“No all’accanimento terapeutico
per conservare una falsa giovinezza e bellezza.”
Di padre Antonio Rungi |
Comunicato stampa
Lunedì
11 giugno
2007, ore 8,30
“Non all’accanimento terapeutico per conservare una falsa
giovinezza e bellezza”, è quanto scrive in una Nota personale,
padre Antonio Rungi, teologo morale, per “richiamare
l’attenzione dei mezzi di comunicazione sociale su uno dei
problemi più seri che interpellano giovani, adulti ed anziani,
di ambo i sessi, sul versante della conservazione della propria
immagine estetica”.
Padre Rungi oltre “ad evidenziare i rischi ai quali si
sottomettono tante persone che possono compromettere
irrimediabilmente le vita o comunque ridurne la qualità, come
spesso sentiamo per interventi sbagliati in campo estetico, sono
in gioco valori fondamentali quali il rispetto dell’età
biologica con tutte le connotazioni che essa comporta. Non si
può violentare la propria struttura fisica per recuperare anni e
condizioni di salute che sono tipiche di determinati periodi
della nostra vita. Sono legittimati quegli interventi di
conservazione della salute che non modificano sostanzialmente la
condizione di età che uno porta con sé e che va rispettata. Una
persona di 80 anni non potrà mai essere portata esteticamente ad
una età di 30-40 anni, senza rischiare nella salute o rendersi
per molti aspetti ridicola. I centri di benessere che si sono
moltiplicati negli anni riflettono una mentalità che cura solo
l’immagine estetica, senza preoccuparsi minimamente di quella
interiore e siccome non c’è corpo sano se non in una mente sana,
bisogna preoccuparsi prima di tutto di curare la mente –afferma
il teologo morale – sempre più a rischio di corti circuiti che
non permette a molti uomini e donne di fare i conti con l’età e
la propria condizione esistenziale, segnata tante volte dalla
sofferenza e dalla vecchiaia che avanza inevitabilmente e che si
stenta ad accettare serenamente. Sapere accettare la propria età
e il proprio stato di salute fisica significa essere in sintonia
con se stessi. Certo la cura delle malattie, la cura dell’igiene
personale, l’attività ginnica, anche una certa attenzione al
proprio corpo e se possibile anche alla bellezza non disdice
alle regole morali, purché non diventi una mitizzazione, un
assillo, un motivo di insoddisfazione perenne, di depressione,
di isolamento e a volte di autodistruzione, quando ci si vede
brutti pur non essendolo, grassi pur stando nei limiti,
impresentabili pur essendo accettabili, antiguati pur essendo
attuali ed aggiornati, tradizionalisti pur essendo progressisti.
Bisogna –conclude il teologo morale- superare la cultura
dell’immagine che sta invadendo ogni settore e semina spesso
insofferenza, dolore e morte. Le tante giovani morti per
anoressia, perché si ritenevano brutte e grasse pur essendo
splendide ragazze, i tanti giovani che si sottopongono a cure
estetiche di ogni genere perdendo a volte la vita, devono farci
riflettere e guidare la formazione del pensiero moderno su
ideali di vita che contano e non semplicemente sull’apparire con
determinate misure e fisionomie”.
Mondragone, 11 giugno 2007
L’Addetto
Stampa del Teologo morale
INIZIO PAGINA |