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Padre Antonio Rungi
Superiore Provinciale
antonio.rungi@tin.it



Padre Fortunato De Gruttis


Tomba di
Padre Fortunato De Gruttis

Falvaterra (Fr). Cent’anni fa moriva il sacerdote passionista esorcista, 
oggi Venerabile, padre Fortunato De Gruttis

di Antonio Rungi


Comunicato stampa
Giovedì
13 ottobre 2005, ore 15,15



Cent’anni fa moriva il sacerdote passionista esorcista, oggi Venerabile, padre Fortunato De Gruttis. Molte le iniziative a Falvaterra (Fr), a Roccovivi (Aq) suo paese d’origine, e nella Provincia religiosa dell’Addolorata (Lazio Sud e Campania), per ricordare la grande figura di questo santo religioso, morto il 28 dicembre 1905 nel Ritiro passionista di S.Sosio Martire in Falvaterra. Padre Fortunato De Gruttis, al secolo Paolo De Gruttis, è conosciuto soprattutto per il suo ministero a favore dei penitenti e dei tanti sofferenti, nel corpo e nell’anima, che egli curò nel suo lungo servizio apostolico del confessionale.
Nato il 3 marzo 1826 a Roccavivi (Aquila) da Luigi e Angela Colone, al battesimo gli fu messo il nome di Paolo. Il 10 ottobre del 1839 riceve la cresima dall’allora Vescovo di Sora, monsignor Giuseppe Pontieri. Nel 1840, avvertita chiaramente la vocazione alla vita sacerdotale, entra nel Seminario di Sora, dove sarà seminarista diligente. Intanto, il 6 marzo 1842 i passionisti aprono la casa religiosa di Sora e il giovane seminarista viene attratta dalla figura di questi religiosi, fondati da San Paolo della Croce. Chiede di entrare nella Congregazione della Passione e la sua domanda viene accolta. Il 4 giugno 1843 entra nel noviziato passionista di Paliano (Fr). Il 14 giugno 1843 veste l’abito passionista e cambia il nome (come era usanza allora) di Paolo in quello di Fortunato Maria di San Paolo. Concluso brillantemente l’anno di noviziato, il 15 giugno 1844 emette la professione religiosa a Paliano (Fr). Viene subito dopo trasferito a Ceccano (Fr), presso lo studentato passionista per seguire gli studi in preparazione al sacerdozio. Completati gli studi tra Ceccano e Falvaterra, e ricevuti gli ordini minori (suddiaconato e diaconato), il 23 dicembre 1848 a Veroli, nella cappella privata del vescovo, monsignor Mariano Venturi, viene ordinato sacerdote. Il 14 gennaio 1851 fu destinato alla comunità passionista di San Salvatore, nella diocesi di Poggio Mirteto. Nel dicembre del 1852 è nella comunità passionista di Pontecorvo (Fr); mentre nel febbraio 1855 lo troviamo di comunità a Ceccano. Significativa da un punto di vista storico è la sua presenza nella piccola comunità passionista, annessa alla Reggia di Caserta, ove padre Fortunato rimane negli anni 1857-1866, finquando il 25 maggio accompagnato dai soldati, insieme agli altri religiosi della medesima comunità fu riportato nel convento di Falvaterra, che si trovava ai confini del Regno di Napoli e dello Stato Pontificio, in quanto fu chiusa la casa religiosa di Caserta. Negli anni 1866-1869 è di nuovo nella comunità passionista di Ceccano, fino al 16 aprile del 1869, quando venne trasferito nella comunità di S.Sosio, ove resterà fino alla sua morte. Circa 40 anni di presenza in questa casa, associata ad un intenso ministero a favore delle anime più bisognose di cure spirituali. In questi anni esercitò il ministero di confessore, esorcista e direttore spirituale. Il 4 novembre 1905 celebra l’ultima messa. In serata è colpito da ictus cerebrale che lo paralizza completamente. Dopo oltre un mese di gravi sofferenze, che visse con grande rassegnazione alla volontà di Dio, da vero passionista, il 28 dicembre del 1905 muore poco dopo le cinque le mattino. Svolti i solenni funerali, ai quali parteciparono numerosi sacerdoti e fedeli, la sua salma venne sepolta nella cappella mortuaria nel giardino del Convento di Falvaterra. Il 6 settembre, data le continue e ripetute grazie attribuite alla sua persona, venne esumata la salma. I resti mortali di padre Fortunato furono collocati nella chiesa di S.Sosio. E tale avvenimento richiamò moltissimi fedeli dai vari comuni della Ciociaria, ove padre Fortunato era conosciuto e stimato come santo. Il 19 dicembre 1957 iniziò il processo informativo per la sua canonizzazione. Il 7 gennaio 1965 fu effettuata una nuova ricognizione dei resti mortali del Servo di Dio. L’11 luglio 1992, padre Fortunato De Gruttis, da Giovanni Paolo II, viene dichiarato venerabile.
La straordinaria figura di questo zelante sacerdote che fece del ministero della riconciliazione il suo impegno prioritario, connesso ad altri ruoli e servizi, risulta di straordinaria attualità e di forte stimoli ed incoraggiamento ai sacerdoti che hanno la cura delle anime per svolgere il ministero della confessione con competenza, generosità, dedizione e preparazione spirituale. 
Scrive uno dei suoi ultimi biografi, padre Pierluigi D’Eugenio, passionista che “anche il ministero di esorcista esercitato da padre Fortunato, in lui, assume un significato speciale, che è opportuno sottolineare. Se da un lato i giorni di padre Fortunato sono pieni della dolce e beatificante presenza di Dio, dall’altro, scorrendo la sua vita si incontra anche la misteriosa e sconcertante presenza di Satana. Con lui, che scuote e rovina l’esistenza di tanti, si scontra padre Fortunato che gli impone attraverso l’esorcismo di lasciare libere le sue vittime. I successi sonno tanti e tutti con risultati sorprendenti. D’altra parte, il Diavolo lo conosce bene e lo teme sapendolo uomo di Dio e santo religioso. Anche padre Fortunato conosce bene il diavolo e il suo tenebroso lavoro per sconvolgere la vita dell’uomo. Tra loro c’è una guerra giurata”. 
Alla fine è sempre lui ad avere la meglio. Tutti gli ossessi guariscono e riprendono una normale vita. E si badi bene che non si tratta di persone isteriche o con problemi neurologici, bensì di veri indemoniati, tanto che padre Fortunato sa discernere bene i casi e le situazioni di reale possessione diabolica, rispetto ad altri problemi fisici, psichici, spirituali, morali delle persone ammalate che ricorrono a lui. In questi casi invia gli ammalati dai medici per la cura specifica. D’altra parte, vedere il diavolo dove non c’è, sarebbe una grossa ingenuità. Significherebbe cadere in un sottile ed abile tranello teso da una raffinata astuzia davvero diabolica. Per un esorcista “santo” era tutto più semplice diagnosticare esattamente i casi di vera possessione da quelli di malattie di altra natura. Il lavoro spirituale e fisico per rimuovere completamente le possessioni diaboliche stremavano il padre Fortunato che non si tirava mai indietro di fronte a queste delicate situazioni personali di tanti penitenti che ricorrevano a lui da vari comuni della Ciociaria.
Nel convento di San Sosio si possono osservare quadri votivi di ossessi liberati.
Scrive lo storico, padre Giuseppe Comparelli: “Ogni giorno, padre Fortunato sedeva al confessionale come docente, come medico, come amico e talvolta come giudice. Ogni voce dietro la grata era una storia umana che egli doveva orientare, sbrogliare, concludere o promuovere. E non sempre le cose erano nello schema, come per chi fa un mestiere, spesso c’era “il caso” e allora padre Fortunato faceva l’esorcista oppure prevedeva il futuro o disponeva da Dio di qualche altro mezzo fuori della portata dei comuni mortali.
A passo lento, ogni mattina padre Fortunato scendeva al suo lavoro in chiesa e lì trovava la fila che l’attendeva. Poi risaliva ancora più lentamente; tanto gli consentiva la sua sagoma bassa e piena. Quando rientrava nella sua camera ancora aveva attaccati alla sua persona i sospiri dei suoi penitenti. Sia a Caserta, sia a Falvaterra padre Fortunato aveva avuto al suo fianco uomini di cultura e di grande capacità oratoria come padre Clemente Celani, padre Gaspare Forti, padre Gabriele Abisati. Tutti hanno lasciato materiale negli archivi e nelle biblioteche. Padre Fortunato ha lasciato tracce solo nelle anime di quanti lo hanno celebrato come uomo di Dio e lo hanno raccontato alle generazioni successive. La sua è stata la missione più lunga, più incisiva. Un lume sul pavimento deve essere mosso per essere utile. Un lume in posizione esposta promuove la vitalità di tutto ciò che raggiunge. L’eredità di padre Fortunato non è ancora spenta”.
Per ricordare la figura esemplare di questo religioso passionista, a partire dai prossimi giorni si svolgeranno varie iniziative in diversi luoghi per giungere all’appuntamento della giornata del centenario, il 28 dicembre 2005, quando si terrà, a Falvaterra, la commemorazione ufficiale dello storico evento.


Napoli 13 ottobre 2005

’Addetto Stampa- Curia provinciale- Passionisti

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