Napoli. I Passionisti celebrano la Passione di Cristo e scrivono al Santo Padre
di
Antonio Rungi
|
Comunicato
stampa
Sabato 5
febbraio
2005, ore 19,00
I Passionisti, ieri, hanno celebrato con particolare solennità la Commemorazione della Passione di Gesù Cristo. Festa che il Fondatore dei Passionisti, San Paolo della Croce, aveva particolarmente a cuore e che ha trasmesso a tutti si suoi figli spirituali. Tanto che questa solennità caratterizza il titolo stesso della Congregazione della Passione del Signore. Con lettera del 27 settembre 1758, San Paolo della Croce sollecitava alcuni religiosi a comporre l’ufficio della solennità della Passione. Fu il padre Tommaso Struzzieri, primo superiore provinciale della Provincia dell’Addolorata (Lazio Sud e Campania) a redigere il testo con qualche evidente aggiustamento, forse, dello stesso San Paolo della Croce. Il desiderio di Papa Clemente XIV di estendere questo ufficio a tutta la Chiesa, ne fece ritardare l’approvazione che avvenne solo dopo la morte di San Paolo della Croce (Roma, 18 ottobre 1775), esattamente il 10 gennaio 1776.
La liturgia delle Ore di questa solennità tipicamente passionista, presente tutto il mistero della Passione, nella sua dimensione più ampia, per dare alla celebrazione il carattere della universalità dei dolori che Cristo soffrì per compiere la volontà del Padre. Esso ha tre finalità principali: celebrare l’intervento salvifico di Dio Padre, che ha mandato il suo unico Figlio per compiere la nostra redenzione con la morte in croce; aiutarci a fare continua memoria di questa suprema prova d’amore; spingerci ad essere testimoni e cooperatori perché ogni uomo riceva il frutti della redenzione. “Vi prego –scriveva San Paolo della Croce- per quanto so e posso, di profittare di quella scienza divina, che il sovrano Maestro Gesù Cristo vi insegna nella scuola della sua santissima Passione, mentre la meditate con fede e carità. In questa scuola divina dovete imparare ad essere umile di cuore, amante del proprio disprezzo, amante del patire in silenzio e speranza, ad essere dolce e mansueto, pieghevole ed obbediente…Sarete un buon discepolo, se sarete rivestito delle virtù di Gesù Cristo; ed egli sicuramente vi rivestirà, se sarete molto umile, distaccato da tutto ciò che non è Dio e tanto nascosto alle creature che nessuno possa rubarvi il tesoro”.
E proprio in occasione di questa solennità, il Superiore provinciale dei Passionisti di Napoli ha scritto la seguente Lettera al Santo Padre, Giovanni Paolo II, che volentieri pubblichiamo: “Nel giorno in cui noi Passionisti celebriamo la Solenne Commemorazione della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo ci sentiamo particolarmente vicini a Lei, in questo ulteriore momento di sofferenza che sta vivendo nel Policlinico Agostino Gemelli di Roma. Una sofferenza la sua che aiuta noi e quanti sanno apprezzare questo singolare dono del Signore a capire il vero senso umano e cristiano del soffrire e del patire. Nelle nostre quotidiane preghiere Lei è sempre presente e noi La ricordiamo con particolare affetto. Oggi le nostre umili preghiere salgono più insistenti al Signore, alla Madonna Addolorata, alla quale è stata intitolata, dallo stesso nostro Fondatore, San Paolo della Croce, la Provincia religiosa che servo da due anni, quale Superiore provinciale, perché Lei possa tornare, completamente ristabilito alla guida dell’amata Chiesa di Cristo. Le notizie che ci giungono dai mezzi di comunicazione sociale ci confortano e ci fanno ben sperare che Lei, tra qualche giorno, ritornerà in Vaticano per continuare a svolgere il suo ministero petrino a favore della Chiesa universale e della stessa umanità. Noi continueremo a pregare per Lei e per quanti nel mondo soffrono per gravi o minori malattie fisiche, psichiche e spirituali, perché sappiano accettare, per amore di Gesù e per il bene delle anime, la croce quotidiana, che è autentica scuola di ascesi cristiana”.
Napoli, 5 febbraio 2005
L’Addetto Stampa- Curia provinciale- Passionisti
INIZIO
PAGINA |