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I PASSIONISTI A SORA: 150 anni di testimonianze culturali e spirituali, 1842-1992; Catalogo dell'esposizione "I segni di una presenza" di Padre COSTANTINO G. COMPARELLI, Edizione del 1993

Discorso del Sac. Vincenzo Tavernese, 
Presidente Commissione Diocesana Beni Culturali

L'EREDITA' DEL PASSATO RICHIAMO AL PRESENTE
Una mostra di opere d'arte del passato è occasione, sempre, di riscoperte, poiché quanto viene esposto non solo esce dall'oblio del tempo ma permette al visitatore di fruire, a suo arricchimento culturale, la bellezza e la longevità delle medesime e molte volte permette di ritrovare opere di cui si era persa memoria.
Fin dal lontano 1954, a Sora, non si è tenuta più alcuna manifestazione del genere, quando nell'ambito della Settimana Liturgica fu allestita una Mostra d'Arte Sacra che rese visibile opere d'arte minore (argenterie, paramenti e altro arredo liturgico) poco conosciute, o sconosciute del tutto, che sono patrimonio di questo territorio e di cui, purtroppo, il più oggi è scomparso.
E' questo patrimonio, eredità del passato, che manifesta l'intento delle precedenti generazioni di fedeli di testimoniare la loro fede anche attraverso la committenza artistica a servizio del culto in genere.
Ora l'occasione dei 150 anni della presenza dei PP. Passionisti a Sora ripropone all'attenzione di tutti, attraverso la esposizione che è stata allestita, questo patrimonio di arte di indiscutibile valore, e il cammino religioso e culturale che questo nostro territorio, a confine del Regno di Napoli e lo Stato Pontificio, ha compiuto sotto le influenze artistiche delle due capitali: Napoli e Roma.
La mostra attuale, con il suo materiale di quadri, sculture, archivistico e bibliografico, arredi di culto e oggetti di vita quotidiana, stampe devozionali e artistiche, presenta una gamma non comune di ricerca, anche se non la esaurisce, e mette in luce l'intento di chi l'ha curata in prima persona cioè il voler sottolineare principalmente la vita quotidiana di un Ritiro passionista nell'impegno dei suoi religiosi.
E' una mostra curata con profonda competenza e scaturita dalla iniziativa di raccogliere con grande passione, tenacia e generosità, quanto di artistico e di raro si è salvato da dispersioni, manomissioni e distruzioni, perché quanto viene esposto rappresenta non solo il succedersi di quasi due secoli di storia della presenza dei figli di S. Paolo della Croce in Ciociaria ma soprattutto l'impegno pastorale e culturale da essi svolto, attraverso la predicazione e gli scritti, per la inculturazione del popolo.
Tra le cose esposte fanno bella mostra di sé alcuni arredi liturgici provenienti dalla soppressa Cappella reale della Reggia di Caserta, dove i Passionisti svolsero la funzione di cappellani durante il regno borbonico fino all'unità d'Italia, e che dopo tale data trasferirono in alcuni loro conventi ciociari. Arredi che mostrano il gusto e la munificenza dei re di Napoli e nel medesimo tempo danno atto dell'impegno svolto dai padri nel salvaguardare quel patrimonio liturgico da dispersioni o distruzioni.
Certo la Mostra poteva essere occasione per una più completa ed estesa esposizione di opere d'arte, specialmente quadri e statue, che avrebbero permesso una più ampia conoscenza del patrimonio artistico conservato nelle chiese e conventi dell'ordine, anche in considerazione che detti edifici provengono, in maggioranza, da altre esperienze religiose, specialmente cappuccine, come di fatto è il Convento di Sora, dando così la possibilità di mostrare l'iter tematico della committenza artistica.
Ci si augura che la presente realizzazione sia di stimolo ad altre iniziative del genere, a più ampio respiro, con la partecipazione e il contributo di quanti operano nella valorizzazione del territorio, valorizzazione che non può prescindere dalle testimonianze del passato che sono la radice di ogni cultura.

Sac. Vincenzo Tavernese
Presidente Commissione Diocesana Beni Culturali

www.passionisti.org
un sito web della Famiglia Passionista