Pagina prelevata dal libro ...

I PASSIONISTI A SORA: 150 anni di testimonianze culturali e spirituali, 1842-1992; Catalogo dell'esposizione "I segni di una presenza" di Padre COSTANTINO G. COMPARELLI, Edizione del 1993

Il patrimonio librario dei primi Passionisti

I Passionisti dalle origini, dalla metà del '700 fino al 1810, legati dalle Regole ad una strettissima povertà, non possedevano grandi biblioteche, ma successivamente, in seguito a donazioni di ecclesiastici e di benefattori, costituirono in ogni sede un discreto patrimonio librario che in gran parte è ancora possibile rintracciare, nonostante le gravi perdite dovute alle due soppressioni del secolo scorso e ai danni dell'ultima guerra. 
Le sezioni più nutrite
riguardano i commenti alla Sacra Scrittura, i Padri, la storia ecclesiastica, il diritto canonico, la dogmatica, la morale, l'agiografia, la spiritualità, la filosofia e i cosiddetti <<predicabili>>: con questa parola si intendevano i testi utili alla predicazione. Ma non mancano abbondanti titoli di letteratura, scienze naturali, matematica, medicina, ecc.
Numerose sono le edizioni cinquecentine, molte di esse provengono dal soppresso Ritiro dell'Aquila, fondato nel 1830, già sede, dal '400 al '700, dei Benedettini Olivetani, con una biblioteca dotata di testi patristici e umanistici.
Nonostante l'esclusivo orientamento alla predicazione per gli ecclesiastici e per il popolo, nelle biblioteche passioniste venivano conservati e letti anche argomenti di più ampio interesse e, già dalla fine del '700 e agli inizi dell'800, si comincia a sentire l'esigenza di acquisti nuovi e mirati. 
Questi nuovi testi portano sul frontespizio l'espressione: «ex dono...» col nome del donatore o del superiore maggiore. A volte è scritto: «comprato a...» come per esempio i volumi del filosofo Roselli, stampati a Roma nel 1777 risultano comprati a Napoli da qualche comunità, nel 1814. Nell'atto di spedire una cassa di libri da Roma all'apertura del Ritiro di Caserta, il superiore generale P. Testa si scusa di mettere solo i libri più essenziali e raccomanda al superiore P. Abisati di fare acquisti a Napoli dove i libri costavano meno che a Roma.
Nel corso dell'800 gli incrementi delle biblioteche si strinsero sempre più intorno alle esigenze del consumo interno, opere di dogmatica, morale, agiografia, spiritualità, oratoria sacra, in edizioni economiche, spesso senza rilegatura perché, a questo riguardo, funzionavano nei conventi passionisti laboratori di restauro delle edizioni antiche e rilegatura delle moderne. Il laboratorio più noto è stato attivo a Paliano col fratello laico Angelo Maceroni (1869) iniziando a raccogliere e rilegare anche i manoscritti dei primi predicatori passionisti, i cui testi erano in parte ancora utilizzati. In questi anni risultano scelti e rilegati, per esempio, i testi del P. Pichi, del P. Antonaroli, del P. Amalberti e del Beato Domenico Barberi, autografi o ricopiati, alcuni dei quali sono qui esposti.

www.passionisti.org
un sito web della Famiglia Passionista