L'Alfabeto
della Pace.
Di padre Antonio Rungi |
Comunicato stampa
Lunedi'
31
luglio
2006, ore 19,00
Mentre infuria una nuova guerra in Medio Oriente, padre Antonio
Rungi, superiore provinciale dei Passionisti di Napoli, teologo
morale della Campania, pubblica un Alfabeto della Pace, al quale
ispirarsi in questo e in tanti altri conflitti in atto nel mondo
perché si possa costruire la pace tra tutti i popoli della Terra.
Seguendo l'ordine alfabetico, padre Rungi traccia un percorso
etico e sociale sul tema della pace, che va oltre i limiti
culturali e religiosi. Ecco l’elenco dei termini e i contenuti
dell’alfabetico irenico.
Amore. E’ il nome più vero della pace, senza il quale non è
possibile parlarsi tra uomini e tra nazioni e stati.
Bontà. E’ lo stato d’animo di ogni essere umano, che favorisce per
se stessa la pace.
Collaborazione. Senza collaborazione tra tutti i popoli della
terra non è possibile costruire la pace nel mondo intero.
Disponibilità. E’ capacità di accogliere tutti e confrontarsi
civilmente con tutti.
Economia. Solo un equilibrio economico tra i vari mercati del
mondo aiuta a costruire la pace su questa Terra.
Fiducia. E’ necessario credere alla parola altrui per tessere
rapporti di collaborazione ai fini di una pace senza frontiere.
Giustizia. E’ il nuovo volto della pace, mediante la quale ad
ognuno deve essere assicurato almeno il necessario.
Handicap. Nel cammino della pace è urgente eliminare tutti gli
ostacoli frapposti dall’uomo a tale riguardo.
Istruzione. La pace è assicurare a tutti gli esseri umani almeno
la formazione di base.
Jihad. Qualsiasi guerra, soprattutto se definita "santa" o fatta
nel nome di Dio, va rifiutata pregiudizialmente e non si
giustifica per nessun motivo al mondo.
KalashniKov. Ogni arma offensiva e distruttiva della persona umana
va bandita da qualsiasi stato civile.
Luce. La pace si costruisce alla luce del sole e non nel buio
delle stanze dei bottoni, con la massima trasparenza di
comportamenti politici, economici e sociali.
Medicina. Pace è assicurare a tutti l'assistenza medica necessaria
per la propria sopravvivenza ed in caso di guerra di corridoi
umanitari.
Nucleare. La pace non si costruire con il deterrente della bomba
atomica. Bloccare la produzione e distruggere simili armamenti è
il primo passo serio verso la pace.
Odio. Per chi vuole davvero la pace non può esserci nel suo cuore
alcun sentimento di odio verso nessuno, fosse anche il più
acerrimo nemico della porta a fianco o della nazione confinante.
Perdono. Dare e ricevere perdono è un gesto di pace e di
riconciliazione che porta alla collaborazione e al rispetto
reciproco.
Qualità. Migliorare i rapporti internazionali tra vari stati e
renderli qualitativamente significativi, senza preferenza verso
qualcuno più potente e prepotente.
Risorse. Ripensare il mondo per distribuire le risorse economiche
in eguale misura tra tutti gli uomini, considerato che quelle
naturali sono concentrate in alcuni luoghi ed in poche mani.
Solidarietà. La pace si fonda sul vero concetto della solidarietà,
che è concreta azione per la promozione di ogni uomo, soprattutto
se si trova nel bisogno.
Trattative. Sono strumenti politici da utilizzare sempre per
scagionare la guerra e per favorire la pace.
Umiltà. E’ via preferenziale per costruire la pace dovunque, tra
persone e intere comunità.
Verità. Senza di essa non è possibile pensare ad una vera pace.
Sulla falsità e la menzogna non si costruisce nulla, ma solo la
guerra e l’odio.
Web. Il nuovo villaggio globale costruire da Internet dovrà
ispirarsi a progetti di pace e non di guerra.
Xenofobia. La pace è accoglienza dello straniero. Non è paura di
chi proviene da altri luoghi e da altre culture.
Yatagàn. La pace è deporre antiche e nuove armi, usate ieri ed
oggi per offendere chi non appartiene alla propria fede.
Zelo. Si rende necessario ogni sforzo personale e comunitario per
fare avanzare la pace in tutti i continenti e stati.
"Bisogna andare tutti alla scuola di pace – precisa padre Rungi -
e nessuno è davvero maestro in questo campo. L'alfabetizzazione
alla pace si apprende non solo teoricamente sui banchi di scuola o
in altri luoghi della formazione, ma ogni giorno a contatto con il
molteplice mondo della diversità, entro il quale è possibile
costruire nuovi spazi per l'affermazione non solo del concetto
pace, ma soprattutto di gesti e fatti di pace. Questo piccolo
alfabeto sulla pace, con semplici argomentazioni può contribuire
ad una prima riflessione su tale tema soprattutto oggi in un
contesto di conflittualità tra vari modi di essere, pensare ed
agire di vasti strati sociali a livello globale".
Napoli,
31 luglio
2006
L’Addetto Stampa- Curia provinciale- Passionisti
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