L'EREDITA' DEL PASSATO RICHIAMO AL
PRESENTE
Una mostra di opere d'arte del
passato è occasione, sempre, di riscoperte, poiché quanto viene
esposto non solo esce dall'oblio del tempo ma permette al visitatore di
fruire, a suo arricchimento culturale, la bellezza e la longevità
delle medesime e molte volte permette di ritrovare opere di cui si era
persa memoria.
Fin dal lontano 1954, a Sora, non
si è tenuta più alcuna manifestazione del genere, quando
nell'ambito della Settimana Liturgica fu allestita una Mostra d'Arte
Sacra che rese visibile opere d'arte minore (argenterie, paramenti e
altro arredo liturgico) poco conosciute, o sconosciute del tutto, che
sono patrimonio di questo territorio e di cui, purtroppo, il più
oggi è scomparso.
E' questo patrimonio,
eredità del passato, che manifesta l'intento delle precedenti
generazioni di fedeli di testimoniare la loro fede anche attraverso la
committenza artistica a servizio del culto in genere.
Ora l'occasione dei 150 anni della
presenza dei PP. Passionisti a Sora ripropone all'attenzione di tutti,
attraverso la esposizione che è stata allestita, questo
patrimonio di arte di indiscutibile valore, e il cammino religioso e
culturale che questo nostro territorio, a confine del Regno di Napoli e
lo Stato Pontificio, ha compiuto sotto le influenze artistiche delle due
capitali: Napoli e Roma.
La mostra attuale, con il suo
materiale di quadri, sculture, archivistico e bibliografico, arredi di
culto e oggetti di vita quotidiana, stampe devozionali e artistiche,
presenta una gamma non comune di ricerca, anche se non la esaurisce, e
mette in luce l'intento di chi l'ha curata in prima persona cioè
il voler sottolineare principalmente la vita quotidiana di un Ritiro
passionista nell'impegno dei suoi religiosi.
E' una mostra curata con profonda
competenza e scaturita dalla iniziativa di raccogliere con grande
passione, tenacia e generosità, quanto di artistico e di raro si
è salvato da dispersioni, manomissioni e distruzioni, perché
quanto viene esposto rappresenta non solo il succedersi di quasi due
secoli di storia della presenza dei figli di S. Paolo della Croce in
Ciociaria ma soprattutto l'impegno pastorale e culturale da essi svolto,
attraverso la predicazione e gli scritti, per la inculturazione del
popolo.
Tra le cose esposte fanno bella
mostra di sé alcuni arredi liturgici provenienti dalla soppressa
Cappella reale della Reggia di Caserta, dove i Passionisti svolsero la
funzione di cappellani durante il regno borbonico fino all'unità
d'Italia, e che dopo tale data trasferirono in alcuni loro conventi
ciociari. Arredi che mostrano il gusto e la munificenza dei re di Napoli
e nel medesimo tempo danno atto dell'impegno svolto dai padri nel
salvaguardare quel patrimonio liturgico da dispersioni o distruzioni.
Certo la Mostra poteva essere
occasione per una più completa ed estesa esposizione di opere
d'arte, specialmente quadri e statue, che avrebbero permesso una
più ampia conoscenza del patrimonio artistico conservato nelle
chiese e conventi dell'ordine, anche in considerazione che detti edifici
provengono, in maggioranza, da altre esperienze religiose, specialmente
cappuccine, come di fatto è il Convento di Sora, dando
così la possibilità di mostrare l'iter tematico della
committenza artistica.
Ci si augura che la presente
realizzazione sia di stimolo ad altre iniziative del genere, a
più ampio respiro, con la partecipazione e il contributo di
quanti operano nella valorizzazione del territorio, valorizzazione che
non può prescindere dalle testimonianze del passato che sono la
radice di ogni cultura.
Sac. Vincenzo Tavernese
Presidente Commissione Diocesana
Beni Culturali