23/12/00 - Biblioteca dei Passionisti di Napoli - Inaugurazione della nuova sede

Intervento del Rev. Pancrazio Scanzano

P. Pancrazio legge il messaggio del Superiore Provinciale Stanislao Renzi (assente)

Rev. Pancrazio ScanzanoRelazione introduttiva
È un piacere per me salutare tutti voi convenuti, soprattutto voi titolari di istituzioni legate alla vita delle biblioteche, sia ecclesiastiche che statali.
Anche se questa nostra raccolta non ha oggi la consistenza originaria, come quella di altre più titolate, ha però un passato che ha fatto giungere molto lontano la sua vitalità.
Già i Pii Operai nel ‘600 e nel ‘700 raccolsero in questo convento libri e opere d’arte di grande livello, come del resto gli altri grandi istituti post-tridentini nella Napoli storica. Sfortunatamente questo, che fu un immenso patrimonio, oggi ha testimonianze impoverite dalle leggi post-unitarie del 1800, anche se non poco si è salvato nelle biblioteche nazionali.
Nel 1900 i Passionisti avviarono qui la loro biblioteca anche portando, come era prassi, da altri conventi un fondo iniziale. Poi lentamente si è costituita questa che inauguriamo questa sera, che ha ancora una sua unità risultante anche dalla vita passata di questa sede che è stata sinora prevalentemente di missionari e di giovani impegnati nei corsi istituzionali di teologia.
Questa funzionalità pastorale, unita alla preoccupazione di bene interpretare culturalmente il proprio tempo, è la premessa per comprendere una biblioteca conventuale, che non trascura nessuno degli aspetti veramente significativi del cammino storico della cultura.
Nel prossimi mesi avrò il piacere di inaugurare i primi due fondi antichi aperti al pubblico in due nostre case in provincia di Frosinone: Paliano e Ceccano. Poi sarà la volta di Sora e Falvaterra, sempre in provincia di Frosinone; un insieme di oltre 13.000 volumi antichi custoditi da 250 anni dai Passionisti.
Le attenzioni delle istituzioni regionali per una riserva così preziosa ci rende consapevoli di continuare un servizio importante: custodire un passato che è vivo ed è comune a tutti nella nazione, perché legato alle radici spirituali e culturali degli italiani e da sempre tutelato dalla chiesa.
I recenti accordi tra Stato e Chiesa sulla conservazione dei beni librari è il riconoscimento di questo ruolo storico delle case religiose ed è la formula, oggi felicemente attiva, con cui può salvarsi dal degrado e dal mercato un patrimonio unico per molti aspetti e ancora in parte inesplorato.
A conclusione di questo mio intervento, auguro a voi tutti un buon Natale e un felice anno nuovo.