Grande partecipazione di fedeli, soprattutto villeggianti di
origine napoletana, questa mattina, alle ore 8.00, alla
celebrazione della santa messa officiata da padre Antonio Rungi,
presso la chiesa delle Suore Stimmatine di Mondragone in occasione
della festa della Madonna del Carmine. Festa molto sentita e
partecipata dai devoti della Madonna Bruna, che registra fedeli in
ogni parte della Regione Campania.
Durante l’omelia, padre Antonio Rungi ha messo in risalto il
significato religioso della festa ed ha richiamato all’attenzione
dei fedeli presenti la storia ed il culto della Vergine del
Carmelo, con particolare attenzione alla consegna dello scapolare
ed al suo significato religioso e spirituale.
«La regina del Cielo –ha detto padre Antonio Rungi-
apparendo tutta raggiante di luce, il 16 luglio 1251, al vecchio
generale dell'Ordine Carmelitano, San Simone Stock, porgendogli
uno scapolare detto comunemente "Abitino" così gli
parlò: "Prendi figlio dilettissimo, prendi questo Scapolare
del tuo Ordine, segno distintivo della mia Confraternita,
privilegio a te e a tutti i Carmelitani. Chi morrà rivestito di
questo abito non soffrirà le pene dell’Inferno; questo è un
segno di salute, di salvezza nei pericoli, di alleanza di pace e
di patto sempiterno».
Detto questo la Vergine scomparve in un profumo di cielo,
lasciando nelle mani di Simone il pegno della sua grande promessa.
La Madonna , dunque –ha proseguito padre Rungi- con la sua
rivelazione, ha voluto dire che chiunque indosserà e porterà per
sempre l'Abitino, non solo sarà salvato eternamente ma sarà
anche difeso in vita dai pericoli. Non bisogna credere, tuttavia
– ha precisato padre Rungi- che la Madonna, con la sua grande
promessa voglia ingenerare nell'uomo l'intenzione di assicurarsi
il Paradiso, continuando più tranquillamente a peccare, o forse
la speranza di salvarsi anche privo di meriti, ma piuttosto che in
forza della sua Promessa, ella si adopera in maniera efficace per
la conversione del peccatore, che porta con fede e devozione
"l'Abitino" fino in punto di morte».
Il sacerdote, poi, ha ripercorso le tappe fondamentali della
storia della devozione alla Madonna del Carmine, dalla prima
esperienza del Profeta Elia, alla costituzione della prima
comunità di monaci oranti sul Monte Carmelo dopo l’anno Mille e
soprattutto della storia del celebre scapolare del Carmine.
«Nel Medioevo –ha ricordato il celebrante- molti cristiani
volevano legarsi agli Ordini religiosi allora fondati:
Francescani, Domenicani, Agostiniani, Carmelitani. Sorse un
laicato associato ad essi per mezzo delle Confraternite. Gli
ordini religiosi provvidero a dare ai laici un segno di
affiliazione e di partecipazione al loro spirito e apostolato.
Questo segno era costituito da una parte significativa dell'abito:
cappa, cordone, scapolare. Tra i Carmelitani si stabilì lo
scapolare, in forma ridotta, come espressione d'appartenenza
all'ordine e di condivisione della sua devozione mariana.
Ormai lo scapolare della Vergine del Carmine è un segno approvato
dalla Chiesa e proposto dall'Ordine Carmelitano come
manifestazione dell'amore di Maria per noi e come espressione di
fiducia filiale da parte nostra in Lei, di cui vogliamo imitare la
vita. Lo scapolare in origine era un grembiule che i monaci
indossavano sopra l'abito religioso durante il lavoro manuale. Col
tempo assunse il significato simbolico del voler portare la croce
di ogni giorno, come i veri seguaci di Gesù. In alcuni Ordini
religiosi, quale il Carmelo, divenne segno della decisione di
vivere la vita come servi di Cristo e di Maria. Lo scapolare
simboleggiò il vincolo speciale dei Carmelitani a Maria, Madre
del Signore, esprimendo la fiducia nella sua materna protezione e
il desiderio di seguire il suo esempio di donazione a Cristo e
agli altri. Si è così trasformato in un segno mariano per
eccellenza».