I Passionisti dalle origini, dalla
metà del '700 fino al 1810, legati dalle Regole ad una
strettissima povertà, non possedevano grandi biblioteche, ma
successivamente, in seguito a donazioni di ecclesiastici e di
benefattori, costituirono in ogni sede un discreto patrimonio librario
che in gran parte è ancora possibile rintracciare, nonostante le
gravi perdite dovute alle due soppressioni del secolo scorso e ai danni
dell'ultima guerra.
Le sezioni più nutrite riguardano i commenti
alla Sacra Scrittura, i Padri, la storia ecclesiastica, il diritto
canonico, la dogmatica, la morale, l'agiografia, la spiritualità,
la filosofia e i cosiddetti <<predicabili>>: con questa
parola si intendevano i testi utili alla predicazione. Ma non mancano abbondanti titoli
di letteratura, scienze naturali, matematica, medicina, ecc.
Numerose sono le edizioni cinquecentine, molte di esse provengono dal soppresso Ritiro
dell'Aquila, fondato nel 1830, già sede, dal '400 al '700, dei
Benedettini Olivetani, con una biblioteca dotata di testi patristici e
umanistici.
Nonostante l'esclusivo
orientamento alla predicazione per gli ecclesiastici e per il popolo,
nelle biblioteche passioniste venivano conservati e letti anche
argomenti di più ampio interesse e, già dalla fine del
'700 e agli inizi dell'800, si comincia a sentire l'esigenza di acquisti
nuovi e mirati.
Questi nuovi testi portano sul frontespizio
l'espressione: «ex dono...» col nome del donatore o del superiore
maggiore. A volte è scritto: «comprato a...» come per esempio
i volumi del filosofo Roselli, stampati a Roma nel 1777 risultano
comprati a Napoli da qualche comunità, nel 1814. Nell'atto di
spedire una cassa di libri da Roma all'apertura del Ritiro di Caserta,
il superiore generale P. Testa si scusa di mettere solo i libri
più essenziali e raccomanda al superiore P. Abisati di fare
acquisti a Napoli dove i libri costavano meno che a Roma.
Nel corso dell'800 gli incrementi
delle biblioteche si strinsero sempre più intorno alle esigenze
del consumo interno, opere di dogmatica, morale, agiografia,
spiritualità, oratoria sacra, in edizioni economiche, spesso
senza rilegatura perché, a questo riguardo, funzionavano nei conventi
passionisti laboratori di restauro delle edizioni antiche e rilegatura
delle moderne. Il laboratorio più noto è stato attivo a
Paliano col fratello laico Angelo Maceroni (1869) iniziando a
raccogliere e rilegare anche i manoscritti dei primi predicatori
passionisti, i cui testi erano in parte ancora utilizzati. In questi
anni risultano scelti e rilegati, per esempio, i testi del P. Pichi, del
P. Antonaroli, del P. Amalberti e del Beato Domenico Barberi, autografi
o ricopiati, alcuni dei quali sono qui esposti.
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