La
sede
Il convento di S. Maria degli Angeli fu
un desiderio del Card. Cesare Baronio, sorano (1538-1607) per i
cappuccini. Sul portale della chiesa è incisa la data del
1601. Ma una lapide murata sulla stessa facciata sotto lo stemma
civico di Sora, reca la scritta: Has a fundamentis renovatis
sedes, annuente deo patre, fecit devotissima sorana civitas.
1610.
Le fonti storiche oratoriane attribuiscono al Baronio anche
la costruzione del convento. Così infatti affermano il
Marciano (1) e l’Alberici: suo sumptu (a sue spese) monasterium
a fundamentis erexit (2). Dalle fonti, invece, oltre
quell’iscrizione del 1610, appare più evidente l’iniziativa
della cittadinanza sorana nella costruzione del convento.
L"inventario" diocesano che parte dal 1612,
attribuisce il fabbricato ai cappuccini (3). Sembra comunque
convinzione pacifica tra gli storici l’iniziativa dell’ordine
e della città nel completamento dell’opera.
piccolo convento dei cappuccini era raccolto e austero. La
chiesa è la stessa, dominata dalla pala di Francesco
Vanni, di Siena (1563-1610). Questa bellissima tela, in basso,
tra le figure oranti di S. Francesco e S.ta Restituta, ci offre
la più antica veduta di Sora. I cappuccini rimasero in
questa sede fino alla soppressione napoleonica che con la legge
del 25 aprile 1810 fece chiudere i conventi. L’insistenza dei
sorani per riaverli dopo l’occupazione francese non fu
accontentata. Sora, allora, si rivolse prima agli alcantarini ,
dopo ai passionisti che da tempo erano desiderati in
città. Ci volle la personalità del Vescovo
Giuseppe Montieri a convincere i figli di S. Paolo della Croce
di ridare vita al Convento di S. Maria degli Angeli.
Superiore Generale P. Antonio Testa, all’inizio del suo
lungo mandato, accettò la pressante offerta e il 6 marzo
1842 i passionisti fecero ingresso in Sora con una imponente
cerimonia civile e religiosa. La nuova comunità,
più numerosa di quella dei cappuccini, si stanziò
nell’antico convento aggiungendo al vecchio quadrilatero un
nuovo corpo di fabbrica e innalzando avanti alla facciata della
chiesa il nuovo coro su un portico robusto. Queste novità
diedero modo di utilizzare meglio gli ambienti, tra i quali,
ovviamente, la nuova biblioteca che, a quanto sembra ricavarsi
dai documenti, fu collocata proprio al fianco del coro, lato
Nord. Nel rapporto molto stretto che poi si instaurò tra
la città e i passionisti, si distinsero religiosi che
furono pubblico riferimento spirituale, culturale e umanitario,
soprattutto nelle ore difficili.
P. Modesto Panizzi (Genova 1813-Sora 1882), P. Raimondo
Scannerini (Pistoia 1816-Sora 1893 ), P. Raimondo Terribile (Sora
1825-Corneto 1899), ( P. Francesco Iannucci (Falvaterra
1872-Sora 1951). Per una conoscenza più articolata della
storia del convento cfr. P. Filippo della Sacra Famiglia, Presenza
e testimonianza degli ordini e congregazioni religiose a Sora. Casamari
1974. id. nel primo centenario dei PP. Passionisti in Sora. Sora,
D’Amico, 1942. Gaetano Squilla, I Passionisti a Sora. Un
centenario religioso. L’Osservatore Romano, 11.03.1942. |
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