Sabato 21 settembre il santuario di San Gabriele ospiterà l’annuale
festa dell’artista. Organizzata dalla Fondazione Staurós
Italiana Onlus, la quinta edizione della festa prevede la
partecipazione di molti artisti provenienti da ogni parte d’Italia
e varie personalità del mondo della cultura e dello spettacolo,
tra cui il regista Tonino Valeri; il giornalista Piero
Marrazzo; il danzatore Antonello Angiolillo; l’operatrice
culturale e critico d’arte Lucrezia De Domizio Durini; e
numerosi critici e artisti espositori della Decima Biennale d’Arte
Sacra "Nel segno della Luce", tra cui Omar
Galliani, Tito, Laura Facchini, Gigino Falconi ed
altri. Alla festa interverranno anche numerose autorità
politiche regionali, provinciali e comunali. Inoltre verrà
portato il messaggio dei emigrati abruzzesi, devoti di San
Gabriele, in terra cilena dalla Dr.ssa Elda Fainella.
In mattinata, alle ore 9.30, è in programma una tavola
rotonda sul tema "La creatività: segno di gioia",
coordinata da don Carlo Chenis, segretario della pontificia
Commissione per i Beni culturali della Chiesa. Nel pomeriggio,
alle ore 16, sarà celebrata la messa dell’Artista, animata da
don Carlo Chenis e da padre Maurizio De
Sanctis, con testimonianze da parte di artisti.
La creatività, quale segno dell’umana spiritualità sarà
il tema triennale sul quale la Fondazione Staurós si propone di
riflettere insieme ad artisti ed esponenti del mondo della
cultura e dello spettacolo, nella convinzione che "oggi
occorre riscoprire la creatività per uscire dai segni della
globalizzazione massificante e per aspirare ad una promozione
umana personalizzante. La creatività è segno di futuro, di
gioia, di libertà. L’arte come denuncia e come annuncio
conserva e sprigiona l’umana creatività, poiché rende l’individuo
cosciente della propria genialità. Il futuro dell’umanità in
questo esordio del terzo millennio dell’era cristiana
necessita dunque di vigore creativo per avviare un nuovo
umanesimo in grado di accogliere la nuova evangelizzazione. Gli
artisti devono far vedere le ingiustizie e configurare l’utopia
della pace".
L’artista infatti ha un ruolo importante per avviare l’umanesimo
del terzo millennio. Egli sa intuire i drammi, ma nella bellezza
riesce ad infondere il senso della speranza. Egli sa sedurre
arrecando piacere, ma nella bellezza cerca di dare il senso
della catarsi.
San Gabriele chiama dunque gli artisti di tutte le arti ad
essere pellegrini, a salire verso questo luogo romito, a vivere
un giorno insieme, a ripartire senza dimenticarsi, a proporre
qualcosa di nuovo, ad aprirsi all’Assoluto. La chiesa
postconciliare ha definito l’artista un sacerdote, un esperto
in umanità e in spiritualità. I diversi percorsi non contano
quando puntano sulla verità, sulla bontà, sulla bellezza.