31 ottobre 1902, vigilia della
solennità di Tutti i Santi.
La Comunità Passionista della Badia di Ceccano si raduna
per l’Adorazione eucaristica:
"Dopo la visita al SS.mo Sacramento, gli studenti
accompagnati dal direttore uscirono per il passeggio. Dopo aver
percorso un breve tratto di strada conf. Grimoaldo si rivolse al
direttore pregandolo di permettergli di tornare indietro perché
si sentiva male. Credendo che fosse una cosa passeggera, su
suggerimento del direttore, obbediente com’era proseguì
con i compagni.
Ma, non avevano percorso nemmeno 50 m. di strada quando nuovamente
conf. Grimoaldo chiese al direttore di tornare indietro, perché
un forte dolore di testa lo rendeva stordito e gli annebbiava la
vista. A questa seconda richiesta il direttore acconsentì e
in fretta, chiamati gli altri studenti, tornarono in convento.
La notte seguente, solennità di Tutti i Santi, conf.
Grimoaldo quantunque ancora indisposto, mosso dal fervore, volle
levarsi per il mattutino cantato. Confortatosi al mattino con il
Pane degli Angeli, fu costretto subito dopo porsi a letto per mai
più rialzarsi. Intanto il direttore, informato da conf.
Grimoaldo sugli strani disturbi che lo avevano tormentato la
notte, chiamò subito il medico, "il quale
costatò trattarsi di meningite acuta che lo rese automa per
due-tre giorni: Poi riprese conoscenza".
Conf. Grimoaldo trovò nelle acute
sofferenze di quei giorni, un’occasione preziosa per unirsi con
gioia dello spirito alla Passione di Cristo. Il direttore al
vederlo così sereno e raccolto, nella sua sofferenza,
provava commozione e vi conduceva gli studenti perché prendessero
esempio. La stanza di conf. Grimoaldo divenne una palestra di
virtù.
La camera dell’ammalato fu un continuo pellegrinaggio da parte
dei compagni e di tutta la Comunità che poterono ammirare
la virtù di cui era adorno, anche in quello stato di
abbandono. Ripeteva spesso di accettare quella malattia come una
purga e una remissione per le sue mancanze, raccomandando ai
compagni che lo aiutassero con la preghiera a non perdere la
pazienza e il coraggio nell’abbracciare la croce destinatagli
dal Signore.
Il corpo di conf. Grimoaldo bruciava
dalla febbre. Arrivò il 18 novembre, martedì. Quel
giorno conf. Grimoaldo insolitamente, mentre i religiosi, dopo
pranzo prendevano un po’ di sollievo in giardino, mondò a
chiamare il rettore della badia p. Felice, il quale accorse subito
nella sua camera.
Entrando gli chiese: "Cosa vuoi?".
Rispose: "Voglio confessarmi e poi ricevere gli altri
sacramenti, perché oggi al calar del sole
morirò".
"Chi ti ha detto che devi morire proprio oggi?", rispose
p. Felice.
E conf. Grimoaldo radioso: "Ecco Sua Maestà Divina che
è qui e con Lui altri Santi. (e indicò un angolo
della stanza). Oggi prenderanno me; e poi insieme andremo a
prendere il cardinale Gaetano Aloisi Masella a Roma. Io gli devo
dare compagnia da morto e non da vivo. Il cardinale morirà
presto anche lui".
Il cardinale fu trovato morto alcuni giorni dopo la morte di conf.
Grimoaldo, il 22 novembre 1902.
Il Superiore, non vedendo segni, secondo
lui, di prossima fine non voleva dargli subito l’Olio Santo; ma
dietro insistenza e per farlo contento, radunò la
comunità e gli amministrò gli ultimi Sacramenti, che
"ricevette con pietà edificante", come
constatarono tutti i religiosi accorsi al suo capezzale.
Verso la sera placidamente, dopo aver ricevute tutte le
benedizioni della Chiesa, calmo, sereno e tranquillo con pieni
sentimenti, si riposava in seno al suo Dio, qual bambino che
dolcemente si riposa fra le braccia di sua madre, lasciandoci
nella dolce speranza che stia ora pregando per noi nel Regno dei
Santi.
"Negli ultimi istanti di vita il suo volto s’illuminò,
i suoi occhi fissarono un angolo della stanza poi li chiuse
alla luce di questo mondo. Il suo transito da questa vita all’eternità
persuase i religiosi della Badia che se si perdeva un confratello
si acquistava un santo.
Nacque, questo giovane, in Pontecorvo,
provincia di Caserta il 4 maggio 1883, dai coniugi Pietro Paolo
Santamaria e Cecila Ruscio.