Home Page passionisti.org

CONGREGAZIONE DELLA PASSIONE
Provincia Religiosa dell'Addolorata - DOL
(Basso Lazio, Campania e Vicariato in Brasile)
passionisti@passionisti.org

 BENVENUTO nella FAMIGLIA PASSIONISTA

San Paolo della Croce, il nostro FONDATORE

altre sezioni di www.passionisti.org

Linea di divisione

Bacheca di p. Antonio Rungi

SCOPO di queste riflessioni:
- offrire un contributo settimanale di attualità;
- sollecitare discussioni ed approfondimenti.

<<--- Vai al SOMMARIO



Padre Antonio Rungi
Superiore Provinciale
antonio.rungi@tin.it

Lettera per il Venerdì Santo 2005
di Antonio Rungi


Comunicato stampa
Mercoledì
23 marzo 2005, ore 16,00

Carissimi Confratelli 

1. Il Venerdì Santo per noi Passionisti è una giornata speciale, sia perché in comunione con tutta la Chiesa, sparsa nel mondo, noi Commemoriamo la Passione del Signore, durante la solenne Azione liturgica, e sia perché, sull’esempio del nostro Fondatore, San Paolo della Croce, viviamo più intensamente la nostra consacrazione alla Passione del Signore proprio in questo giorno. Nella preghiera, nella penitenza, nel raccoglimento, nel silenzio, nella confessione delle nostre debolezze e fragilità umane, nella sincera volontà di fare tesoro di tutti gli insegnamenti che ci vengono da questo alto ed irripetibile magistero del Cristo Crocifisso, noi facciamo memoria della nostra redenzione, celebrata nel mistero della Passione, Morte e Risurrezione del Signore.

2. Leggiamo nelle nostre Costituzioni che San Paolo della Croce “discernendo acutamente i mali del suo tempo, proclamò con insistenza che la Passione di Gesù è la più grande e stupenda opera del divino amore e parimenti ne è il rimedio più efficace. (CCP, 1). 
Tale carisma fu riconosciuto dalla Chiesa, tanto che le Regole di vita scritte da San Paolo della Croce approvate da Papa Benedetto XIV il 15 maggio 1741. Come dire che la nostra Congregazione, di diritto pontificio, ha un respiro mondiale e la sua presenza, oggi, in varie del mondo, ci attesta che davvero essa si è diffusa secondo il mandato di Cristo ai suoi discepoli: “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura” (Mt. 16,15).

3. Il Vangelo che siamo chiamati ad annunziare è quello della Passione e Morte del Signore. “Consapevoli che la Passione di Cristo continua in questo mondo fino a che Egli ritorni nella gloria, condividiamo le gioie e le ansie dell’umanità in cammino verso il Padre. Ci studiamo di prendere parte alle tribolazioni degli uomini, specialmente dei poveri e degli abbandonati, e di confortarli sollevandoli dalle loro sofferenze. Con la potenza della Croce, sapienza di Dio, tendiamo con ardore ad illuminare e rimuovere le cause dei mali che affliggono gli uomini” (CCP, 3). E’ evidente che il nostro scopo primario di essere nella Chiesa è quello della “evangelizzazione mediante il ministero della parola della Croce, perché tutti possano conoscere Cristo e la forza della Sua resurrezione” (Ibidem).

4. La nostra consacrazione alla Passione del Signore si manifesta pubblicamente con la professione di un “voto” speciale. Con tale voto ci obblighiamo a promuovere la memoria della Passione di Cristo con la parola e le opere. Noi viviamo i consigli evangelici di povertà castità ed obbedienza alla luce di questo voto e procuriamo di renderlo concreto nella vita di ogni giorno. (Cf. CCP, 6). Come dire che la sorgente ed il culmine della nostra speciale consacrazione a Dio si innesta nella Passione di Gesù Cristo. Tutto, nella nostra vita da passionisti, deve esprimere questo aspetto assolutamente primario. Gli stessi consigli evangelici assumono forza e valenza proprio nel mistero della Pasqua di Cristo.

5. Serva a ciascuno di noi quanto scrive il nostro Fondatore circa la nostra chiamata alla santità, nella Congregazione della Passione. “Chi vuole essere santo, ama di seguire fedelmente gli insegnamenti divini di Gesù Cristo, di essere fatto l’obbrobrio degli uomini e l’abiezione della plebe…O fortunata l’anima che vestita di Gesù Cristo e tutta penetrata dalle pene santissime e se ne sta tutta immersa e inabissata nell’immenso mare della divina carità”. Si tratta di mettersi alla scuola di questo singolare Maestro divino, che ci chiede molto, perché molto di più egli ha donato a noi. ”In questa scuola divina dovete imparare ad essere umile di cuore, amante del proprio disprezzo, amante del patire in silenzio e speranza, ad essere dolce e mansueto, pieghevole e obbediente”.

6. Serva, oggi, nel contesto della nostra realtà ecclesiale e mondiale, ancor più quanto scrive il Santo Padre, nella Lettera Apostolica “Novo Millennio Ineunte” su quel “Volto dolente” di Cristo sulla Croce da contemplare come memoria dell’evento della salvezza, ma anche come invito a leggere oggi tale volto in tante reali situazioni. “La contemplazione del volto di Cristo ci conduce così ad accostare l'aspetto più paradossale del suo mistero, quale emerge nell'ora estrema, l'ora della Croce. Mistero nel mistero, davanti al quale l'essere umano non può che prostrarsi in adorazione. Non finiremo mai di indagare l'abisso di questo mistero. Prima ancora, e ben più che nel corpo, la sua passione è sofferenza atroce dell'anima. Di fronte a questo mistero, accanto all'indagine teologica, un aiuto rilevante può venirci da quel grande patrimonio che è la « teologia vissuta » dei Santi. Essi ci offrono indicazioni preziose che consentono di accogliere più facilmente l'intuizione della fede, e ciò in forza delle particolari luci che alcuni di essi hanno ricevuto dallo Spirito Santo, o persino attraverso l'esperienza che essi stessi hanno fatto di quegli stati terribili di prova che la tradizione mistica descrive come «notte oscura». Non rare volte i Santi hanno vissuto qualcosa di simile all'esperienza di Gesù sulla croce nel paradossale intreccio di beatitudine e di dolore” (Cf. nn.24-27). San Paolo della Croce è stato uno dei santi che hanno fatto simili esperienze di elevata mistica ed ascesi vicino a Gesù Crocifisso. 

7. Oltre la croce è necessario ancor più oggi, scrutare l’orizzonte della risurrezione, della vita e della speranza. “Come nel Venerdì e nel Sabato Santo, la Chiesa continua a restare in contemplazione di questo volto insanguinato, nel quale è nascosta la vita di Dio ed offerta la salvezza del mondo. Ma la sua contemplazione del volto di Cristo non può fermarsi all'immagine di lui crocifisso. Egli è il Risorto! Se così non fosse, vana sarebbe la nostra predicazione e vana la nostra fede (cfr 1 Cor 15,14). È a Cristo risorto che ormai la Chiesa guarda”. Vana sarebbe la nostra scelta di seguire Cristo alla scuola di Paolo della Croce, se non fissiamo il nostro sguardo sul Volto del Risorto. La Passione di Cristo porta in sé tutta la carica della risurrezione e della vita. La Passione di Cristo, infatti, è passione per la vita e per l’umanità.

8. Per concludere questa riflessione sul Venerdì Santo, ricorro alla testimonianza di un nostro contemporaneo, monsignor Tonino Bello. Nel Vangelo “c'è una frase immensa, che riassume la tragedia del creato al momento della morte di Cristo. 'Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio. Solo allora è consentita la sosta sul Golgota. Al di fuori di quell'orario, c'è divieto assoluto di parcheggio. Dopo tre ore, ci sarà la rimozione forzata di tutte le croci. Una permanenza più lunga sarà considerata abusiva anche da Dio. Coraggio, fratello che soffri. Mancano pochi istanti alle tre del tuo pomeriggio. Tra poco, il buio cederà il posto alla luce, la terra riacquisterà i suoi colori verginali e il sole della Pasqua irromperà tra le nuvole in fuga”.
Di fronte alle nostre e altrui piccole o grandi croci, Carissimi Confratelli, ci sia di conforto la certezza che oltre il patire ed il morire c’è il gioire definitivamente in Dio. La Croce è preludio alla Pasqua di Risurrezione.

Napoli 23 marzo 2005

’Addetto Stampa- Curia provinciale- Passionisti

INIZIO PAGINA

Linea inferiore

Copyright ? No Grazie diffondete, stampate e utilizzate il contenuto di questo sito;   Risoluzione 800 x 600; Carattere piccolo;
Organizzaz. ACSMAM Associazione Culturale S. Maria Ai Monti -