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Falvaterra
(Fr). Trecento anni di storia in un museo provinciale della famiglia passionista |
di Antonio Rungi
Trecento anni di storia e di arte presentati in un apposito museo, realizzato per tale scopo. Si tratta del nuovo museo di arte e storia della Provincia religiosa dei Passionisti del Lazio Sud e Campania, che è stato inaugurato lunedì pomeriggio, 7 marzo 2005. Luogo scelto per tale importante raccolta di opere d’arte e di oggetti religiosi di vario valore è il Ritiro di S.Sosio Martire di Falvaterra (Fr), Casa religiosa dei Passionisti, aperta nel 1751 dallo stesso Fondatore della Congregazione della Passione San Paolo della Croce. Ed è stato proprio l’attuale successore di San Paolo, il Superiore generale dei Passionisti, padre Ottaviano D’Egidio, ad inaugurare il muovo museo, insieme al Superiore provinciale di detta Provincia, padre Antonio Rungi, alle autorità politiche e civili della zona e della Regione Lazio. L’opera, infatti, è stata realizzata con i contributi regionali, mentre buona parte delle spese sostenute è stata assicurata dalla stessa Provincia passionista dell’Addolorata.
Per realizzare il nuovo e moderno Museo Provinciale dei Passionisti è impegnato un ampio salone, al piano rialzato dell’antico e rinomato convento dei Passionisti di Falvaterra, oggi casa di esercizi spirituali e di accoglienza, e nel passato una delle case religiose tra le più importanti dell’intera Provincia campano-laziale.
Nel museo sono stati esposti quadri, oggetti sacri e di varia natura che raccontano la vita della Congregazione dei Passionisti nel Lazio Sud e Campania, in circa 300 anni di storia. La Provincia dell’Addolorata fu, infatti, istituita, ufficialmente, dallo stesso San Paolo della Croce, il 9 maggio 1769, ma di fatto essa esisteva già da diversi anni. Oggi la Provincia conta circa 90 religiosi che risiedono nelle 12 comunità passioniste tra il Lazio Sud e la Campania e con circa 30 religiosi nella missione del Brasile, residenti in 5 case negli Stati del Minas Gerais ed Espirito Santo,
Questo piccolo museo, infatti, è nato come idea e progettazione nel 1975. Chi lo pensò si propose fin dall’inizio di raccogliere e tutelare ogni testimonianza del passato che fosse legata al valore artistico e alla documentazione relativa alla vita degli insediamenti passionisti, nati in Ciociaria nel secolo XVIII. Molto era andato perduto di questo grande patrimonio, sia per la frenetica ricostruzione del dopoguerra, sia per i furti, sia anche per la ingenua accondiscendenza alla voracità del mercato antiquario, che negli anni sessanta e settanta sfoltì gli inventari di chiese e monasteri.
Ideatore, promotore e zelante artefice di questo importante museo è stato padre Giuseppe Comparelli, 65 anni, storico ed artista della Provincia dell’Addolorata, nativo di Conca Campania (Caserta), ed oggi di comunità proprio nel Convento di Falvaterra.
Padre Comparelli ha realizzato, nel corso della sua lunga carriera di religioso ed estimatore di libri, quadri e di qualsiasi altro oggetto antico, la Biblioteca di Paliano, quella di Sora e di Falvaterra. Dopo 30 anni di intenso lavoro padre Comparelli, sostenuto dall’attuale governo della Provincia dell’Addolorata, è riuscito a far venire alla luce una delle sue “creature” più attese e desiderate in 50 anni di vita religiosa e di 40 di vita sacerdotale.
Il Museo è stato allestito con materiale di particolare gusto e significato; per cui “sarà sicuramente un polo di attrazione e di cultura –ha detto il Superiore provinciale durante la cerimonia di inaugurazione- per la vasta area della Ciociaria, soprattutto per le scuole di primo grado e secondo grado. Uno spiraglio di cultura, arte, religione e storia che ha la sua innegabile importanza in un mondo che si dimentica del suo passato e delle sue origini. Questo piccolo frammento di storia che i Passionisti vogliono raccontare ed esporre –ha proseguito padre Rungi- è anch’esso un modo per evangelizzare oggi, mediante la pluralità di strumenti ed oggetti miranti a tale scopo. E sicuramente il Museo provinciale dei Passionisti sarà un forte polo di attrazione per chi ama l’arte e la cultura. E ciò sopratutto in ragione del fatto che questo è il primo vero, importante e rilevante museo di vita consacrata che è stato realizzato nella Provincia passionista dell’Addolorata. Un buon auspicio per il futuro della stessa Provincia religiosa e la Congregazione della Passione. Da qui, la gradita ed attesa partecipazione allo storico evento del Superiore generale della Congregazione della Passione, padre Ottaviano D’Egidio per la benedizione dell’opera”.
Nel novello museo religioso, il settore che più si fa evidente all’attenzione del visitatore è la serie di crocifissi lignei che vanno dal XVI secolo al XIX, alcuni di straordinaria forza espressiva nell’intaglio abilissimo. Ad essi si associano tele di rara bellezza e preziosità, con vari soggetti religiosi, compresa quella dedicata alla Madonna Addolorata. In esposizione anche icone russe, argenteria e arredo liturgico, come pure gli strumenti di “infermeria” dei vari conventi della Provincia, nonché interessanti residuati bellici.
Il Museo è predisposto per accogliere altri oggetti sacri o di vita quotidiana delle comunità religiose della Provincia dell’Addolorata e, ci si augura, anche delle altre realtà della Congregazione della Passione di Gesù Cristo.
La presenza del Superiore generale all’inaugurazione del Museo e quella del padre Tito Amodei, noto artista passionista contemporaneo, componente della commissione Cei per l’Arte sacra, fanno pensare ad un possibile ampliamento del museo oltre i confini provinciali, per un discorso di accoglienza in esso di opere d’arte e di oggetti vari provenienti da altre realtà dell’intera famiglia passionista. Sicuramente si tratterà di un museo esclusivamente passionista ed espressivo di tale realtà ecclesiale, a partire dalla Provincia dell’Addolorata, che si estende nel Lazio Sud ed in Campania.
Il museo, adeguatamente protetto con sistemi sofisticati di allarmi è aperto a tutti coloro che vorranno liberamente visitarlo in orari e giorni stabiliti.
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