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Padre Antonio Rungi
Superiore Provinciale
antonio.rungi@tin.it


 

Napoli. “No ai botti, sì ai doni
di
Antonio Rungi


Comunicato stampa
Lunedì
26 dicembre 2005, ore 16
,30


Dopo quello dei giorni scorsi si rinnova l’invito del teologo moralista campano, padre Antonio Rungi, a non sparare fuochi pericolosi a Capodanno. “No ai botti, sì ai doni”. E’ questo l’appello che padre Rungi rivolge soprattutto ai genitori e agli adulti, “perché non sprechino somme ingenti per mettere a repentaglio la propria ed altrui vita. Fate del bene con i soldi che avete. Risparmiate per le vostre esigenze personali e familiari. Donate a chi non ha nulla. Adottate i poveri e gli affamati del territorio. Spendete i vostri risparmi per donare le cose necessarie a chi non le ha. Realizzate qualcosa di buono per voi e per gli altri”. Sono questi i moniti etici che padre Antonio Rungi pone davanti alla coscienza di quanti usano acquistare e sparare fuochi artificiali in proprio nella notte di San Silvestro.
“E’ una responsabilità morale grave ed un peccato che va confessato –sostiene il teologo Rungi- quello di sparare fuochi artificiali pericolosi mettendo a rischio la propria ed altrui vita. E’ un peccato anche in considerazione della diffusa povertà che esiste in tante parti del nostro Paese e soprattutto nel Meridione, magari anche tra coloro che sono i primi a far brillare i fuochi artificiali nella notte di Capodanno. Povertà verso la quale non si ha neppure il minimo rispetto. Tanta gente, anche in difficoltà economica, si indebita per acquistare botti, soprattutto di quelli costosi e proibiti. Usanza che va eliminata dal comportamento di tanti incoscienti che fanno del male a se stessi, alla propria famiglia e alla società. Al di là delle spese che ogni anno si sostengono al riguardo –conclude padre Rungi- c’è un’etica della responsabilità verso se stessi e verso gli altri che soprattutto in determinate circostanze e situazioni non si può ignorare. E ciò non riguarda solo i credenti, ma tutti coloro che hanno buon senso e criteri oggettivi nel loro agire in società. Spendere soldi per far brillare fuochi di ogni genere, sul tipo fai da te, e mettere a rischio la vita è da insensati e da scriteriati. Noi desideriamo che questa guerra dell’ultimo dell’Anno finisca con la buona volontà di tutti e con la condivisione dei progetti di prevenzione e repressione di simili crimini. E ciò anche in considerazione di rischi attentati a cui è soggetto il nostro Paese a causa del terrorismo internazionale. La Chiesa lavora in sinergia con tutte le altre istituzioni presenti sul territorio nazionale e locale per azzerare questo asociale e pericoloso modo di festeggiare l’arrivo del nuovo anno”. 


Napoli
26 dicembre 2005

’Addetto Stampa- Curia provinciale- Passionisti

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