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Padre Antonio Rungi
Superiore Provinciale
antonio.rungi@tin.it
 

 

 

 

 

Napoli. “Sbarchi clandestini di immigrati.
Una questione morale mondiale”.

Di padre Antonio Rungi


Comunicato stampa
Martedi'
22 agosto 2006, ore 12
,00


“Lo sbarco degli immigrati sulle coste italiane ed europee è una questione morale mondiale che risolta non solo mediante interventi politici mirati, ma anche attraverso la collaborazione fattiva dei responsabili delle vari religioni”, è quanto afferma il teologo morale campano, padre Antonio Rungi, superiore provinciale dei passionisti di Napoli in una Nota a commento degli ultimi eventi disastrosi che si sono registrati in Italia con la morte in mare di tanti immigrati clandestini.
“E’ urgente –afferma padre Rungi- una politica religiosa che tenda a scoraggiare nei Paesi d’origine traversate di bambini, donne, uomini in cerca di paradisi occidentali che non esistono ove molti sognano di incontrare. E’ invece importante educare al rispetto delle leggi che prevedono per tutti i Paesi ingressi regolamentati e in rapporto al numero preventivato. L’influenza che la religione può avere nello scoraggiare viaggi della speranza che sempre più si trasformano in tragedie e non veri crimini commessi da persone senza coscienza morale, è enorme soprattutto in quei Paesi ove la religione Islamica è prevalente. Questa ha una forza di convinzione per scoraggiare i continui sbarchi clandestini che deve esercitare nelle sedi educative e formative di scuole ed istituzioni, nonché nei luoghi di culto ove questi problemi ed argomenti dovrebbero essere proposti alla riflessione dei credenti. Lo stretto rapporto in questo campo tra la politica dei governi locali e la religione in generale deve esercitarsi maggiormente per evitare inutili spargimenti di sangue e di perdite di vite umane nell’illusione di trovare benessere e possibilità di sopravvivenza maggiore nei Paesi di immigrazione”.
Conclude padre Rungi: “La situazione di estrema povertà e miseria in cui vivono non solo i cosiddetti immigrati clandestini in Italia ed in Europa, ma anche gli stessi immigrati regolari o in fase di regolarizzazione ci deve far riflettere seriamente quale sia oggi il grado di accoglienza e le reali possibilità di accoglienza di tali persone, che meritano tutto il rispetto, nei nostri Paesi. Sappiamo che il livello di accoglienza è davvero molto limitato e gli stessi immigrati regolari incontrano serie difficoltà di integrazione e di lavoro. Molte volte i contratti di lavoro che permettono loro di giungere in Italia o in Europa o che riescono ad ottenere una volta giunti nei Paesi Occidentali diventano carta straccia dopo pochi mesi o forse qualche anno, alimentando di fatto quella disoccupazione anche tra gli immigrati regolari che è la nuova emergenza in vari Paesi. Il problema di fondo –sostiene il teologo morale padre Rungi- è risolvere a monte la questione immigrazione, ovvero la necessità di favorire nei Paesi d’origine processi economici e sociali che permettano a cittadini di una nazione di vivere lì e di realizzare le proprie attese e speranze nei luoghi d’origine, piuttosto che favorire un esodo di massa, come purtroppo sta avvenendo, con tutti i rischi connessi a fenomeni non controllabili in partenza e in arrivo. Rischi che sono i trasferimenti clandestini come sta avvenendo in questi giorni con morti, feriti e dispersi e rischi successivi di trovarsi in un Paese senza avere le possibilità concrete di sopravvivenza dignitosa e in sintonia con le leggi dello Stato nel quale l’immigrato clandestino intende stabilizzarsi, rimanendo di fatto in una situazione di illegalità. Educare al rispetto delle leggi della convivenza civile e democratica di tutti gli Stati è un dovere di tutti ed anche di quanti sono i responsabili della formazione religiosa di qualsiasi religione. Educazione che deve essere curata sia nei Paesi di origine e sia in quelli in cui si è accolti legalmente e nei quali si dovrebbe vivere alla luce del sole”.


Napoli,
22 agosto 2006

L’Addetto Stampa- Curia provinciale- Passionisti

 

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