“Trasformiamo Napoli in città dove regna
solo l’amore e non la camorra.”
Di padre Antonio Rungi |
Comunicato stampa
Domenica
6 maggio
2007, ore
20,00
“Trasformiamo Napoli in città dove regna solo l’amore e non la
camorra”, è l’appello che ha rivolto padre Antonio Rungi,
teologo morale, ai numerosi pellegrini convenuti al Santuario
del Volto Santo in Napoli per partecipare alla Santa Messa
solenne delle ore 9.00, durante la quale il teologo, commentando
il vangelo della Quinta Domenica di Pasqua, ha sottolineato
“l’urgenza di trasformare in nostri ambienti di vita in comunità
ove regna la carità”. Ed ha proseguito. “Se il segno distintivo
di ogni cristiano, se la carta di identità per ogni discepoli di
Cristo è l’amore dell’uno verso l’altro, come Cristo ci ha
insegnato, è doveroso da parte dei credenti rendere ragione di
questo valore fondamentale che è l’amore nelle sue molteplici
manifestazione ed attuazioni. Nella famiglia, come nella società
civile –ha detto padre Rungi- molti curano progetti di odio, di
morte, di lutto e sono causa di lagrime amare per persone
innocenti e semplici. Dobbiamo reagire ad una mentalità del
genere dando spazio nella nostra vita ai sentimenti di bontà e
di carità, che sono la base di ogni rapporto umano. Napoli, come
l’Italia e il Mondo intero non possono crescere in civiltà e in
benessere se escludono dal loro orizzonte progetti di carità
vera, che significa aiuto reciproco, legalità, fraternità,
superamento di odi e conflittualità, bisogno di autenticità.
Napoli può e deve risorgere come altre realtà territoriali di
questo mondo, se si fa carico di valori come la solidarietà,
l’attenzione verso gli ultimi i bisognosi, verso le famiglie
povere, verso quanti sono offesi quotidianamente nella loro
dignità di esseri umani, concretizzandoli in progetti di vita
che chiamano in causa la famiglia e le altre istituzioni civili,
ma anche quelle ecclesiali. Insieme, se si parte dal perseguire
il fondamentale obiettivo dell’amore fraterno si possono fare
passi da giganti nel recuperare vivibilità e civiltà, oltre che
solidarietà e serenità nei nostri abituali luoghi di vita e di
attività lavorativa. Cristo sulla Croce e Cristo Risorto è morto
ed è risorto anche per Napoli, perché questa “Nuova Città” possa
risorgere dalle troppe ceneri che ne hanno segnato la sua
plurimillenaria storia di sangue e di speranza”.
Napoli, 6 maggio 2007
L’Addetto Stampa- Curia provinciale- Passionisti
INIZIO PAGINA |