“Inquinare è lo stesso che uccidere.”
Di padre Antonio Rungi |
Comunicato stampa
Domenica
15 aprile
2007, ore 10,00
"Inquinare è la stessa cosa che uccidere", è quanto afferma il teologo morale, padre Antonio Rungi, superiore provinciale dei Passionisti di Napoli, a commento dei dati allarmanti, di questi giorni, circa l'aumento dei tumori in diversi comuni della Regione Campania "ove lo smaltimento dei rifiuti soprattutto quelli pericolosi o la realizzazione di discariche abusive o lo stesso sistematico abbandono di materiale nocivo lungo le strade, nelle scarpate, in luoghi isolati, in mezzo al verde o zone protette è un dato assodato, con le note conseguenze che hanno causato e stanno causando seri problemi di salute a milioni di cittadini che abitano nei pressi di tali siti inquinanti. Il quinto comandamento obbliga moralmente non solo i credenti, ma tutti gli esseri umani a non uccidere. Noi stiamo assistendo passivamente -afferma il teologo campano- ad una strage silenziosa, ad un vero e proprio eccidio per inquinamento di ogni genere senza che si intervenga in modo serio su un annoso problema che sta interessando in modo prevalente se non esclusivo solo la Campania. Le tante morti bianche, i tanti bambini con la leucemia, con varie malformazioni, con tumori di ogni genere, le malattie gravi di giovani, padri, madri ed anziani gridano vendetta al cospetto di Dio, in quanto sono sofferenze provocate agli uomini da altri uomini, per fini ignobili come quelli dell'interesse economico. Chi è abituato a delinquere, chi non ha regole morali di alcun genere certo non avverte sulla coscienza il peso morale e penale di queste morti. Ma è dovere di tutti coloro che hanno ancora un po' di sensibilità e fanno parlare oltre che il cuore e i sentimenti, anche la ragione e la scienza di denunciare apertamente questa strage silenziosa di innocenti e di fare ogni sforzo perché il problema dell'inquinamento e dei rifiuti in Campania venga risolto in modo radicale e responsabile, garantendo al massimo la salute dei cittadini, non solo eliminando I'abusivismo in questo settore, ma soprattutto portando avanti un progetto di risanamento e di sicurezza ambientale. Sicurezza che deve oltrepassare il discorso della realizzazione delle discariche, dei Cdr, degli inceneritori ed altre strutture di smaltimento specie dei rifiuti pericolosi, e collocarsi in un piano di educazione al rispetto della vita e della civiltà. Come credenti -conclude padre Rungi- non possiamo zittire su questi gravi problemi di salute dei cittadini e ci ribelliamo ad essi con la solo forza che abbiamo nelle nostre mani che è quella della parola e della formazione di un'etica e di una coscienza civile che parta dal rispetto della persona e dell'ambiente, nelle sedi e istituzioni ecclesiali, ma anche civili, politiche e democratiche. Difendere e promuovere la vita è un dovere di tutti, ma soprattutto di coloro che credono in Cristo e specialmente per coloro che esercitano un ministero nella Chiesa, come i sacerdoti, i vescovi e i fedeli laici impegnati nel sociale, nell'economia e nella politica".
Napoli, 15 aprile 2007
L’Addetto Stampa- Curia provinciale- Passionisti
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