“Solennità del Corpus Domini. Ripristinare la festa al giovedì.”
Di padre Antonio Rungi |
Comunicato stampa
Venerdì
8 giugno
2007, ore
16,00
“Riportare la solennità del Corpus Domini al Giovedì rispettando
l’antica tradizione cristiana in questo campo”, è quanto chiede
padre Antonio Rungi, non solo agli organi ufficiali dello Stato
Italiano, ma anche alle autorità ecclesiastiche locali. “Come
nel Vaticano si è conservata tale festa al giovedì così sarebbe
opportuno fare in altre realtà della nostra Italia”. Padre Rungi
cerca di “superare lo scoglio della reintroduzione a livello
nazionale con leggi regionali. Nelle autonomie delle regioni
possa anche rientrare la prospettiva di valorizzare tutti quegli
appuntamenti religiosi festivi che hanno caratterizzato la
storia e la vita di tali popolazioni. In molte Regioni italiane,
specie del centro-sud la Solennità del Corpus Domini è molto
sentita e altrettanto vissuta attraverso le manifestazioni di
fede e di culto eucaristico come la Processione. Come pure è
prassi che in questo periodo si svolgono le Prime Comunioni ed i
bambini partecipano volentieri alla Processione del Corpus
Domini. Cme pure è lodevole l’inziativa di quanti, Vescovi e
parroci, stanno reintroducendo la Processione del Corpus Domini
a livello delle singole città e non più a livello diocesano, o
addirittura a livello parrocchiale, dando così la possibilità di
una partecipazione più sentita e rilevante da parte degli stessi
fedeli della comunità locale e parrocchiale. D’altra parte
–conclude padre Rungi- la processione del Corpus Domini dovrebbe
essere una manifestazione di fede, di unità di una comunità
parrocchiale e cittadina che si ritrova nella preghiera e nel
culto comune intorno al Santissimo Sacramento dell’Altare non
solo per una processione di facciata, ma quale espressione di un
cammino di fede, carità e speranza cristiana che la comunità fa,
partendo proprio dall’Eucaristia ed arrivando all’Eucaristia.
Qundi, ben vengano le iniziative di quanti sostegno un recupero
totale della solennità del Corpus Domini non solo come fatto
cultuale, ma anche sociale e di comunione tra chiesa ed
istituzioni civili locali. Non caso che in occasione della
Processione del Corpus Domini le istituzioni civili e militari
partecipano al rito non solo, pensiamo, come dovere d’ufficio,
ma anche perché profondamente sentita da parte di quanti, almeno
anche nell’amministrazione pubblica e nelle forze dell’ordine,
si sentono credenti e vivono da credenti, nonostante i ruoli
pubblici che ricoprono ed esercitano a nome dei cittadini e
dello Stato democratico laico”.
Mondragone, 8 giugno 2007
L’Addetto
Stampa del Teologo morale
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