QUESTO
ARTICOLO SARA' PUBBLICATO SUL GIORNALE AVVENIRE DEL 19-11-2000
DIOCESI
DI SESSA ARUNCA E COMUNITÀ PASSIONISTA DI MONDRAGONE
I
luoghi dell’informazione
di Antonio Rungi
Senza presunzione alcuna,
ma semplicemente guardando ai dati di fatto, la diocesi sessana è tra
quelle, a livello nazionale, più impegnata a livello di comunicazione
sociale. Un settimanale che pubblica ininterrottamente da 16 anni su
Avvenire, un sito Internet, una rivista periodica, circa 30 bollettini
parrocchiali (mensili o occasionali), una radio parrocchiale con parziale
funzione diocesana, una presenza sistematica sui maggiori organi di stampa
sia d’ispirazione cristiana che laica, un ufficio di comunicazione
sociale abbastanza operativo, una redazione stabile per Avvenire Sessa
Aurunca Sette e tanti altri impegni sistematici in questo settore. Come
dire, una diocesi, nel suo piccolo, all’avanguardia in questo campo che
riesce a mediare il messaggio ed i valori cristiani con una capillare
pastorale delle comunicazioni sociali.
Diverse parrocchie hanno la strumentazione multimediale necessaria per
collegarsi in tempo reale alle fonti di informazione locali, nazionali e
mondiali; altre parrocchie si stanno attrezzando per dotarsi dei nuovi
strumenti di informazione. Preti, religiosi, suore, istituzioni ecclesiali
sono, chi più chi meno, dotati di computer e di connessione ad Internet.
Diversi i siti sorti in questi anni per rendersi visibili ad un pubblico
sempre più vasto e sempre più planetario. Eppure, nonostante gli sforzi
che le singole persone, le singole comunità parrocchiali e la stessa
diocesi stanno facendo da anni ancora non si fa strada la cultura
multimediale tra la comunità dei credenti. Il comunicare, oggi, il
messaggio cristiano attraverso le nuove tecnologie non deve sostituire la
comunicazione interpersonale, ma non può non essere presa in
considerazione o demonizzata perché incapace di trasmettere sensazioni ed
emozioni.
Si sa che la lettura, la sistematica applicazione nello studio è una
faccenda di pochi, specie delle nuove generazioni di uomini e credenti. A
fare scuola, oggi, sono i nuovi linguaggi che la tecnologia ha elaborato e
continua ad elaborare. Essere in ritardo su queste nuove tecniche
comunicative significare ritardare anche l’annuncio missionario. Se la
Chiesa italiana ha avvertito la necessità di dotarsi di una Tv
satellitare (Sat2000), di una Radio satellitare (BluSat2000), se sono
sorte, come funghi, numerose emittenti radio e televisive cattoliche (vedi
Radio Maria) evidentemente c’è una nuova richiesta di conoscenze e di
informazione a livello religioso che non può essere esclusivamente quella
appresa tra i banche della Chiesa, nelle aule di catechismo o nelle aule
delle varie scuole di formazione religiosa e teologica.
Il villaggio globale a cui apparteniamo è anche il villaggio della
comunicazione globale o della globalizzazione. Anche come chiesa locale
siamo chiamati a dare una risposta qualificata su questo versante, come si
sta cercando di fare, non senza limiti e difficoltà anche nella nostra
diocesi sessana.
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