Napoli. “Inaccettabile la sentenza del giudice americano”.
di
Antonio Rungi
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Comunicato
stampa
Martedì
22 marzo 2005, ore
17,00
“Pur nel rispetto delle leggi di uno Stato democratico, la sentenza del giudice americano che ha deciso di non fare allacciare il tubo a Terri Schiavo, condannando praticamente la donna alla morte, è inaccettabile da un punto di vista morale”, è quanto afferma il teologo moralista campano, padre Antonio Rungi, superiore provinciale dei Passionisti di Napoli.
“In sintonia con gli insegnamenti morali della Chiesa cattolica va evidenziato in questo caso, come in tanti altri del genere –precisa il teologo Rungi- che coloro la cui vita è minorata o indebolita hanno diritto ad un rispetto maggiore piuttosto che abbandonarle alla loro sorte. Le persone ammalate o handicappate, infatti, devono essere sostenute perché possano condurre un'esistenza per quanto possibile normale. Nel caso della Schiavo nessuno si può arrogare il diritto di sospendere qualsiasi aiuto per mantenerla in vita, anche se la legge in questo caso prevede decisioni del genere. D’altra parte è bene sottolineare –continua padre Rungi- che qualunque ne siano i motivi e i mezzi, l'eutanasia diretta è moralmente inaccettabile. Così un'azione oppure un'omissione che, da sé o intenzionalmente, provoca la morte allo scopo di porre fine al dolore, costituisce un'uccisione gravemente contraria alla dignità della persona umana e al rispetto del Dio vivente, suo Creatore. Il giudizio morale estremamente negativo in questi casi non muta, anzi si aggrava se l’eutanasia diretta viene praticata per motivi economici o ideologici”.
Ed un auspicio espresso dal teologo Rungi. “Mi auguro che la signora Schiavo venga lasciata in pace e la sua sofferenza non strumentalizzata anche ai fini politici o spettacolari. Bisogna avere l’accortezza in questi casi di rispettare la sofferenza ed il dolore altrui e magari lasciare fare a Colui che è il Padrone della vita, che è Dio, che conosce solo lui il momento della nostra fine terrena. Nessuno si sostituisca a Dio, rivendicando su un essere umano, per quanto fragile, debole e indifeso, il diritto di vita o di morte”
Napoli 22 marzo 2005
’Addetto Stampa- Curia provinciale- Passionisti
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