L’ultima catechesi l’ha fatta, attraverso la voce di monsignor Salvatore Boccaccio, vescovo di
Frosinone-Veroli-Ferentino, che presiedeva il rito funebre nel
Ritiro di San Sosio Martire in Falvaterra, dal silenzio irreale
della sua bara. E sono state parole dettate dal cuore e dalla
stima verso il caro defunto. Così padre Fausto La Montagna ci ha
lasciato definitivamente e le sue spoglie mortali sono state
tumulate, su richiesta insistente dei parenti e conto la volontà
dello stesso defunto, nel cimitero di Acerra (Na) sua terra natia.
I funerali, svoltisi nella Chiesa dei passionisti, lunedì 24
giugno 2002, con inizio alle ore 17,30, sono stati un momento di
intensa preghiera e riflessione, guidato dal Vescovo, che ha messo
in risalto gli aspetti teologici e dottrinale del mistero della
morte e soprattutto della morte di un sacerdote, per giunta un
religioso passionista.
A dare l’estremo saluto a padre Fausto La Montagna sono
arrivati numerosi sacerdoti passionisti, diocesani e da altri
luoghi evangelizzati dal noto missionario. Oltre cinquanta i
concelebranti, che insieme al Vescovo, al Superiore provinciale
dei passionisti, padre Stanislao Renzi, ai numerosi fedeli, giunti
da ogni parte e ad alcuni parenti, hanno pregato per l’anima
benedetta.
La morte di padre Fausto è sopraggiunta in breve tempo. Un
male incurabile, infatti, in pochi anni l’ha portato via da noi
per aprirgli le porte del Paradiso. Così padre Fausto della
Vergine Addolorata (al battesimo: Gennaro La Montagna), sacerdote
passionista, domenica pomeriggio, 23 giugno 2002, alla vigilia
della solennità di San Giovanni Battista, nella nostra Casa
religiosa di Falvaterra (Fr) ha lascito questa terra per volare al
cielo.
Era relativamente giovane padre Fausto. A novembre avrebbe
compiuto 62 anni. Era nato, infatti, ad Acerra (Na), nella Diocesi
di Acerra, il 6 novembre 1940 da Andrea e Carmela Manna. Tra i
passionisti entra nella Scuola Apostolica di Calvi Risorta (Ce) il
10 ottobre 1953. Indossa l’abito dei passionisti il 9 settembre
1959 ed inizia l’anno di noviziato a Falvaterra (Fr). Emette la
prima professione religiosa il 27 settembre 1960. Completati gli
studi filosofici e teologici viene ordinato sacerdote a Napoli il
6 aprile 1968. La sua vita di religioso passionista è stata tutta
incentrata sulla missionarietà. Sia nell’ufficio di consultore
all’Apostolato e sia in quello più volte svolto di superiore
locale, padre Fausto ha mantenuto sempre viva ed accesa la fiamma
della predicazione, interpretando in modo perfetto il carisma dell’Istituto
dei Passionisti, di cui andava fiero e ne era orgoglioso; di quel
santo orgoglio che rende grandi i cuori semplici. Persona
affabile, sempre disponibile al dialogo, aperto alla gioia ed alla
comunicazione fraterna, padre Fausto La Montagna è stato un punto
di riferimento importante nell’azione apostolica e missionaria
della Provincia religiosa dell’Addolorata negli ultimi decenni.
Superiore in varie case (Ceccano, Itri, Falvaterra) ha svolto il
suo ufficio sempre con carità e disponibilità verso i religiosi.
Persona generosa ed affabile per tutti trovava una parola di
incoraggiamento e di conforto. Forte della sua esperienza
missionaria che l’aveva portato a predicare il Vangelo della
Passione di Cristo in ogni parte della regione Campania e del
Lazio, ma anche oltre i confini territoriali della sua provincia
religiosa d’origine, ha investito sempre le migliori energie per
la causa del Vangelo e per la diffusione del regno di Dio tra gli
uomini del nostro tempo. Un apostolo instancabile che correva da
una parte all’altra per assicurare il servizio religioso a Paesi
interi e comunità parrocchiali. Tra l’altro ha svolto anche l’ufficio
di parroco, acquisendo una buona esperienza in questo settore.
Tantissime città, piccoli e grandi centri, innumerevoli
comunità parrocchiali hanno avuto la gioia di ascoltare la sua
parola, pronunciata con competenza e soprattutto con profonda
convinzione di fede. Il gioviale sacerdote che si conosceva al di
fuori dei momenti liturgici si trasformava in ministro dotto e
zelante della riconciliazione, dell’eucaristica e della Parola
di Dio, che donava abbondantemente alle comunità alle quali si
rivolgeva per la predicazione ordinaria e straordinaria, come
quelle delle missioni popolari. Questo dono singolare lo potè
espletare in modo più ampio e coinvolgente con l’assunzione
dell’Ufficio provinciale dell’Apostolato. Con lui le missioni
al popolo, in un momento di crisi e di passaggio epocale, anche
nella nostra provincia religiosa ripresero con più slancio la
loro attività. Tantissimi i suoi più stretti collaboratori nell’azione
missionaria a livello provinciale, molti dei quali giovani
studenti o sacerdoti passionisti, ma anche collaboratori esterni
laici e soprattutto religiose.
In poche parole, un degno missionario ed altrettanto degno figlio
di San Paolo della Croce.
Negli ultimi anni quando fu scoperta la grave malattia che lo
aveva toccato e minato nel fisico non si era mai abbattuto.
Guardava avanti con speranza e soprattutto con santa rassegnazione
alla volontà di Dio. Il Signore gli ha dato tempo e modo per
purificarsi completamente su questa terra, mediante la sofferenza
e il dolore, manifestatisi in modo drammatico ed eclatante in
varie circostanze degli ultimi tempi.
Ormai in una situazione di non ritorno, padre Fausto ha
lasciato questo mondo consumandosi lentamente nella piena
coscienza di sapere che i suoi giorni volgevano al termine e che
egli, come Paolo apostolo, avendo combattuto la buona battaglia ed
avendo conservato la fede, poteva sciogliere definitivamente le
vele ed andare incontro a Gesù, alla Madonna, alla quale era
particolarmente devoto, al suo santo Fondatore, Paolo della Croce,
su cui invito lasciò la sua amata famiglia, che gli è stata
sempre vicino, fino all’ultimo istante della sua vita, per
diventare passionista ed apostolo coraggioso del Vangelo della
Passione.