QUESTO ARTICOLO SARA' PUBBLICATO SUL GIORNALE AVVENIRE DEL 19-11-2000

DIOCESI DI SESSA ARUNCA E COMUNITÀ PASSIONISTA DI MONDRAGONE

I luoghi della distensione
di Antonio Rungi

La vocazione prevalentemente turistica della nostra Diocesi risulta evidente per la specificità del suo territorio: trenta chilometri di costa, una decina di importanti località balneari, oltre 100 lidi, alberghi, strutture di ogni genere per il tempo libero, lo sport, lo spettacolo. Insomma, una realtà territoriale nata e sviluppatasi, dopo gli anni sessanta, all’insegna del turismo di massa. Oggi è un crisi generale, anche se gli ultimi dati dell’estate appena trascorsa parlano di una lenta e progressiva ripresa del settore turistico. Ci sono problemi di viabilità e vivibilità ben noti da anni e su cui le autorità preposte non sono affatto intervenute per ridurre i disagi. Così la mancanza di collettori, di illuminazione, di marciapiedi, di depuratori e di altre infrastrutture essenziali alla vita sociale è un fatto endemico che sia aggrava di anno in anno. Il litorale domizio, dopo il terremoto del 1980 e del bradisismo del 1983, non si è ripreso più. Anche la piaga della prostituzione lungo la statale Domiziana non favorisce un’immagine bella e rassicurante del territorio. 
Le tante isole estive sorte per costruire case per i villeggianti oggi sono occupate da immigrati, sempre più isolati dal resto della comunità sociale e, perciò stesso, pericolosi perché non integrati con la gente e con il territorio. Nonostante questi limiti fisiologici la fascia costiera che ricade sul territorio della diocesi di Sessa Aurunca e che va dal Garigliano al Volturno è quella più frequentata dai pendolari del mare e dal turista fai da te. Baia Domizia, Baia Murena, Baia Felice, Villaggio le Perle, Baia Azzurra, Le Vagnole, Mondragone zona Sinuessa, Mondragone Lido, Villaggio Europa, Pescopagano sono mete preferite per centinaia di migliaia di villeggianti per vari mesi all’anno. Da qui il caos, l’inquinamento, il rumore, la carenza dei servizi in questa vasta area sorta per accogliere un tipo ed una quantità di turisti e che oggi si trova a fronteggiare un’altra emergenza quella del pendolarismo marino che non porta benessere alla comunità locale, ma solo sofferenze. 
La chiesa locale anche in questo settore pastorale sta cercando di svolgere degnamente il proprio ruolo propositivo, perché certamente non può sostituirsi allo Stato, agli altri enti ed all’iniziativa privata per far rinascere il litorale. Nel campo prettamente spirituale con l’attivazione dei numerosi centri estivi d’ascolto, con la moltiplicazione dei servizi pastorali a favore dei villeggianti, specie nelle parrocchie site nelle località turistiche si fa un’opera insostituibile e significativa per favorire il benessere spirituale e la distensione dei villeggianti e dei residenti. 
Ma un cammino più impegnativo va fatto tra tutte le istituzioni presenti sul territorio per far decollare il litorale domiziano da un punto di vista economico, sociale ed umano. Troppa indifferenza e noncuranza, troppa assuefazione alla precarietà non potrà mai giovare al riscatto di questo lembo di terra di straordinaria bellezza e ricchezza.