Napoli. Nell’Enciclica
di Benedetto XVI ricordata la Diaconia di
Napoli dei primi secoli del cristianesimo.
di
Antonio Rungi.
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Comunicato
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Lunedì
30 gennaio 2006, ore
18,15
E’ sicuramente un fatto singolare, se non unico, la citazione
della città di Napoli nella recente Enciclica di Benedetto XVI,
Deus caritas est, la prima del suo Pontificato. Il Santo Padre,
infatti, cita Napoli, al n.23 della sua Enciclica, in riferimento
alle primitive strutture giuridiche riguardanti il servizio della
carità nella Chiesa. “Verso la metà del IV secolo prende forma in
Egitto –scrive Benedetto XVI- la cosiddetta «diaconia»; essa è nei
singoli monasteri l'istituzione responsabile per il complesso
delle attività assistenziali, per il servizio della carità
appunto. Da questi inizi si sviluppa in Egitto fino al VI secolo
una corporazione con piena capacità giuridica, a cui le autorità
civili affidano addirittura una parte del grano per la
distribuzione pubblica. In Egitto non solo ogni monastero ma anche
ogni diocesi finisce per avere la sua diaconia — una istituzione
che si sviluppa poi sia in oriente sia in occidente. Papa Gregorio
Magno († 604) riferisce della diaconia di Napoli. Per Roma le
diaconie sono documentate a partire dal VII e VIII secolo; ma
naturalmente già prima, e fin dagli inizi, l'attività
assistenziale per i poveri e i sofferenti, secondo i principi
della vita cristiana esposti negli Atti degli Apostoli, era parte
essenziale della Chiesa di Roma. Questo compito trova una sua
vivace espressione nella figura del diacono Lorenzo († 258). La
descrizione drammatica del suo martirio era nota già a
sant'Ambrogio († 397) e ci mostra, nel suo nucleo, sicuramente
l'autentica figura del Santo. A lui, quale responsabile della cura
dei poveri di Roma, era stato concesso qualche tempo, dopo la
cattura dei suoi confratelli e del Papa, per raccogliere i tesori
della Chiesa e consegnarli alle autorità civili. Lorenzo distribuì
il denaro disponibile ai poveri e li presentò poi alle autorità
come il vero tesoro della Chiesa. Comunque si valuti
l'attendibilità storica di tali particolari, Lorenzo è rimasto
presente nella memoria della Chiesa come grande esponente della
carità ecclesiale”.
Un richiamo importante e per molti versi significativo per
recuperare a livello locale uno speciale impegno nel campo della
solidarietà verso gli ultimi, gli emarginati ed i bisognosi del
territorio cittadino, investendo le migliori energie della Chiesa
locale e delle altre istituzioni ecclesiali, tra cui gli istituti
maschili e femminili di vita consacrata, nel campo del servizio
della carità, partendo proprio dalle gloriose origini di questo
impegno della Chiesa napoletana, tanto da citarla come esempio dal
Papa Gregorio Magno.
Oggi, non è minore l’impegno dell’Arcidiocesi di Napoli nel
servizio della carità, in ragione della molteplicità dei bisogni
materiali, umani, psicologici, interiori e spirituali che
affiorano continuamente dal territorio, segnato da tante emergenze
(disoccupazione, camorra, violenza, carenza di servizi ed
assistenza, povertà crescente) ed ai quali si cerca rispondere
impegnando consistentemente parrocchie ed istituzioni religiose,
tra le quali le associazioni di volontariato sociale e gli stessi
ordini e congregazioni religiosi.
In molte parrocchie opera in modo esemplare la Caritas
parrocchiale che assicura, in molti casi, tutto il necessario alle
persone bisognose delle rispettive zone pastorali e dell’intera
città. Alle mense parrocchiali e alle strutture
socio-assistenziali messe in esse dalle comunità parrocchiali o
che si rifanno ad esse, corrisponde un vasto impegno nel servizio
della carità verso gli ultimi ed i bisognosi da parte di religiosi
e suore. Il Santo Padre Benedetto XVI cita più volte l’esemplarità
della vita di carità della Beata Teresa di Calcutta. In Napoli
sono soprattutto queste Suore, nel cuore del centro antico della
città ad assicurare il necessario aiuto materiale e morale a
quanti fanno riferimento alle strutture assistenziali gestite da
loro. Ma non sono le uniche. Come all’origine del cristianesimo,
la diaconia “è nei singoli monasteri l'istituzione responsabile
per il complesso delle attività assistenziali, per il servizio
della carità”, così oggi in diversi monasteri e conventi della
città viene assicurato il servizio ai poveri e ai bisognosi della
città. C’è una continuità storica e ideale con quelle primitive
strutture giuridiche riguardanti il servizio della carità nella
Chiesa, che a Napoli si diffusero nei primi secoli del
cristianesimo, tanto da essere additate da Papa Gregorio Magno.
Nel ringraziare il Santo Padre, Benedetto XVI, che ha voluto
menzionare espressamente la nostra città nella sua recente
Enciclica, “Dio è amore”, vogliamo cogliere in essa un’opportunità
in più per potenziare il settore del servizio della carità a
qualsiasi livello nella Chiesa di Napoli e nell’intera Regione
Campania.
Napoli e la Campania, infatti, hanno particolarmente bisogno di
tali strutture non per sopperire le carenze dello Stato o della
pubblica amministrazione, bensì per esprimere concretamente quel
precetto dell’amore verso il prossimo da parte dei credenti,
operando una scelta di campo precisa e circostanziata, sul
versante dell’assistenza ai poveri e ai diseredati che si
incrociano quotidianamente nelle strade, nelle stazioni, nei
luoghi più disparati della metropoli partenopea e degli altri
centri della Regione Campania.
Napoli, 30 Gennaio 2006
P. Antonio Rungi
C.P- Superiore provinciale
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