Napoli. Giornata pro
orantibus.
Di padre Antonio Rungi |
Comunicato stampa
Lunedì
20
novembre
2006, ore 12,30
Quattro giorni di intensa spiritualità per preparare la comunità monastica delle claustrali passioniste di San Giacomo dei Capri in Napoli, all’annuale giornata “pro orantibus”, che si celebra il 21 novembre, in occasione della memoria liturgica della Presentazione di Maria Santissima al Tempio. A guidare il corso di esercizi spirituali alle monache passioniste è l’assistente spirituale, padre Antonio Rungi, superiore provinciale dei Passionisti di Napoli. Tema del corso è la “consacrazione al Signore, come dono e mistero”.
Iniziato venerdì scorso, 17 novembre, il corso si conclude questa sera, 20 novembre, mentre la comunità monastica si prepara a vivere la giornata di spiritualità di domani, durante la quale, nel pomeriggio, alle ore 16.00, nella Chiesa delle Monache passioniste, dedicata alla Madonna Assunta in Cielo, è prevista una solenne concelebrazione eucaristica, presieduta dallo stesso superiore provinciale, con la partecipazione di altri religiosi passionisti, nonché di fedeli della zona e di altre località. Durante la celebrazione le Monache passioniste rinnoveranno i voti religiosi che sono ben cinque: povertà, castità, obbedienza, memoria della Passione e clausura.
Il Monastero delle Passioniste di Napoli, come tanti altri, soffre di carenza di vocazioni. Le attuali dieci suore che lo compongono sono piuttosto anziane e con varie sofferenze. Negli ultimi anni diverse sono state le persone che hanno chiesto di fare esperienza di preghiera e condivisione di vita con le monache passioniste, ma quasi tutte hanno declinato alla chiamata alla vita consacrata che pure avvertivano in modo generico nella loro vita. Cosicché questo monastero, se non arriveranno forze nuove e giovani rischia di chiudersi in pochi anni. Recentemente ristrutturato e adeguato alle varie norme in materia di sicurezza e predisposto ad accogliere un numero considerevole di religiose, rimane in attesa di decisioni che dovranno essere assunte dall’autorità ecclesiastiche. I monasteri dipendono direttamente dalla Santa Sede e dall’autorità ecclesiastica locale e diocesana. Per quanto riguarda il monastero delle Passioniste è il Vicario per la vita consacrata, padre Filippo Grillo, a seguire personalmente il Monastero, d’intesa con la Curia Vescovile e con l’assistente spirituale delle Monache, indicato dal Superiore generale dei Passionisti, padre Ottaviano D’Egidio, che è il Superiore provinciale dei passionisti di Napoli, padre Antonio Rungi. Diversi sono stati gli appelli fatti per potenziare il monastero e per non farlo chiudere, vista la condizione di numero, età e salute in cui si trova lo stesso. Appelli rivolti in particolare dal padre Rungi che segue con particolare cura spirituale le suore, che, essendo passioniste, sono strettamente legate, spiritualmente, alla Congregazione della Passione. Le suore prossimamente non avranno neppure la possibilità di aver la celebrazione eucaristica quotidiana e la messa festiva e domenicale, in quanto l’attuale cappellano, essendo stato trasferito, al altra parrocchia della zona collinare di Napoli, difficilmente potrà assicurare il servizio della messa feriale e festiva alle Monache. La chiesa annessa al Monastero di domenica è particolarmente affollata di fedeli della zona di San Giacomo dei Capri e dell’Arenella, a testimonianza di un ruolo ed una presenza spirituale di quale luogo di preghiera e silenzio, che è il Monastero delle Passioniste, molto apprezzato e seguito dai fedeli. Perdere questa significativa presenza spirituale nella città di Napoli, di fronte alla crisi di tanti valori, sarebbe davvero un disastroso. Da qui la necessità di fare proprio l’invito che il Santo Padre Benedetto XVI, ha risvolto a tutti i fedeli del mondo, durante la preghiera dell’Angelus di domenica scorsa, 19 novembre 2006, in Piazza San Pietro in Roma: “Dopodomani, 21 novembre, in occasione della memoria liturgica della Presentazione di Maria Santissima al Tempio, celebreremo la Giornata pro Orantibus, dedicata al ricordo delle comunità religiose di clausura. E’ un’occasione quanto mai opportuna per ringraziare il Signore per il dono di tante persone che, nei monasteri e negli eremi, si dedicano totalmente a Dio nella preghiera, nel silenzio e nel nascondimento. Qualcuno si chiede che senso e che valore possa avere la loro presenza nel nostro tempo, in cui numerose e urgenti sono le situazioni di povertà e di bisogno a cui far fronte. Perché "rinchiudersi" per sempre tra le mura di un monastero e privare così gli altri del contributo delle proprie capacità ed esperienze? Che efficacia può avere la loro preghiera per la soluzione dei tanti problemi concreti che continuano ad affliggere l’umanità? Di fatto tuttavia, anche oggi, suscitando spesso la sorpresa di amici e conoscenti, non poche persone abbandonano carriere professionali spesso promettenti per abbracciare l’austera regola d’un monastero di clausura. Che cosa le spinge a un passo tanto impegnativo se non l’aver compreso, come insegna il Vangelo, che il Regno dei cieli è "un tesoro" per il quale vale veramente la pena abbandonare tutto (cfr Mt 13, 44)? In effetti, questi nostri fratelli e sorelle testimoniano silenziosamente che in mezzo alle vicende quotidiane, talvolta assai convulse, unico sostegno che mai vacilla è Dio, roccia incrollabile di fedeltà e di amore. "Todo se pasa, Dios no se muda", scriveva la grande maestra spirituale santa Teresa d’Avila in un suo celebre testo. E dinanzi alla diffusa esigenza che molti avvertono di uscire dalla routine quotidiana dei grandi agglomerati urbani in cerca di spazi propizi al silenzio e alla meditazione, i monasteri di vita contemplativa si offrono come "oasi" nelle quali l’uomo, pellegrino sulla terra, può meglio attingere alle sorgenti dello Spirito e dissetarsi lungo il cammino. Questi luoghi, pertanto, apparentemente inutili, sono invece indispensabili, come i "polmoni" verdi di una città: fanno bene a tutti, anche a quanti non li frequentano e magari ne ignorano l’esistenza. Cari fratelli e sorelle, rendiamo grazie al Signore, che nella sua provvidenza, ha voluto le comunità di clausura, maschili e femminili. Non facciamo mancare loro il nostro sostegno spirituale ed anche materiale, affinché possano compiere la loro missione, quella di mantenere viva nella Chiesa l’ardente attesa del ritorno di Cristo. Invochiamo per questo l’intercessione di Maria, che, nella memoria della sua Presentazione al Tempio, contempleremo come Madre e modello della Chiesa, che riunisce in sé entrambe le vocazioni: alla verginità e al matrimonio, alla vita contemplativa e a quella attiva”.
“Vogliamo fare nostro l’appello del Santo Padre ed impegnarci con tutte le forze per sostenere i monasteri delle Claustrali nella città di Napoli”, ha detto padre Antonio Rungi, “indirizzando verso questi luoghi di santità persone che vogliono davvero seguire più intensamente Cristo, mediante la scelta di totale consacrazione a Lui con la professione dei consigli evangelici ed una vita di contemplazione e di preghiera nel silenzio e nel raccoglimento dei monasteri”.
Napoli, 20 novembre 2006
L’Addetto Stampa- Curia provinciale- Passionisti
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