più piccoli. Non possiamo mai dimenticarci che tu
ci sei vicino in ogni piccola sofferenza. Rendici il dono di amare di più, di
saggiare il tuo grande amore, quell’amore che porta alla croce".
Nel pomeriggio abbiamo provato
a fare un processo a Dio, grazie anche al contributo di una videocassetta e alla
sera abbiamo celebrato quello che è stato il momento centrale di tutto il campo
scuola: la veglia della Luce. Con il nostro passare dalla luce alle tenebre
abbiamo sperimentato di come nella vita ci si possa allontanare da Dio e lì,
lontano, non capire più la mente di Dio, il suo cuore, la sua forza. Amen,
Padre. Alla fine è stato un Amen acceso e forte, per dire che vogliamo capire,
vogliamo imparare, vogliamo essere luce.
Giovedì, 26 luglio 2001
TEMA
Quando il gallo
canta e cioè le volte che mi rendo conto che non confesso la fede in
Dio.
Il brano riguarda le tre
negazioni di Pietro e il canto del gallo (Lc 22,56-62).
E’ stato questo il giorno del
deserto. Siamo partiti dalla Badia di Ceccano alle ore 06,30 per recarci col
pullman al santuario della Civita in Itri (Lt), dove alla presenza di Maria
abbiamo potuto ripensare alla nostra vita. Ognuno ha ricevuto un gomitolo di
lana che doveva srotolare. Srotolando, srotolando, sul filo spuntavano le
domande di riflessioni su particolari momenti della vita ed in ultimo si
chiedeva un impegno, un proposito per vivere meglio la nostra esistenza di
cristiani (quel filo mi faceva pensare alla mia vita, lo scorrere del tempo…
qualcuno diceva così). Al santuario abbiamo celebrato l’Eucaristia e dopo un
fugace pranzo siamo ripartiti per la volta della Badia. Una revisione del
deserto e poi la celebrazione dell’annuncio, dove ognuno, presa visione che
non conviene stare lontani dal Signore, ha posto la propria firma, il proprio
nome, sulla strada della santità dove già tanti santi hanno percorso con la
propria vita.
La serata poi è stata animata
con canti e balli, un mixer tra Karaoke e Furore.
Venerdì, 27 luglio 2001
TEMA
Il vestito della
domenica; una riflessione sul nostro modo di confessarci e di come ci
presentiamo "vestiti" alla Messa domenicale.
Il brano che ha fatto da guida
è stato la cacciata dal banchetto di un invitato da parte del re per non avere
l’abito nuziale (Mt 22,11-14).
E’ stata la giornata della
crisi. Sembrava tutto bello e deciso con i giorni scorsi e con questo si è
presa coscienza che la santità, la valorizzazione della sofferenza, l’accoglienza
dei prossimi, passa attraverso la realtà, che vi è nella nostra vita una
concretezza che bisogna vivere. Non si può parlare di poveri, del prossimo, di
Dio, se prima non vi è alla base una coerenza e una costanza da parte nostra.
Ogni bel discorso non ha fondamento se non ha corrispondenza con la vita. Il
risultato di ciò è stata la profondità con la quale si è vissuta la
celebrazione della riconciliazione. Dalle 18,30 alle 21,30 si può dire che le
nostre vite si sono fermate, perché si era creato un clima dove ognuno ha
cercato di guardare con i propri occhi la propria realtà di persona; quei visi
bagnati di lacrime e solcati di tanto stupore per essere riusciti a vivere un
momento forte di perdono sono stati illuminati dagli occhi di Dio che amano e
donano perdono per chi vuole davvero camminare con coraggio, fede e coerenza.
L’ultima serata è stata
vissuta all’insegna di una insolita caccia al… telefonino, con varie prove;
una delle quali, la prima, vedeva tutti i gruppi dei ragazzi impegnati ad
impersonare la storia di un cartone animato; lasciamo spazio alla vostra
fantasia…
Sabato, 28 luglio 2001
TEMA
Il pizzo della
tovaglia; un modo per capire il livello di partecipazione della Messa.
Il brano di guida è stato la
guarigione dell’emorroissa che ha trovato la sua guarigione nel toccare il
lembo del mantello del Maestro (Mc 5, 25-34). A noi basterebbe toccare il pizzo
della tovaglia dell’altare e lì scoprire che c’è Gesù, che c’è Lui
sull’altare e non chiede altro di entrare in noi, di far parte della nostra
vita.
La Messa è stata davvero
vissuta con molta partecipazione, con i gesti e segni che racchiudevano tutta l’esperienza
del Campo e con canti, forti ed intensi, che elevano il proprio Sì, il proprio
ringraziamento al Signore per tanti doni e per tanto amore riscoperti nella
vita.
Chiusura del Campo con una
revisione finale.
Una lacrima, tante
soddisfazioni e un grazie per tutto ciò che è stato di questo campo scuola.
Adesso c’è la realtà da
vivere, magari con più fede, forza e amore, ricordando che se
Dio chiama chi ama
è anche vero che
chi ama chiama Dio.
P. Antonio Mannara
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