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Padre Antonio Rungi
Superiore Provinciale
antonio.rungi@tin.it

San Gabriele dell’Addolorata e l’Anno dell’Eucaristia
di Antonio Rungi


Comunicato stampa
Sabato
26 febbraio 2005, ore 8,00

La festa di San Gabriele dell’Addolorata, studente della Congregazione della Passione (Passionisti), compatrono della gioventù italiana e patrono principale dell’Abruzzo, quest’anno ricorre di Domenica, 27 febbraio, e pertanto passa in secondo piano nella liturgia della “Pasqua settimanale”. Tuttavia, la figura di questo santo di straordinario esempio soprattutto per i giovani non può passare sottosilenzio in quest’anno dell’Eucaristia. Il motivo è quanto mai giustificato: egli, pur nella sua breve esistenza, di appena 24 anni di vita (Assisi, 1 marzo 1838 – Isola del Gran Sasso, Teramo, 27 febbraio 1862), può definirsi uno dei santi universali della Chiesa cattolica che hanno coltivato con particolare intensità il culto a Gesù Sacramentato, sia nella santa messa e sia al di fuori di essa. Canonizzato da Benedetto XV, si distinse, durante la sua vita, specie nei sei anni che visse tra i Passionisti, per il carattere gioviale, la devozione alla Madonna, la pietà eucaristica e la fedeltà alla vita religiosa unita a grande amore alla penitenza. Un modello di santo al quale ispirarsi durante il tempo Quaresimale e l’Anno eucaristico. 
Il Santo Padre, Giovanni Paolo II (al quale vanno gli auguri più sinceri di un’immediata guarigione) nell’Enciclica “Ecclesia de Eucharistia”, al n.62, scrive: “Mettiamoci alla scuola dei Santi, grandi interpreti delle vera pietà eucaristica. Il loro vissuto eucaristico ci contagia e ci riscalda”. E nella Lettera apostolica per l’Anno dell’Eucaristia, “Mane nobiscum Domine” (n.3), il Sommo Pontefice, richiama fortemente l’attenzione dei credenti sulla vita eucaristica dei Santi: “Stanno davanti a nostri occhi gli esempi dei Santi, che nell’Eucaristia hanno trovato alimento per il loro cammino di perfezione. Quante volte essi hanno versato lacrime di commozione nell’esperienza di così grande mistero e hanno vissuto indicibili ore di gioia sponsale davanti al Sacramento dell’Altare”.
Esattamente ciò che ha fatto San Gabriele dell’Addolorata, come si evidenzia nella sua vita, prima e dopo di entrare in convento. La spiritualità eucaristica di San Gabriele dell’Addolorata, il suo culto e la sua speciale devozione alla SS.Eucaristia si possono sintetizzare in alcune espressioni e momenti della sua esistenza.
Egli crede fermamente nella presenza reale di Gesù nell’Ostia Santa. Presenza in corpo sangue anima e divinità. La sua è una fede eucaristica di rendimento costante di grazie al Signore. Coloro che lo conobbero, come il suo maestro del Noviziato, padre Norberto, noviziato svolto a Morrovalle (Mc), hanno attestato che era davvero innamorato di Gesù Sacramentato. Parla ai suoi confratelli di Gesù Sacramentato con accenti da “Serafino”, estasiato come rimaneva più volte davanti al Tabernacolo, ove si tratteneva spesso. Le sue visite a Gesù Sacramentato erano frequentissime durante la giornata ed anche la notte. Era tra i primi ad arrivare in Coro per la celebrazione della Liturgia delle Ore, in modo da potersi trattenere più a lungo in cappella, davanti al SS.Sacramento. Passando, per vari motivi, davanti alla cappella del Convento faceva genuflessioni continue in segno di rispetto e venerazione al Divino Maestro che lo scrutava da quella “sede speciale” posta tra i frati, conservandosi in esso le Ostie consacrate. Continue erano, poi, le comunioni spirituali durante la giornata, mentre queste si incrementarono durante la malattia, che poi lo portò alla morte prematura. Non potendo accostarsi alla santa comunione per l’obbligo del digiuno eucaristico che scattava dalla mezzanotte (regola per tutti, allora), durante il quale era proibito assolutamente assumere qualsiasi cosa (compresa la medicina), San Gabriele chiedeva di unirsi spiritualmente all’amato suo Gesù con la comunione spirituale frequente. Egli era solito ripetere, quasi come giaculatoria, per prepararsi all’incontro eterno con Cristo: “Gesù mio, vi ho accolto tante volte nel mio povero cuore, ora accogliete me con voi in Paradiso”.
Tra gli “uffici comunitari” che San Gabriele voleva svolgere, c’era uno al quale teneva particolarmente: era quello di “sacrestano”. Il motivo era ovvio: quello di stare continuamente in Chiesa, per preparare il necessario, per abbellire l’altare, per predisporre ogni cosa ai fini delle molteplici celebrazioni che si svolgevano in essa, a partire dalla celebrazione quotidiana, singola, della santa messa dei vari sacerdoti passionisti di comunità ad Isola. Era suo desiderio costante essere presente a tutte le celebrazioni delle messe e fare da ministrante. Ma il massimo dell’espressione di questo culto eucaristico speciale da parte di San Gabriele era la sua partecipazione alla mensa eucaristica. Era un angelo, a dire dei più, intorno all’altare durante la celebrazione eucaristica. Il momento della Comunione, dopo quello della consacrazione del “Pane e del Vino”, era quello più atteso dal giovane studente passionista, incamminato verso il sacerdozio, che non potè ricevere per la inattesa morte. Per lui era un momento di intima gioia, che assaporava in modo del tutto singolare. Era così intenso l’amore, la devozione il raccoglimento personale, che la S.Comunione si trasformava per lui in una vera immersione in Cristo. Chi partecipava alla santa messa quando era presente Gabriele rimaneva ammirato, tanto il suo fervore, da desiderare di incontrarlo spesso in questi momenti di preghiera e raccoglimento con Gesù accolto nel suo giovane cuore.
Scrive il Santo Padre, Giovanni Paolo II che “il cammino della Chiesa è un cammino di santità”, (NMI, 30), con l’appellativo di “eucaristica”. Tale cammino è soprattutto eucaristico, in quanto senza Eucaristia non c’è Chiesa e senza la Chiesa non ci può essere Eucaristia secondo gli insegnamenti di Cristo, che la istituisce, congiuntamente al sacerdozio cattolico, nell’Ultima Cena, il Giovedì Santo. I Santi, come Gabriele dell’Addolorata, hanno fatto proprio il comando di Gesù (“Fate questo in memoria di me”) ed li hanno vissuto ogni giorno in un contesto eucaristico, quale memoriale della Passione, Morte e Risurrezione del Signore. La “spiritualità passionista” di San Gabriele dell’Addolorata è soprattutto “spiritualità eucaristica”. 

 Napoli, 26 febbraio 2005

’Addetto Stampa- Curia provinciale- Passionisti

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