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Mondiali di calcio 2002: commenti alla partita Italia-Croazia
Comunicato stampa 8 giugno 2002

Diocesi di Sessa Aurunca
Ufficio comunicazioni sociali
Ufficio pastorale dello sport
Direttore: padre Antonio Rungi
Tel. 0823978314; Cell. 338/6474243

Scandaloso il comportamento della terna arbitrale nella partita dell’Italia contro la Croazia. Per teologo moralista campano, Rungi, ci vogliono criteri selettivi più credibili per la scelta delle terne arbitrali in un campionato del mondo.

"Errare è umano, ma perseverare è diabolico", è questo il commento che il teologo moralista campano, padre Antonio Rungi, direttore dell’Ufficio diocesano della pastorale dello sport di Sessa Aurunca fa in margine alla sconfitta dell’Italia contro la Croazia ai Campionati del Mondo in Corea e Giappone.

"Mi riferisco al comportamento avuto soprattutto dal guardalinee che ha condizionato l’arbitro ad annullare due goal regolari all’Italia, in una partita che poteva segnare il nostro passaggio al turno successivo. Qualora fossero stati convalidati i due goal fatti dalla nostra nazionale, tutto sarebbe stato piè normale, anche se ci fosse stata la sconfitta. E’ triste notare come a livelli così alti e professionistici, valutazioni arbitrali possano condizionare il regolare svolgimento di un torneo. E ciò non solo perché questa volta è toccata all’Italia, ma per tutte le squadre interessate. 
Mi auguro che il prosieguo del campionato del mondo non riservi altre sgradite sorprese come quelle che hanno riguardato l’Italia nella partita contro la Croazia. Sicuramente –precisa il sacerdote, esperto in sport- l’Italia non ha giocato benissimo, ma non meritava di perdere, soprattutto dopo la constatazione della regolarità dei goal segnati. Posso capire lo sbaglio sul primo, ma è inconcepibile l’annullamento del secondo goal, allo scadere della partita. Mi sarei aspettato che l’arbitro avesse avuto almeno un piccolo dubbio e avesse deciso in proprio, visto l’errore precedente del suo collaboratore, che sicuramente gli risultava noto, in considerazione delle proteste dei nostri giocatori e del pubblico. Dispiace che uno sport così seguito possa ingenerare dubbi sulla regolarità delle gare e sugli arbitraggi. 
Certamente –conclude il teologo campano- se fossi al posto degli organizzatori e dei responsabili della Fifa mi porrei seriamente il problema. Lo sport sta perdendo sempre più credibilità. Questo campionato mondiale potrebbe essere una valida occasione per ridare credibilità allo sport, visto anche la passione di milioni di cittadini in ogni parte del mondo con la quale stanno seguendo il mondiale fin dal suo esordio. Perciò –conclude padre Rungi- si faccia in modo che errori commessi come quelli durante la partita Italia-Croazia non succedano più e che ad arbitrare partite importanti ci siano anche persone più qualificate ed esperte a svolgere il loro ruolo. Non vorremmo essere fuori dai mondiali non per nostro demerito, ma per colpa degli arbitri e guardalinee. 
Sarebbe un’ingiustizia calcistica e sportiva gravissima, che risulterebbe dannosissima allo sport a livello generale. Con ciò non si devono attivare forme di protezione verso qualche squadra come potrebbe essere l’Italia, accreditata, fino ad ieri, per la vittoria finale, ma per tutte le squadre che devono essere trattale allo stesso modo al di là del nazione che rappresentano".

Mercoledì 8 giugno 2002, ore 15.00        L’Addetto stampa

Padre Antonio Rungi
antonio.rungi@tin.it

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