Comunicato stampa
«Il decalogo del giudice retto», secondo il teologo Antonio
Rungi
Una sintesi dell’insegnamento cristiano in materia di giustizia
Si ispira al messaggio cristiano ed in pratica è una sintesi
della teologia morale "il decalogo del giudice retto",
elaborato dal teologo moralista campano, padre Antonio Rungi,
illustrato da padre Rungi agli studenti della scuola di teologia
per laici di Sessa Aurunca (Ce).
I punti cardini di questo "decalogo" sono espressi in
altrettanti "consigli e suggerimenti –afferma padre Rungi-
per ben operare nel delicato campo dell’esercizio della
giustizia umana".
1. Considerare sempre e comunque la dignità della
persona umana e rispettarla per se stessa, al di là della
provenienza, dei fattori culturali, socio-religiosi e
istituzionali.
2. Saper sempre ascoltare con disponibilità interiore
le parti in causa, senza privilegiare la posizione dell’una
verso l’altra.
3. Cercare pazientemente la verità a costo di qualsiasi
sacrificio di forze ed energie da parte chi è deputato a
decidere.
4. Non fare mai preferenze di persone per qualsiasi
motivo al mondo.
5. Giudicare con serenità l’operato dei singoli o dei
gruppi nel pieno rispetto dei dati in proprio possesso.
6. Giudicare con celerità persone e gruppi, affinché
possano essere certi del giudizio espresso ed eventualmente
ricorrere in altre sedi.
7. Mantenere il segreto d’ufficio evitando di esporre
a facili giudizi di piazza persone di qualsiasi rango sociale.
8. Valutare la persona in ragione alla sua storia
personale e al contesto sociale nel quale ha potuto agire in modo
errato.
9. Presumere sempre la sincera volontà del recupero
individuale della persona che ha sbagliato e la pena sia
commisurata al delitto commesso.
10. Ristabilire sempre e comunque la giustizia nei vari
gradi di giudizio ed ogni giudice sia soggetto alla legge e alla
propria coscienza.
"Nel quadro generale dei tanti problemi che presenta la
giustizia non solo in Italia ma in altre parte del mondo –conclude
padre Rungi- avere dei punti fermi entro i quali muoversi per
cercare di sbagliare di meno è importante per ridare credibilità
alla giustizia che sempre più presenta il volto della
globalizzazione".
Mondragone