Home Page passionisti.org

CONGREGAZIONE DELLA PASSIONE
Provincia Religiosa dell'Addolorata - DOL
(Basso Lazio, Campania e Vicariato in Brasile)
passionisti@passionisti.org
San Paolo della Croce, il nostro FONDATORE

 BENVENUTO nella FAMIGLIA PASSIONISTA

Entra nel FORUM "Celibato sacerdotale e abusi sessuali, con coraggio la Chiesa cattolica si interroga" --->>

altre sezioni di www.passionisti.org
Linea di divisione

Bacheca di p. Antonio Rungi

SCOPO di queste riflessioni:
- offrire un contributo settimanale di attualità;
- sollecitare discussioni ed approfondimenti.

<<--- Vai al SOMMARIO

 

La maternità e la paternità responsabile in un mondo che cambia
Mercoledì 8 Maggio 2002, Supplica alla Madonna di Pompei

Due le motivazioni di fondo che mi hanno suggerito di proporre ai nostri "visitatori" la tematica di questa settimana: la festa della mamma e la celebrazione del mese di maggio, dedicato alla Madonna.

La riflessione poteva limitarsi alla sola figura della donna-madre e non a quella dell’uomo-padre. Ho proferito abbinare le due realtà per un’esigenza educativa, nella quale è inscindibile il rapporto madre-padre e figli-genitori. In poche parole, la nostra attenzione va al cuore del problema di oggi: la famiglia. E sembra che la famiglia attraversi una profonda crisi di identità, perché è propria la donna-madre che non si riconosce più nella sua specificità.

Qualcuno potrebbe giustamente far risaltare gli enormi progressi che la donna ha fatto registrare, sotto la spinta dei movimenti femministi, negli ultimi decenni nei vari campi: dal sapere alla politica, dall’economia all’amministrazione. Tutto giusto, anzi fortemente in ritardo l’acquisizione di alcuni diritti fondamentali della persona, negati a lei per secoli e secoli ed ora divenuti realtà. Diritto al lavoro, all’istruzione, all’occupazione dei posti in politica, nella gestione delle imprese, nella pubblica amministrazione.
Conquiste che sanno di una rivoluzione al femminile di portata mondiale, ma che in realtà riguardano solo una parte del pianeta donna. Tutti conosciamo i molteplici diritti negati oggi alla donna in varie parti del mondo, dove religione, cultura, mentalità, tradizioni bloccano sul nascere ogni legittima aspirazione della donna a realizzare il suo progetto di vita. La schiavitù si coniuga sempre di più al femminile, forse molto di più rispetto al passato, se si considerano le reali difficoltà in cui la donna oggi si muove per poter affermarsi come persona umana.

In particolare questo dramma, lo si vive ogni qualvolta una donna aspiri ad una maternità. E allora, mentre nei paesi del progresso e benessere, che identifichiamo con la cultura occidentale, si limita il diritto alla maternità normale con leggi che favoriscono l’aborto, il ricorso alla fecondità assistita o alla maternità suppletiva. Nei paesi cosiddetti poveri del terzo e quarto mondo, la maternità è limitata al tempo della breve sopravvivenza dei figli concepiti in una molteplicità di concezione del matrimonio e della famiglia.

Nel primo quadro di riferimento, quello occidentale, la maternità risulta essere sempre più un peso ed un problema. Tanto è vero che è difficile, oggi, fare da madre ed essere una buona madre. Si preferisce allora abdicare, a demandare il compito ad altre istituzioni, altrettanto in difficoltà, come la scuola, i collegi. Le conseguenze sono davanti agli occhi di tutti: bambini, ragazzi, giovani ed ex-giovani irascibili, stressati, demotivati, scoraggiati, problematici, insoddisfatti, aggressivi, violenti, pure avendo tutto da un punto di vista materiale.

La paura del figlio porta le coppie alla convinzione di limitarsi al massimo nel discorso di apertura alla vita. La maternità e la paternità sono viste come un problema, mai come un desiderio ed una gioia. Spesso la coppia preferisce la convivenza , entro la quale non c’è spazio per la maternità e la paternità. E se dovesse capitare l’incidente di percorso si risolve diversamente la questione, senza porsi problemi morali e di coscienza di soppressione di una vita appena concepita.
La legge civile, infatti, in molti paesi ha decretato che la questione dell’interruzione volontaria della gravidanza è una questione esclusiva tra la donna ed il bambino, e mai tra la donna e il marito, immaginiamoci se si tratta del compagno del momento o del convivente. Con la conseguenza che la società occidentale invecchia sempre di più ed il mondo che ci attende sarà un mondo di soli vecchi. Con tutto il rispetto e l’amore che portiamo agli anziani, una simile prospettiva non può che causare "ansia" e preoccupazione per il futuro di interi popoli e culture.

Di fronte alla realtà, mica bisogna arrendersi per forza. Il cristiano è l’uomo della speranza anche in questo campo. Nel caso specifico si tratta di alimentare la speranza nel cuore delle mamme giovani, quelle che oggi hanno più paura di essere madri e di essere buone madri. A loro siamo particolarmente vicini non solo perché è l’annuale loro festa, ma soprattutto perché ogni mamma sta nel cuore di ciascuno. Essere vicini a loro significa portare quell’indispensabile contributo in umanità e in gioia per cui le mamme, insieme a loro mariti, possano e debbano essere più generose nell’accogliere la vita.

Certamente ogni maternità richiede sacrifici e rinunce. Ma come non rinunciare, magari anche temporaneamente ad un lavoro ed un reddito, per assaporare la gioia di un nuovo figlio, che rimane, comunque, una benedizione di Dio? I bambini, infatti, portano gioia nella famiglia e nella società, anche se la loro presenza pone dei grossi problemi nel nostro tempo. Saper amare i figli, fin dal momento del loro concepimento nel grembo materno, nel momento del parto e successivamente, in ogni attimo della loro esistenza è testimonianza di un amore grande, che solo chi ha sperimentato la maternità vera sa cogliere in essa la dimensione più arricchente per se e per gli altri: la dimensione della gioia e del sorriso della vita.

E allora? Auguri mamme italiane. Auguri mamme europee ed occidentali. Auguri speciali a tutte le mamme del mondo, soprattutto a quelle che non possono godersi fino in fondo il dono della maternità, perché privati immediatamente dei loro figli per fame, malattia e guerre fratricide.

Un augurio che trova la sua sorgente ed autenticità nel cuore della Madre di tutti, la Vergine Santa, la Madre di Dio e Madre nostra, alla quale destiniamo tutti i nostri pensieri e fioretti in questo mese di maggio dedicato a Lei, la Madre del bell’amore, la Madre della vita, la Madre dei risorti.

Mercoledì 8 Maggio 2002, Supplica alla Madonna di Pompei

Padre Antonio Rungi

INIZIO PAGINA

Linea inferiore

Copyright ? No Grazie diffondete, stampate e utilizzate il contenuto di questo sito;   Risoluzione 800 x 600; Carattere piccolo;
Organizzaz. ACSMAM Associazione Culturale S. Maria Ai Monti - Webmaster