No a qualsiasi
guerra. Sì alla pace che nasce dal dialogo.
Comunicato
stampa del 13 settembre 2002
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Diocesi di Sessa Aurunca
Uff. comunicazioni sociali; Uff. pastorale del turismo
Direttore: padre Antonio Rungi
Tel. 0823978314; Cell. 338/6474243
Convertite le fabbriche di
ordigni militari in fabbriche di generi alimentari
Appello del teologo moralista, padre Antonio Rungi
"La guerra non è mai soluzione migliore per risolvere le
questioni politiche internazionali e meno lo è in questo preciso
momento storico dell’umanità. Qualsiasi intervento militare
soprattutto nelle aree calde del mondo contemporaneo potrebbe
determinare una reazione a catena più che della stessa bomba
nucleare contro la quale si pensa di marciare", è quanto
scrive padre Antonio Rungi, teologo moralista, ai responsabili
delle nazioni, in una lettera inviata all'ONU.
"Di fronte alle nuove minacce che vengono da varie
parti del mondo all’intera umanità la strategia migliore da
adottare è la via diplomatica e politica, ma soprattutto il
dialogo tra le parti. Penso –prosegue il teologo Rungi- che
qualsiasi popolo al mondo è mosso dal desiderio di pace e nessun
uomo al mondo desidera profondamente la guerra. Se guerre ci sono
state e guerre, purtroppo, ci saranno ciò è dovuto
esclusivamente all’incapacità dei contendenti di confrontarsi
su fatti veri, pregiudizialmente posti ognuno nei confronti dell’altro.
Nel caso specifico della minaccia che verrebbe dall’Iraq a causa
di una situazione politica locale, non è con l’intervento
armato che si risolve il problema della mancanza della democrazia
in questo Paese. Già una precedente esperienza su questo fronte
è fallita, Avventurarsi in una nuova guerra, dai rivolti
imprevedibili oggi, è davvero imprudente".
Da qui l’invito del teologo moralista campano, membro della
commissione nazionale giustizia e pace dei padri passionisti, che
hanno una loro rappresentanza all'ONU come ONG, di
"attivare tutti quei meccanismi diplomatici per convincere
Saddam Hussein a fare entrare gli ispettori ONU per verificare il
suo operato nel campo militare e umanitario. Vie diplomatiche che
possono essere più efficaci di un intervento militare anche se
sotto l’egida dell'ONU, peggio se fosse esclusiva opera dell’America.
Se è minaccia per l’umanità il dittatore Saddam Hussein,
perché sta costruendo la bomba atomica, lo sono nel mondo anche
tutti i responsabili di quei Paesi che già possiedono questi
ordigni distruttivi di massa e su cui nessun più è disponibile a
scommettere. Tutti gli armamenti nucleari in qualsiasi Paese al
mondo devono essere smantellati completamente. E’ questa la
sfida –conclude padre Rungi- che l'ONU deve accogliere e che
viene come richiesta incessante dei popoli. E solo in questo
quadro di riferimento complessivo che è possibile ipotizzare un
eventuale intervento armato in quei Paesi che non vogliono
adeguarsi alle risoluzioni delle Nazioni Unite su disarmo
nucleare".
Ed un invito a tutti i potenti della terra da parte del
teologo Rungi: "Convertite le fabbriche di ordigni militari e
distruttive di massa in fabbriche di generi alimentari e luoghi di
cultura e promozione di ogni persona".
Sessa Aurunca 13/09/2002, Ore
11.30 L’Addetto
Stampa
Padre Antonio Rungi
antonio.rungi@tin.it
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