Fatima,
Giovanni Paolo II e la Pace
Lunedì
13 maggio 2002 - Festa della Madonna di Fatima
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Tre idee mi sostengono
in questa settimana nella riflessione che propongo ai nostri "visitatori":
-
la ricorrenza della
festa liturgica della Madonna di Fatima, il 13 maggio;
-
l’ottantaduesimo
compleanno di Giovanni Paolo II, il 18 maggio;
-
il raggiunto
accordo tra Israele e Palestina per liberare la Basilica della
Natività a Betlemme dopo circa 40 giorni di assedio,
in una sola parola, la
pace.
Tre tematiche
apparentemente distanti, non solo nel tempo e geograficamente tra loro,
ma in realtà profondamente legati da un filo sottile, invisibile, che
solo la fede riesce a scoprire: Quel filo sottile che è il progetto o
disegno di Dio, che si manifesta nel corso della storia dei singoli e in
quella di popoli interi.
Il 13 maggio del 1917,
nel pieno svolgimento della prima guerra mondiale, la Madonna appare a
tre pastorali nella Cova di Iria in Portogallo, per inviare, attraverso
questi semplici fanciulli messaggi di pace ad un mondo in guerra.
Preghiera, conversione e perdono furono le parole che la Madre del
Signore comunicò in modo misterioso all’umanità di allora.
Furono comunicati a
Francesco, Giacinta (oggi Beati in Paradiso) e a Lucia (ancora in vita)
tre importanti segreti per le sorti dell’umanità intera. Due di essi
furono svelati dagli stessi tragici eventi del tempo; il terzo, quello
che ha fatto preoccupare intere generazioni di uomini e credenti, è
stato svelato recentemente, proprio su disposizione del Santo Padre
Giovanni Paolo II. La Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, in
un documento ufficiale ne ha dato l’esatta interpretazione. Per cui,
non c’è da attendere altra spiegazione del terzo segreto. Anche
questo è stato svelato dagli avvenimenti degli ultimi decenni.
E qual è stato lo svelamento del terzo segreto: l’attentato al Papa
Giovanni Paolo II, che come tutti ricordano fu perpetrato ai suoi danni
il 13 maggio 1981. Secondo quanto lo stesso Sommo Pontefice ha
interpretato, da quell’attentato egli fu salvato dalla mano potente
della Madre di Gesù, venerata sotto il titolo della Madonna di Fatima,
proprio nel giorno dedicato a Lei. Tanto è vero che il proiettile, che
deviò, per intervento divino e che non colpì a morte il Santo Padre,
è stato incastonato tra le pietre preziose della corona della statua
originale della Madonna di Fatima.
Circostanze casuali o disegni di Dio? Sicuramente un disegno di Dio
manifestato nel corso degli anni con eventi e fatti, non privi di
espressione della cattiveria umana e dell’azione del Maligno.
A Fatima ci sono stato
in ritiro spirituale in occasione del primo incontro internazionale di
tutti i sacerdoti del mondo in preparazione all’anno santo del 2000.
Fu un’esperienza spirituale bellissima ed intensissima per un’intera
settimana. Quei luoghi della memoria storica dell’apparizione della
Madonna, quella piccola-grande cappella che conserva gelosamente il
posto dell’apparizione, segnato dalla presenza della bellissima icona
della Vergine Santa, erano costanti inviti alla preghiera per la pace
nel mondo, un appello continuo alla conversione, un forte richiamo a
guardare avanti nel segno della speranza.
E’ vero che in ogni
luogo della terra è possibile adorare Dio e venerare Maria. Ma ci sono
luoghi in cui tocchi con mano "il miracolo della fede". Quella
fede che riesce a trasformare piccoli sobborghi in centri di
spiritualità mondiale. In questi luoghi i pellegrini di tutto il mondo
giungono con il segreto desiderio di attingere forza e coraggio nella
dura battaglia dell’esistenza.
Fatina è tra questi luoghi mariani, centri di spiritualità profonda,
che costituiscono su un piano esperienziale mezzi per andare avanti con
più carica spirituale verso Dio.
Non voglio "mitizzare" questo luogo né tanti altri nel mondo.
Ma i santuari hanno un loro valore ed hanno un loro significato
spirituale. Il pensiero di Fatima, con tutta la carica interiore e
spirituale che esso rappresenta per noi cattolici, ci sollecita a
rivedere la nostra vita nell’ottica della pace, della riconciliazione,
della preghiera e del perdono.
Fatima, città della pace, dove da circa un secolo si prega la Vergine
Santa soprattutto per la Pace.
Da una città all’altra.
Ed il mio pensiero giunge fino a Gerusalemme, città della pace, dove
pace non c’è da sempre e dove si lavora per costruire, tutti insieme,
un tempo di pace per i popoli che l’abitano.
Nei giorni scorsi gli
occhi del mondo e della cristianità erano fissati sulla Basilica della
Natività occupata da alcuni palestinesi e contestualmente assediata
dalle truppe israeliane. Scene di ordinaria follia del genere umano, che
vorremmo che non si ripetessero più non solo nella "Terra di Gesù",
ma in ogni angolo del Globo terrestre, ancora oggi segnato da tanti
focolai di guerra. Guerre ideologiche, guerre di religione, guerre
soprattutto per motivi economici e di presunta superiorità di un popolo
o di una civiltà rispetto ad un’altra.
In un mondo reso di
fatto un villaggio globale non c’è più spazio per coltivare progetti
limitati di pace. E’ necessario tendersi una mano e gettare ponti di
solidarietà, gli unici che possono assicurare un vero periodo di pace e
di stabilità per tutta l’umanità.
Non solo nei nostri
occhi rimangono scolpite le immagini dell’attentato del Papa in Piazza
San Pietro in quel tragico 13 maggio 1981, ma anche le immagini di tante
guerre locali o zonali che si sono combattute e si combattono in ragione
di farneticanti discorsi, di tanti efferati crimini, di tante violenze
soprattutto su persone innocenti. Restano ugualmente nitide nella nostra
mente le immagini terribili ed angoscianti delle Torri gemelle di New
York dell’11 settembre scorso, ma anche quelle della Guerra in
Afghanistan, della morte per fame di milioni di persone in ogni angolo
del mondo.
Terrorismo, guerre
civili, lotte politiche all’interno ed all’esterno degli Stati sono
continui richiami ad una realtà che stenta a decollare nella direzione
della pace, della reciproca tolleranza e della solidarietà.
Unire in questa
settimana tre nomi: Fatima, Giovanni Paolo II e la Pace è un modo
immediato per dire a noi stessi che insieme è possibile lavorare per la
pace, anche mediante la rete telematica "Internet", che nata
nell’ambito militare può essere uno strumento di pace a livello
globale. Basta curare anche qui attraverso la rete infiniti di messaggi
progetti di pace e di autentica solidarietà.
Affidiamo alla Madonna
di Fatima questo anelito di pace di quanti hanno a cuore davvero le
sorte di questa umanità in evidente difficoltà, smarrita da tanti
falsi ideali. Affidiamo alla Regina della Pace, mediante la preghiera
del Santo Padre, il Vicario di Cristo in terra, il successore do Pietro
ed il pastore della chiesa universale, la nostra incessante domanda di
Pace per il mondo intero.
Lunedì 13 maggio 2002,
Festa della Madonna di Fatima
Padre Antonio Rungi
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