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Il coraggio di essere cristiani oggi.  Essere cristiani anche in vacanza
23 giugno 2002

Il 21 giugno per riconosciuta "convinzione astrologica" è entrata l’estate. A dir la verità già nei giorni antecedenti il caldo eccessivo, che ha investito l’intero Paese, ci aveva immesso nel clima torrido di ogni estate. Ma le date contano e noi oggi possiamo dire di essere all’inizio dell’estate 2002, o meglio, per il caldo che sta continuando a fare, nel pieno dell’estate.
nostri connazionali già hanno prenotato posti e luoghi per l’agognata villeggiatura. In questi giorni di fine giugno già un buon numero di vacanzieri raggiungere le mete scelte per il periodo di ferie. Altri seguiranno via via, dopo gli esami di Stato dei propri figli o appena si potranno avere i giorni di ferie dalla scuola, dal lavoro o da altre attività produttive.
poche parole anche quest’anno di rinnoverà il solito rito della vacanza a mare o in montagna, in Italia o all’Estero, ma purché si parta. Doveroso per chi lavora ed è stanco delle attività svolte e ha bisogno di riposo; ma anche per chi non lavora e necessita comunque di cambiare aria durante questo lungo periodo, quando si fermano tutte le attività ordinarie e quotidiane e si corre nei luoghi di villeggiatura per vivere al di fuori di ogni regola. Ma è d’obbligo ricordare che si è cristiani anche durante le vacanze e che la spiritualità non va in ferie, né ha bisogno di riposarsi. Al contrario essa deve essere potenziata proprio durante questo periodo di maggiore relax e di più tempo a disposizione per la propria persona.
E qui nasce d’obbligo una domanda: Ma i sacerdoti vanno in vacanza?
Si fanno le ferie come tutti gli altri esseri umani che sono nelle condizioni di poterlo fare?
I sacerdoti, come tutti i lavoratori, hanno diritto di godere delle ferie estive?
La risposta è semplice e precisa: Sì! Hanno diritto a riposarsi perché nella stragrande maggioranza lavorano intensamente durante l’anno, tanto da svolgere infinite attività, specie quelli che sono giovani, maturi e anche quelli che, nonostante l’età avanzata, continuano a lavorare. Lo prescrive per loro anche il Diritto canonico, la normativa ecclesiastica che riguarda tutti i battezzati e non solo il clero.
Tutti i sacerdoti dovrebbero staccare per un pò di tempo l’interruttore delle attività, comprese quelle pastorali parrocchiali, scolastiche e di altro genere per far spazio alla riflessione personale, al recupero delle energie fisiche e psichiche.
Ma spesso questi sacerdoti quel diritto non lo possono esercitare, perché lavorano in zone di mare, dove durante l’estate si moltiplica la presenza dei fedeli provenienti da altre zone, che hanno bisogno di assistenza spirituale. E così il «chiuso per ferie» non lo si trova nelle parrocchie o chiese di mare, ma facilmente il cartello viene affisso sul portone delle chiese delle grandi e medie città, dove il turismo non è l’attività economica e redditizia specifica. Trovi l’avviso e ti si indica la soluzione anche in casi di bisogni spirituali estremi, o per esigenze spirituali attinenti alla fede, come una confessione di particolare importanza ed urgenza.
E allora bisogna rivolgersi al sacerdote della parrocchia confinante, con il quale il proprio prete ha fatto il turno di vigilanza estiva sul " piccolo gregge" che non va in ferie, visto che tutto il rimanente è in giro per l’Italia e per il Mondo intero.
E chi è il piccolo gregge rimasto in città? E’ la popolazione anziana, ammalata, pensionata, disoccupata, povera ed emarginata. I ricchi scappano via al mare o in villeggiatura oltre i confini nazionali, i poveri piangono nella solitudine e molto spesso abbandonati a se stessi.
Il rito delle vacanze, soprattutto nel mese clou che è quello di agosto, da decenni ormai si presenta sempre più con la stessa faccia e con le stesse problematiche. I giovani al mare e i vecchi a casa. Su di essi si posa lo sguardo benevolo del prete che è di turno nelle parrocchie svuotate dalla calura e dal mito dell’abbronzatura. Le persone anziane trovano nella Parrocchia e nella Chiesa un vero rifugio, un punto d’incontro che sa del sapore di anni lontani quando la Chiesa diventava, al mattino come alla sera, nelle feste come nelle ferie, un luogo di incontro, socializzazione e conoscenza reciproca. Luogo di incontro primariamente con Dio, e poi anche di incontro fraterno con i credenti.
D’estate questa scena si ripete in tante parrocchie della nostra società del benessere. Gli anziani hanno più tempo per parlare. D’altra parte, in casa non c’è nessuno. Non ci sono i bambini da accompagnare a scuola, non c’è il pranzo da preparare e le pulizie da fare. Tutto è fermo. E dove c’è stasi c’è anche più tempo per pensare, per riflettere e, forse, per sentirsi tristi.
Come vorremmo che questi spettacoli di disumano abbandono non si ripetessero nelle nostre città. Sarebbe giusto che i nostri vecchietti venissero con noi in vacanza, perché la loro presenza, per molti di peso, diventa anche d’estate, al mare o in montagna, di un richiamo costante alla sapienza ed alla generosità.
Ritornando agli interrogativi iniziali, io come sacerdote da anni non faccio né posso fare alcuna vacanza, essendo responsabile della pastorale del turismo della diocesi sessana. Beh qualche giorno di riposo infrasettimanale sicuramente scapperà, lontano dai soliti impegni, che, come sacerdote mi gratificano sempre e sono un arricchimento continuo per me.
mia vacanza la vivo con i villeggianti che ci raggiungono sul litorale Domiziano, in provincia di Caserta. Una lunga fascia costiera, di oltre 60 chilometri, che parte dalla foce del Fiume Garigliano e giunge a Pozzuoli, attraversando località balneari come Baia Domizia, Mondragone, Castel Volturno, Villaggio Coppola ed altre ancora.
Vengono qui da ogni parte della Campania e da altre Regioni. Sono per lo più emigrati che sentono la nostalgia della terra natia e ritornano come esuli alla propria terra d’origine almeno per godersi un periodo di riposo. Sono i lavoratori del Sud e del Nord, sono intere famiglie che con tanti sacrifici si sono costruite o hanno acquistate case al mare da destinare ai loro figli per le vacanze, perché i genitori di una volta pensavano anche a questo. Ora non si pensa né a questo né ad altro diverso da questo. Ad essi assicuriamo quella necessaria assistenza spirituale estiva attivando 30 centri estivi di ascolto, lungo i 30 chilometri della fascia costiera che ricade nel territorio della Diocesi di Sessa Aurunca, dalla foce del Garigliano a quella del Volturno.
intanto la vacanza bussa alle porte. Ma per chi suona la campana dell’ingresso nel regno estivo dei beati?
Mi auguro che suoni per tutti! E specialmente per i nostri anziani, i portatori di handicap che sono nelle condizioni di poterlo fare con tutti i familiari.

Domenica 23 giugno 2002, XII del Tempo Ordinario

Padre Antonio Rungi
antonio.rungi@tin.it

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