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Un grave lutto tra i passionisti. E’ morto il noto missionario, padre Fausto La Montagna, ad appena 61 anni.
di Antonio Rungi 25 giugno 2002

L’ultima catechesi l’ha fatta, attraverso la voce di monsignor Salvatore Boccaccio, vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino, che presiedeva il rito funebre nel Ritiro di San Sosio Martire in Falvaterra, dal silenzio irreale della sua bara. E sono state parole dettate dal cuore e dalla stima verso il caro defunto. Così padre Fausto La Montagna ci ha lasciato definitivamente e le sue spoglie mortali sono state tumulate, su richiesta insistente dei parenti e conto la volontà dello stesso defunto, nel cimitero di Acerra (Na) sua terra natia.

I funerali, svoltisi nella Chiesa dei passionisti, lunedì 24 giugno 2002, con inizio alle ore 17,30, sono stati un momento di intensa preghiera e riflessione, guidato dal Vescovo, che ha messo in risalto gli aspetti teologici e dottrinale del mistero della morte e soprattutto della morte di un sacerdote, per giunta un religioso passionista.

A dare l’estremo saluto a padre Fausto La Montagna sono arrivati numerosi sacerdoti passionisti, diocesani e da altri luoghi evangelizzati dal noto missionario. Oltre cinquanta i concelebranti, che insieme al Vescovo, al Superiore provinciale dei passionisti, padre Stanislao Renzi, ai numerosi fedeli, giunti da ogni parte e ad alcuni parenti, hanno pregato per l’anima benedetta.

Padre Fausto La MontagnaLa morte di padre Fausto è sopraggiunta in breve tempo. Un male incurabile, infatti, in pochi anni l’ha portato via da noi per aprirgli le porte del Paradiso. Così padre Fausto della Vergine Addolorata (al battesimo: Gennaro La Montagna), sacerdote passionista, domenica pomeriggio, 23 giugno 2002, alla vigilia della solennità di San Giovanni Battista, nella nostra Casa religiosa di Falvaterra (Fr) ha lascito questa terra per volare al cielo.

Era relativamente giovane padre Fausto. A novembre avrebbe compiuto 62 anni. Era nato, infatti, ad Acerra (Na), nella Diocesi di Acerra, il 6 novembre 1940 da Andrea e Carmela Manna. Tra i passionisti entra nella Scuola Apostolica di Calvi Risorta (Ce) il 10 ottobre 1953. Indossa l’abito dei passionisti il 9 settembre 1959 ed inizia l’anno di noviziato a Falvaterra (Fr). Emette la prima professione religiosa il 27 settembre 1960. Completati gli studi filosofici e teologici viene ordinato sacerdote a Napoli il 6 aprile 1968. La sua vita di religioso passionista è stata tutta incentrata sulla missionarietà. Sia nell’ufficio di consultore all’Apostolato e sia in quello più volte svolto di superiore locale, padre Fausto ha mantenuto sempre viva ed accesa la fiamma della predicazione, interpretando in modo perfetto il carisma dell’Istituto dei Passionisti, di cui andava fiero e ne era orgoglioso; di quel santo orgoglio che rende grandi i cuori semplici. Persona affabile, sempre disponibile al dialogo, aperto alla gioia ed alla comunicazione fraterna, padre Fausto La Montagna è stato un punto di riferimento importante nell’azione apostolica e missionaria della Provincia religiosa dell’Addolorata negli ultimi decenni. Superiore in varie case (Ceccano, Itri, Falvaterra) ha svolto il suo ufficio sempre con carità e disponibilità verso i religiosi. Persona generosa ed affabile per tutti trovava una parola di incoraggiamento e di conforto. Forte della sua esperienza missionaria che l’aveva portato a predicare il Vangelo della Passione di Cristo in ogni parte della regione Campania e del Lazio, ma anche oltre i confini territoriali della sua provincia religiosa d’origine, ha investito sempre le migliori energie per la causa del Vangelo e per la diffusione del regno di Dio tra gli uomini del nostro tempo. Un apostolo instancabile che correva da una parte all’altra per assicurare il servizio religioso a Paesi interi e comunità parrocchiali. Tra l’altro ha svolto anche l’ufficio di parroco, acquisendo una buona esperienza in questo settore.

Tantissime città, piccoli e grandi centri, innumerevoli comunità parrocchiali hanno avuto la gioia di ascoltare la sua parola, pronunciata con competenza e soprattutto con profonda convinzione di fede. Il gioviale sacerdote che si conosceva al di fuori dei momenti liturgici si trasformava in ministro dotto e zelante della riconciliazione, dell’eucaristica e della Parola di Dio, che donava abbondantemente alle comunità alle quali si rivolgeva per la predicazione ordinaria e straordinaria, come quelle delle missioni popolari. Questo dono singolare lo potè espletare in modo più ampio e coinvolgente con l’assunzione dell’Ufficio provinciale dell’Apostolato. Con lui le missioni al popolo, in un momento di crisi e di passaggio epocale, anche nella nostra provincia religiosa ripresero con più slancio la loro attività. Tantissimi i suoi più stretti collaboratori nell’azione missionaria a livello provinciale, molti dei quali giovani studenti o sacerdoti passionisti, ma anche collaboratori esterni laici e soprattutto religiose.
In poche parole, un degno missionario ed altrettanto degno figlio di San Paolo della Croce.

Negli ultimi anni quando fu scoperta la grave malattia che lo aveva toccato e minato nel fisico non si era mai abbattuto. Guardava avanti con speranza e soprattutto con santa rassegnazione alla volontà di Dio. Il Signore gli ha dato tempo e modo per purificarsi completamente su questa terra, mediante la sofferenza e il dolore, manifestatisi in modo drammatico ed eclatante in varie circostanze degli ultimi tempi.

Ormai in una situazione di non ritorno, padre Fausto ha lasciato questo mondo consumandosi lentamente nella piena coscienza di sapere che i suoi giorni volgevano al termine e che egli, come Paolo apostolo, avendo combattuto la buona battaglia ed avendo conservato la fede, poteva sciogliere definitivamente le vele ed andare incontro a Gesù, alla Madonna, alla quale era particolarmente devoto, al suo santo Fondatore, Paolo della Croce, su cui invito lasciò la sua amata famiglia, che gli è stata sempre vicino, fino all’ultimo istante della sua vita, per diventare passionista ed apostolo coraggioso del Vangelo della Passione.

Padre Antonio Rungi
antonio.rungi@tin.it

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