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Pentecoste, Cresima e testimoni coraggiosi della fede oggi
Domenica 19 maggio 2002, Solennità della Pentecoste

In prossimità della Pentecoste e nei giorni successivi ad essa, in ogni Diocesi nel mondo e soprattutto in Italia i Vescovi o loro delegati amministrano la Cresima a giovani, meno giovani ed adolescenti.

Al sacramento si giunge più o meno preparati attraverso corsi di formazione catechetica e spirituale, ai quali non tutti i candidati partecipano con disponibilità. Ogni regola ha la sua eccezione. E così anche per il Sacramento della Cresima, molti sono quelli che la Cresima la ricevano con la dovuta predisposizione interiore e con un’appropriata preparazione. Questa varia da Diocesi a Diocesi, da zona a zona e da parrocchia a parrocchia. La normativa c’è in merito sia a livello di conferenze episcopali nazionali e sia a livello o regionali. Ma chi l’osserva?

Alcuni ritengono superfluo frequentare i corsi di preparazione, perché, a loro giudizio, non predispongono alla testimonianza e all’impegno da perfetti cristiani nel dopo, in quanto i corsi sono finalizzati alla preparazione immediata.

E allora si riceve il Sacramento perché sono imminenti le nozze in Chiesa, oppure perché si è ormai avanti negli anni, oppure semplicemente perché bisogna "togliersi il pensiero", come spesso si sente dire tra i credenti.

La Cresima non è un pensiero o una preoccupazione o un appuntamento con la storia personale di cristiani che bisogna togliersi nel modo meno faticoso possibile; ma è un’esigenza spirituale, sacramentale, interiore senza la quale noi siamo cristiani, per così dire "dimezzati", perché non completi nella consacrazione a Dio, né completi nella ricezione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana.

Si tratta –dicevo- di un’esigenza, che chi l’avverte come tale si prepara nel mondo migliore e cosa più importante la vive sempre già all’indomani della ricezione del sacramento.

Vivere il sacramento della Cresima è un fatto importante, perché si tratta di testimoniare la fede in ogni situazione ed in ogni attività; si tratta pure di annunciare le fede con il coraggio di essere cristiani oggi, in un mondo difficile da interpretare e sempre più ostile al messaggio cristiano.

Ma la Cresima, stando ai dati di fatto, considerati la scarsa preparazione dei cristiani e soprattutto il relativo e limitato impegno di essi in ogni ambito (da quello familiare a quello scolastico, da quello sociale a quello politico, da quello economico a quello della comunicazione) rimane ancora oggi un "sacramento dimenticato e poco vissuto" dalla stragrande maggioranza di chi l’ha ricevuto.

Si è cresimati come si è battezzati. Cioè solo nei rispettivi registri parrocchiali, dove si viene iscritti all’anagrafe con il titolo di cristiano che lo accredita come tale solo sulla carta, ma poco nei fatti.

E’ bene ribadire che ci sono eccezioni che fanno la storia della santità nella Chiesa, della vera testimonianza fino al martirio che i cristiani autentici, quelli guidati dallo Spirito Santo, sanno vivere fino in fondo senza scendere a compressi con la propria coscienza e mai svendendo la propria fede davanti al mondo.

Di questi testimoni fedeli a Cristo fino alla morte, la Chiesa cattolica propone alla nostra attenzione non solo i numerosi santi e beati elevati agli onori degli altari, ma anche i santi che non hanno fatto né fanno rumore e che sono annoverati per la loro bontà alla schiera immensa dei salvati.

Padri, madri, figli, vecchi, giovani, bambini, Papi, Vescovi, sacerdoti, religiosi la schiera di costoro che hanno combattuto la buona battaglia ed hanno conservato la fede fino in fondo, è la concreta risposta di come ognuno, rendendosi docile all’azione dello Spirito santo, possa giungere ai più alti gradi della santità.

In questa settimana vi sovviene alla mente la testimonianza di una santa mistica Gemma Galgani, la cui festa liturgica ricorre il 16 maggio.

A leggere la sua vita, si comprende perfettamente che l’azione dello Spirito Santo in lei è stata efficace, anche perché ha trovato in questa giovane donna la piena disponibilità a lasciarsi modellare secondo Gesù Cristo e questi Crocifisso. La sua spiritualità è tutta passiologica, nel senso che la sua breve esistenza terrena si concentrata nel fissare il Volto del Cristo Sofferente. Nella mistica della Croce ha assaporato anche lei il dono delle stimmate, come Francesco d’Assisi, padre Pio da Pietrelcina ed altri.

Nata nel 1878 presso Lucca, Gemma fin da bambina si applicò a meditare la Passione di Gesù Cristo, conducendo una vita di illibati costumi. Rimasta orfana ed accolta in casa Giannini a Lucca, si consacrò a Dio con voto di verginità ed attese alacremente a percorrere la via della perfezione evangelica. Fu animata da singolare devozione verso l’Eucaristia e verso Gesù Crocifisso e fu favorita di speciali carismi. Offrì se stessa per la conversione dei peccatori. Si distinse come straordinario esemplare di santità in mezzo al mondo. Morì nel giorno di Sabato santo a Lucca l’11 aprile 1903.

Pur desiderando di entrare in monastero, Gemma visse sempre la sua vita in mezzo al mondo portando il profumo di quei sette doni dello Spirito Santo, ricevuti nel giorno della Cresima: Sapienza, Intelletto, Consiglio, Fortezza, Scienza, Pietà e Timor di Dio.

"La Chiesa professa la sua fede nello Spirito Santo come colui che è Signore e dà la vita", ci ricorda il Santo Padre, Giovanni Paolo II, nella stupenda Enciclica "Donum et vivificantem" sullo Spirito Santo nella vita della Chiesa e del mondo, promulgata nel giorno della Pentecoste, il 18 maggio 1986.

C’è da chiedersi, quali di questi doni sono vivi ed operativi nella nostra struttura spirituale, etica ed umana? Considerato che i "frutti dello Spirito" sono amore, pace, gioia, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé…(Cfr. Gal. 5,22), mi auguro che almeno qualcuno di questi frutti siano evidenti nella nostra vita. Frutti che derivano dall’infusione dello Spirito Santo nel giorno della Cresima, la nostra Pentecoste, e che il cattolico convinto, con l’essere docile allo Spirito, magari andando contro corrente, deve sapere testimoniare con coraggio in ogni circostanza.

Domenica 19 maggio 2002, Solennità della Pentecoste

Padre Antonio Rungi
antonio.rungi@tin.it

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