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Padre Antonio Rungi
Superiore Provinciale
antonio.rungi@tin.it
 

 

Monsignor Mauro Bastos

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Guaxupé (Brasile). Monsignor Mauro Bastos ha iniziato
il suo ministero episcopale nella nuova Diocesi
Di padre Antonio Rungi


Comunicato stampa
Lunedi'
19 giugno 2006, ore 13
,00


Domenica, 18 giugno, alle 9,00 del mattino, nella Chiesa Cattedrale Dom José Mauro Pereira Bastos, vescovo passionista, ha preso possesso della nuova Diocesi di Guaxupé, ove il Santo Padre, Benedetto XVI, nel mese di aprile scorso, per sua personale disposizione e volontà, lo aveva trasferito dalla Diocesi di Janauba, ove è stato il primo vescovo e ha guidato questo popolo di Dio dal settembre 2000 fino a maggio 2006.
Alla cerimonia religiosa dell’ingresso di Dom Mauro a Guaxupè erano presenti diversi vescovi della conferenza episcopale brasiliana, tutti i sacerdoti della Diocesi, una buona rappresentanza dei religiosi passionisti del Vicariato di Nossa Sehnora da Vitoria e soprattutto tantissimi fedeli della città di Guaxupé e rappresentanti delle 81 parrocchie che costituiscono l’attuale struttura della Diocesi. Significativo che la padrona della Diocesi di Guaxupé sia la Madonna Addolorata. Don Mauro, originario del Brasile, era religioso del Vicariato di Nostra Signora della Vittoria, dipendente dalla Provincia religiosa dell’Addolorata, con sede in Napoli, che iniziò la missione passionista negli Stati del Minas Gerais e Espiritu Santo nel 1953. Mons. Bastos è l’ottavo Vescovo che assume la guida di questa Diocesi nel Sud del Minas Gerais, nei pressi dello Stato di San Paolo, con oltre un milione di abitanti e con attività culturali, turistiche, economiche di grande respiro e dalle ampie prospettive. Da qui la necessità di un Vescovo dinamico e giovane come Dom Mauro, impegnato nella Conferenza Episcopale Brasiliana soprattutto accanto ai giovani ed ai poveri. L’accoglienza del nuovo pastore, come è prassi in Brasile, è stata calorosa, affettuosa e festosa., come sono tutte le celebrazioni religiose nella Chiesa brasiliana. Gioia e festa che Don Mauro merita in modo particolare per il suo carattere affabile e per la grande umanità che lo caratterizza da sempre. Sarà sicuramente un Vescovo che come in Januaba lascerà il segno della sua grande disponibilità per la causa del Vangelo e per la promozione umana, culturale e sociale del vasto territorio diocesano affidato alle sue cure pastorali. Temi che Dom Mauro ha accennato nell’omelia tenuta in occasione del suo ingresso a Guaxupé, Diocesi che ricorda, quest’anno, i novant’anni della sua istituzione. Ecco il testo completo dell’Omelia tradotto dal portoghese. “Il Vangelo di oggi ci presenta due parabole, che sono finalizzate a chiarire il significato del Regno di Dio, inaugurato da Gesù Cristo nel mondo e che chiama tutti i battezzati a colloborare alla sua costruzione.“Il Regno di Dio è come un seme sparso sulla terra. Veglia o dorma, di notte o di giorno, il seme germina e cresce, ma esso non sa come ciò avvenga.La parabola ci mostra che il Regno di Dio non è il frutto della nostra conquista, ma è un dono, un regalo e grazia di Dio concessa da Lui e che deve essere accolta da tutti noi. Questo Regno, dono e grazia, richiede il nostro impegno e la nostra collaborazione perché esso possa impiantarsi sopra la terra. Spetta a noi preparare la terra e gettare la semente, ma spesso Dio può far germinare il suo Regno nei nostri cuori. Di fronte ai tanti segnali di morte che presenta il nostro mondo siamo chiamati a continuare a seminare il Regno inaugurato da Gesù Cristo. Un Regno in cui la vita vince la morte, l’amore vince l’odio, la Speranza vince lo scoraggiamento, ove la pace supera la violenza. Il Regno di Dio è come un granello di mostarda che appena seminato nella terra è il più piccolo tra i semi, ma appena cresce diviene maggiore di tutti gli altri arbusti. Gesù ci insegna che il suo Regno non si realizza mediante fatti straordinari, ma con piccoli gesti e attitudini dei cristiani, che cercano di vivere secondo i valori e i criteri del Vangelo, che si impegnano a cambiare in ragione di esso, perché attraverso la testimonianza della propria vita, venga annunziato ai fratelli.
Viviamo oggi in una società afflitta da tanti mali, scossa da tante sfide che scoraggiano multi cristiani a continuare la loro missione nel mondo. A volte ci sembra che la forza del male superi i segnali di bene. La parabola ci conferma che il Regno di Dio porta con se la forza straordinaria di Dio, che supera i limiti e le contraddizioni della storia umana, facendo germogliare e crescere i semi della vita. La parabola afferma che l’albero è tanto grande che gli uccelli del cielo si possono riposare alla sua ombra. Gesù rivela che tutti hanno diritto e tutti sono invitati a partecipare al suo Regno.
La Chiesa istituita da Cristo e condotta dallo Spirito Santo è secramento e segno del Regno presente nella storia dell’umanità. La Chiesa è sempre inviata dal Risorto, per proclamare a tutti la persona di Cristo come una buona notizia e il suo Regno come segno della presenza di Dio che accompagna l’umanità pellegrina.
E’ per questo invio del Risorto, è per il suo Vangelo, suo Regno e sua Chiesa che oggi prendo possesso come pastore in questa Diocesi di Guaxupé. Prendere possesso significa avere un cuore aperto e una vita disponibile ad accogliere dentro di me la realtà nuova che proprio il Signore mi affida.
Prendere possesso significa dentro di me e per me accogliere il cammino di un popolo con le sue gioie e tristezze, angustie e speranze, disponibile per far parte di uno stesso cammino in vista di un stesso ideale. Prendere possesso significa cercare di non possedere nulla, ma lasciarsi possedere per tutti nella donazione quotidiana della mia vita incarnando la parola del Signore: “Il Buon pastore è quello che dà la vita per le sue pecore”. Oggi assumo questo servizio fondandolo nella mistica del seme, che se non cade per terra e non muore, non produce frutto. Il Regno di Dio ci chiama a collaborare per la sua costruzione, come comunità in comunione con il Corpo Mistico del Signore, la sua Chiesa, ciascuno con la propria vocazione, nella diversità dei carismi, ministeri e servizi. Un Regno costruito nella sofferenza, lottando contro tutti i mali, perché tutti abbiano la vita, nella certezza che per la croce giungiamo alla luce. Che la Madonna Addolorata, padrona della nostra Diocesi, interceda per noi e ci benedica, perché seguiamo il suo Figlio come veri discepoli e missionari.
Grande festa, dopo la solenne celebrazione eucaristica, al Vescovo da parte di tutti i presenti, tra cui numerose autorità civili, militari e religiose che nel giovane vescovo passionista colgono un segnale nuovo che la Santa Sede ha voluto dare a questa Diocesi, ove sono importanti istituzioni culturali, frequentate dai giovani, come l’Università.
A Dom Mauro a nome della Congregazione della Passione, di cui è religioso, i nostri migliori auguri di un ministero episcopale all’insegna di quella mistica della del morire per rinascere su cui si basa la spiritualità passionista, il cui maestro per tutti i Passionisti è San Paolo della Croce, fondatore della Congregazione della Passione. Congregazione in cui Dom Mauro si è formato e man mano poi ha assunto nella Chiesa compiti sempre più importanti al servizio del Regno di Dio, come oggi è questa nuova responsabilità di essere pastore della grande ed importante Diocesi di Guaxupè.


Napoli,
19 giugno 2006

L’Addetto Stampa- Curia provinciale- Passionisti

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