Home Page
i Passionisti della Provincia dell'Addoloratai Passionisti della Provincia dell'Addolorata     indirizzo Sede Provinciale
Vai alla Home Page inviaci un messaggio

La liturgia di questa domenica
Commenti alla liturgia domenicale e festiva - Ciclo C

 

XV Domenica del Tempo Ordinario  15 luglio 2007
Il cuore del messaggio cristiano.

di Antonio Rungi


 La Parola di Dio di questa XV domenica del tempo ordinario dell'anno liturgico ci immerge nel centro e cuore dell’intero messaggio cristiano, che è messaggio d’amore verso Dio e verso gli uomini. La parabola del buon Samaritano che ascoltiamo oggi nel testo del Vangelo di Luca ci dice tutta l’ampiezza e la profondità di questo amore che dobbiamo praticare ed attuare soprattutto quando gli altri hanno maggiori bisogni e necessità, ovvero nel momento dell’emergenza, ma anche nella quotidianità. E’ una delle parabole più citate e commentate del Vangelo, in quanto ci presenta i possibili diversi appropri umani e religiosi per fare o non fare il bene, aiutare o non aiutare gli altri, sollevare o non sollevare le sofferenze del prossimo, lenire o non lenire le piaghe dei fratelli, molte volte più evidenti di quanto non le vediamo e percepiamo, di farsi carico della assistenza di chi si trova dell’estremo bisogno di aiuto. Il primo e più grande Samaritano è proprio Gesù: Egli si è caricato di tutte le nostre sofferenze ed egli continua a lenire le profonde piaghe nel corpo e nello spirito che si aprono frequentemente nella nostra vita e non solo per responsabilità personali, ma anche per quelle degli altri. Quegli altri che saranno, come nel caso del Samaritano, briganti che non hanno minimamente a cuore la vita degli altri, oppure sacerdoti, leviti e qualsiasi altra categoria immaginabile che dovrebbe aiutare per carità e mestiere gli altri e che purtroppo non lo fanno, anzi se possono aumentare la dose di sofferenza negli altri lo fanno volentieri. Sono i sadici dell’era moderna e di sempre che davanti alla sofferenza altrui, invece di essere coinvolti ed intervenire in qualche modo, sperano che aumenti, fino alla distruzione completa della persona. Quanta gente nutre nel cuore l’odio, il risentimento, fino a desiderare la morte degli altri. E le cronache dei nostri giorni ci attestano quanto tutto questo sia vero. Gesù invece è il Buon Samaritano che viene incontro a tutte le nostre necessità, come ci attesta la Parabola, tratta dal Vangelo secondo Luca “In quel tempo, un dottore della legge si alzò per mettere alla prova Gesù: “Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?”. Gesù gli disse: “Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?”. Costui rispose: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso”. E Gesù: “Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai”. Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: “E chi è il mio prossimo?”. Gesù riprese: “Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall’altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n’ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all’albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?”. Quegli rispose: “Chi ha avuto compassione di lui”. Gesù gli disse: “Va’ e anche tu fa’ lo stesso”.
Ci si commuove di fronte al comportamento del Samaritano e nella conclusione della parabola è evidente il motivo e l’invito di Gesù: fare tutti le stesse cose che ha fatto questo uomo mosso dalla tenerezza e dalla bontà del cuore. Quando facciamo parlare il cuore e ci lasciamo condurre dove il cuore ci porta, sicuramente siamo capaci di grandi cose e gesti d’amore; ma se ci lasciamo condurre dagli interessi ed affari personali, dalla fretta di raggiungere sempre mete più alte, certo non abbiamo tempo per pensare al bene che possiamo fare, guardandoci semplicemente intorno a noi, nelle nostra case, nei nostri condomini, nei nostri quartieri, nelle nostre città, nei nostri conventi e monasteri. Per essere un buon samaritano non è necessario viaggiare lungo le strade pericolose del nostro tempo, basta imboccare un corridoio di ospedale, un viale di una clinic di cura o più semplicemente il corridoio di un appartamento o di un monastero. Certamente in qualche stanza ci sarà qualcuno da sollevare dalle sue pene e sofferenze. E noi non possiamo chiudere gli occhi ed il cuore a queste istanze di tenerezza, di amore e di attenzione.
In sintonia con il Vangelo di oggi sia la prima che la seconda lettura di oggi. Testi che ci invitano alla riflessione e all’impegno concreto nella storia dell’uomo, facendo tesoro della Parola di Dio rivelata. Il nostro Dio è vicino all’umanità, fino a sacrificare il suo Figlio per noi sull’altare della Croce. Nella lettura del libro dell’Esodo, Mosé si pone come educatore per far capire al popolo di Dio la vera portata della rivelazioni di cui lui è depositario: “Mosè parlò al popolo dicendo: “Obbedirai alla voce del Signore tuo Dio, osservando i suoi comandi e i suoi decreti, scritti in questo libro della legge; e ti convertirai al Signore tuo Dio con tutto il cuore e con tutta l’anima. Questo comando che oggi ti ordino non è troppo alto per te, né troppo lontano da te. Non è nel cielo, perché tu dica: Chi salirà per noi in cielo, per prendercelo e farcelo udire sì che lo possiamo eseguire? Non è di là dal mare, perché tu dica: Chi attraverserà per noi il mare per prendercelo e farcelo udire sì che lo possiamo eseguire? Anzi, questa parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica”.
Il Verbo di Dio, l’Emmanuele, Dio con noi è davvero il Dio della vicinanza e della compagnia per l’umanità e dell’umanità incamminata verso la Gerusalemme celeste. E’ il Dio rivelato in Cristo e di cui Cristo è Figlio e parimenti principio e fine di tutte le cose, Colui nel quale ogni cosa sarà sintetizzata e ricapitolata, ovvero compresa e redenta. San Paolo apostolo nella brano della lettera ai Colossesi che ascoltiamo oggi mette in evidenza proprio questa centralità di Gesù Cristo nella storia della salvezza definitiva: Cristo Gesù è immagine del Dio invisibile generato prima di ogni creatura, poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potestà. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui. Egli è anche il capo del corpo, cioè della Chiesa; il principio, il primogenito di coloro che risuscitano dai morti, per ottenere il primato su tutte le cose. Perché piacque a Dio di fare abitare in lui ogni pienezza e per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose, rappacificando con il sangue della sua croce, cioè per mezzo di lui, le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli”.
Nuovamente il Crocifisso viene posto alla nostra attenzione e meditazione, perché da questo Figlio di Dio che si dona a noi possiamo attingere la forza ed il coraggio di donare noi agli altri, mediante gesti concreti di amore e carità.

Copyright ? No Grazie:
diffondete, stampate e utilizzate il contenuto di questo sito
Risoluzione: 1024 x768
Carattere: piccolo
Organizzazione: ACSMAM
Associazione Culturale Santa Maria Ai Monti