Cari amici dell’Aseap, 
l’approssimarsi del Natale è sempre un motivo di ripensare e rivedere la propria vita, in quella prospettiva del mistero del Verbo Incarnato, che ci fa comprende la dignità di ogni essere umano.
Cristo che è venuto storicamente tra noi e il Cristo che tornerà tra noi alla fine dei tempi, per giudicare i vivi e i morti, è il punto di riferimento essenziale ed imprescindibile per entrare in quel mistero della vita, di cui il Signore ci ha fatto dono dal momento del concepimento fino a queto momento e ci auguriamo per lunghi anni ancora.
Nel Bambino di Betlemme trova ragione e speranza ogni bambino che viene al mondo, soprattutto nelle condizioni di estrema povertà ed abbandono.
Trovano ragione e speranza i giovani, gli adulti e gli anziani, perché in quel Dio fatto Uomo noi assaporiamo la gioia di una vita che vale sempre la pena di viverla fino in fondo.
Penso a voi cari amici dell’Aseap, ai vostri, familiari, parenti e conoscenti che si stringeranno a voi, a vario titolo, in questo periodo di Natale, per manifestarvi gli auguri di pace e serenità.
Mi associo a loro e a nome della Provincia dell’Addolorata dei Passionisti, che ho l’onore di rappresentare, giunga a ciascuno di voi l’augurio più sentito e avvertito nel profondo del mio cuore di religioso e sacerdote passionista.
Il volto di molti di voi è impresso nella mia mente, perché siete stati miei compagni, anche se per un tempo limitato, nella Congregazione di San Paolo della Croce. E proprio a lui voglio indirizzare il vostro pensiero in questa vigila della sentita e mai totalmente vissuta solennità del Santo Natale.
Nelle vostre case allestirete il Presepe, per rinnovare quella sana tradizione cristiana di sentirsi e manifestare la propria fede anche con semplici gesti come quelli del Presenze in famiglia. Sarà un costante richiamo visivo al mistero del Verbo Incarnato, che è mistero di bontà, tenerezza, dolcezza, sensibilità, amore verso, luce radiosa, forza interiore, speranza di un mondo migliore. Ricordate quel Bambinello deposto sulla Croce, tanto caro al nostro Fondatore?
Per le strade e ovunque respireremo l’aria del Natale, che tanta gioia immette nel nostro cuore, ma che ci fa pensare seriamente sulla nostra esistenza e su quella del mondo intero, in questo momento non facile per tutti.
Nelle Chiese e nei luoghi di culto avremo modo di vivere più in profondità e spiritualmente il mistero del Natale dell’unico Salvatore del mondo, partecipando alle celebrazioni in onore del Redentore ed atteso Messia delle Genti.
Nelle nostre case giungeranno amici di ogni genere. Per strada incontreremo conoscenti e passeggeri, ai quali rivolgeremo il nostro sincero e sentito augurio di ogni bene.
Natale è questo ed oltre questo. Natale è sì il 25 dicembre di ogni anno, ma è altrettanto e forse più Natale di questo giorno in tutti gli altri giorni dell’anno, quando la fatica e la sofferenza, quando l’amore e l’oblazione c’è richiesto di testimoniarli in ogni scelta di vita e di consacrazione a Dio.
L’annuale Natale del 25 dicembre di ogni anno trova il suo banco di prova ogni giorno nella ferialità dei nostri impegni di cristiani e persone inserite in tanti campi lavorativi, con una pluralità di responsabilità ed oneri verso noi stessi e gli altri. 
So che, con la vostra formazione ricevuta tra i passionisti durante i pochi o molti anni di condivisione del carisma di Paolo della Croce, avete acquisito un bagaglio spirituale, di formazione ed educazione, di sensibilità ai valori più alti, che vi permette di gestire il presente con serenità e coerenze. Cose che avete trasferito anche nei vostri impegni familiari e lavorativi. 
Ecco il Natale che celebrate voi, attorniati dai vostri cari, trova la sorgente nella famiglia passionista che avete lasciato, giustamente, per essere voi stessi, coerenti, fedeli alla vocazione battesimale e a quelle successive che si sono aperte durante quel periodo di permanenza tra noi. 
Vi ringrazio che conservate anche l’amicizia e la stima verso la grande famiglia passionista. 
Io prego per voi, per le vostre famiglie, per le vostre esigenze spirituali e di ogni genere, per quanti curate, con la carità e la piena disponibilità, in primo luogo i vostri genitori anziani o i vostri figli giovani, soprattutto ammalati, che hanno bisogno di punti di riferimento credibili in voi; per il lavoro che svolgete in ogni campo dell’attività umana, che è sicuramente caratterizzato da spirito cristiano.
Se Natale è, come deve essere, bisogna che tutto quello che siamo, quello che facciamo abbia un ulteriore spinta nella direzione giusta che porta alla Grotta di Betlemme, ove dobbiamo contemplare il Mistero dell’Amore Infinito del Padre rivelato dal Figlio e nel Figlio e contempliamo la Sacra Famiglia, modello di ogni famiglia, compresa quella religiosa, ma soprattutto di quella naturale, che si fonda sulla consacrazione matrimoniale. In tale famiglia voi siete, operate, soffrite, amate, perdonate, sbagliate, vi riconciliate, costruite ponti di solidarietà, lavorate perché il Natale non sia mai svuotato di significato e non si, soprattutto, un evento passeggero e una celebrazione senza senso. 
Auguri di cuore a tutti e a ciascuno. Il Signore Gesù vi dia tanta consolazione nello spirito e tanta forza interiore per andare avanti nel segno della pace e della carità insieme a tutti i vostri cari.


Napoli 15 dicembre 2004

P.Antonio Rungi
Superiore provinciale - Dol