Napoli. Dallo spot allo sport:
“Una nazionale di calcio dello Stato Vaticano” .
Di padre Antonio Rungi |
Comunicato stampa
Giovedi'
15
giugno
2006, ore 10,30
Dallo spot allo sport, ora c’è si augura una nazionale dello Stato
Vaticano. “Una nazionale di calcio dello Stato Vaticano che possa
partecipare al prossimo campionato del mondo nella fase delle
eliminazioni preliminari” è l’ultima idea e proposta che viene da
padre Antonio Rungi, superiore provinciale dei Passionisti di
Napoli e già direttore dell’Ufficio sport-spettacoli della Diocesi
di Sessa Aurunca (Ce) ed ideatore del torneo calcistico diocesano
di preti ed istituzioni civili che annualmente, da circa 20 anni,
si svolge in occasione della Solennità dell’Assunta nella città di
Mondragone (Ce).
“Esistono vari tornei del genere ed anche la nazionale europea dei
preti –precisa padre Rungi in una Nota- che vedono impegnati i
religiosi, i sacerdoti e in qualche caso anche i Vescovi nel
settore calcistico; per cui, sarebbe possibile, se sono d’accordo
le autorità vaticane, organizzare una vera nazionale di calcio
della Città del Vaticano che potesse partecipare, fin dal prossimo
torneo, alle fasi di eliminazione per la qualifica alla fase
finale dei campionati del mondo che si terranno fra quattro anni.
La chiesa italiana e lo stesso Stato Vaticano tra i suoi
dipendenti ha numerosi e forti atleti che per una causa così
nobile potrebbero assecondare questo progetto che ha una sua
validità sportiva, pedagogica e sociale. La Chiesa –continua padre
Rungi- che da sempre è impegnata a sostenere lo sport e tutto ciò
che esprime sana competizione e sincero agonismo dovrebbe
impegnarsi più direttamente in questo ambito partecipando come
istituzione, mediante lo Stato Vaticano, non solo al campionato di
calcio, ma anche alle Olimpiadi. E’ vero che la chiesa sostiene
associazioni cattoliche che operano nello sport, da cui spesso
escono grandi atleti, e che presso parrocchie e nelle Diocesi,
soprattutto in certe realtà territoriali, sono le strutture
ecclesiastiche ad essere meglio attrezzate e funzionanti in questo
campo, ma è pur vero che a livello di competizioni mondiali o
europee la Chiesa non ha mai considerato questa ipotesi di una
discesa diretta in campo per contribuire a promuovere lo sport e
la sana competizione tra i popoli. A mio avviso i tempi sono
maturi anche per queste iniziative e soprattutto è urgente
valutare con oculatezza questa ipotesi in considerazione di quella
pastorale del Turismo, sport, spettacoli molto a cuore alla Chiesa
universale, alla Santa Sede, e alle Chiese particolari, ovvero
alle Diocesi. Sarebbe, nell’ipotesi che questa proposta venisse
attentamente valutata e considerata una novità assoluta in campo
mondiale e non solo nel Calcio, ma anche negli altri sport dove la
Chiesa universale e quindi lo Stato Vaticano potrebbe partecipare
avendo tutte le carte in regola per aderire ad iniziative del
genere. Forse il calcio e lo sport cambierebbero molto anche da un
punto di vista di comportamento etico, con una maggiore attenzione
al rispetto delle regole”.
Napoli, 15 giugno
2006
L’Addetto Stampa- Curia provinciale- Passionisti
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