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Padre Antonio Rungi
Superiore Provinciale
antonio.rungi@tin.it

Mondragone: le Suore Stimatine dopo 50 anni di presenza
 sono andate via

di Antonio Rungi


Comunicato stampa
Martedì
12 ottobre 2004, ore 9,00


Se ne sono andate in punta di piedi, senza fare rumore, ubbidendo volentieri alle disposizioni delle Superiore maggiori e dopo 50 di intensa attività apostolica hanno lasciato definitivamente la loro casa religiosa di Mondragone. A salutarle, tra nostalgia e ricordi passati, è stata la gente del Rione-mare di Mondragone, ove le Suore Stimmatine hanno vissuto ininterrottamente per mezzo secolo. 
Così dal 11 ottobre 2004, è calato il sipario sulla vicenda religiosa delle Suore Stimmatine di Mondragone che hanno chiuso l’unica loro casa nella Diocesi di Sessa Aurunca, ubicata in Viale Italia a Mondragone, presso la Villa Comunale. 
Le ultime tre suore (Suor Vicenzina, Suor Sofia e Suor Debora), su dispositivo della Madre Generale sono state trasferite a S.Maria Capua Vetere e a Firenze. La loro casa è stata ceduta ad un privato, essendo rimasta inutilizzata, dopo la chiusura della scuola materna statale, ospitata per vari anni in tale struttura. 
“E’ un altro pezzo di storia locale che se ne va –commenta padre Antonio Rungi, oggi, Superiore provinciale dei Passionisti di Napoli, che è stato cappellano delle Suore per 25 anni- e soprattutto un pezzo di storia religiosa, che ha segnato il cammino di fede di varie generazioni di mondragonesi, ma anche di villeggianti. Le Suore, oltre all’impegno socio-assistenziale che avevano garantito ai numerosi bambini in difficoltà, fin dalla loro iniziale presenza a Mondragone hanno aperto la loro casa sia ai cittadini della zona che ai fedeli che giungevano in città per trascorrere le vacanze. Il loro centro estivo di ascolto era tra i più frequentanti dell’intera fascia domiziana, sorgendo nel cuore della zona mare di Mondragone. Il loro oratorio pubblico era punto di riferimento spirituale quotidiano per i fedeli della zona mare della città, impossibilitati a muoversi per la pericolosità della Domiziana, che separa in due parti distinte la città di Mondragone. La stessa festa in onore di Santa Rita del 22 maggio, istituita da oltre un decennio, aveva assunto un significato religioso, umano e civile di grande importanza per la zona. Con la partenza definitiva delle Suore Stimmatine, si riduce ulteriormente la presenza delle religiose nella città di Mondragone, a conferma di una crisi generalizzata del sacro, che si riflette con la progressiva chiusura di case religiose per mancanza di vocazioni”. 
Le Suore Stimmatine giunsero a Mondragone negli anni Cinquanta provenienti da Calvi Risorta (Ce), nella Diocesi di Teano-Calvi, ove avevano un’avviata attività assistenziale a favore dei bambini in difficoltà. Struttura che ancora oggi conservano, anche se anch’essa a rischio di chiusura definitiva. L’apertura della casa di Mondragone fu dettata dall’esigenza di garantire un punto di appoggio per le colonie estive che le Suore tenevano, allora, a favore dei bambini più bisognosi. Poi dalle colonie si passò al Convitto, che funzionò per circa 20 anni. In esso furono educati migliaia di ragazzi, per lo più provenienti dalle famiglie povere e disagiate del territorio campano. Contemporaneamente continuavano a svolgere le colonie estive per i bambini di vari enti ed istituzioni pubblici e privati. Contestualmente le Suore erano pienamente inserite nella vita della comunità civile, sociale e religiosa della città e della Diocesi, testimoniando il carisma della loro fondatrice, Anna Lapini. 
Fu monsignor Gaetano De Ciccio, di v.m., allora Vescovo di Sessa Aurunca, ad autorizzare l’apertura della nuova casa religiosa delle Stimmatine a Mondragone. I suoi successori, a partire da monsignor Vittorio M. Costantini, morto lo scorso anno, fino ad arrivare a monsignor Agostino Superbo, ebbero particolare attenzione verso queste suore. Monsignor Superbo, attuale arcivescovo di Potenza-Muro Lucano- Marsiconuovo, da piccolo fu alunno nelle scuole delle Suore Stimmatine, nel suo Paese d’origine, che è Minervino Murge. Lo stesso monsignor Raffaele Nogaro, attuale Vescovo di Caserta, ebbe a cuore in modo singolare la presenza di tali Suore, sempre disponibili per il servizio pastorale a livello locale e diocesano. In tutti gli anni della loro permanenza a Mondragone le Suore hanno avuto come cappellani i padri Passionisti (PP.Modesto, Emilio, Nicola, Luigi, Michele, Antonio, ed altri) assicurando ad esse per l’intero anno la celebrazione eucaristica feriale e festiva, le periodiche confessioni, i ritiri spirituali ed esercizi, la guida nella vita di consacrazione al Signore, mediante la professione dei consigli evangelici di povertà, castità ed obbedienza nello spirito di San Francesco d’Assisi. Con la partenza di padre Antonio Rungi, che è stato chiamato lo scorso anno all’ufficio di Superiore provinciale dei Passionisti della Campania e del Basso Lazio, con la morte del compianto padre Emilio Vicini, i pochi religiosi passionisti della comunità di Mondragone non sono stati più in grado di assicurare tale servizio religioso. Negli ultimi mesi, per garantire la celebrazione eucaristica domenicale, soprattutto durante il periodo estivo, quando è continuato l’afflusso dei villeggianti, hanno assicurato tale ministero don Franco Leone, dei Missionari della Piccola Casetta di Nazareth, di Pescopagano, e don Roberto Palazzo, sacerdote diocesano. 
Con la partenza delle Suore termina, in questo luogo, anche l’esperienza del centro estivo di ascolto della zona-mare di Mondragone, uno dei primi attivati su tutta la fascia costiera dalla Diocesi di Sessa Aurunca, a conferma di una perdita progressiva di presenza missionaria in questa zona della città carente da molti punti di vista. Rimane il ricordo e la testimonianza del bene fatto dalle diverse Suore che hanno vissuto nella casa di Mondragone in questi 50 anni, tra le quali si ricordano in modo speciale Suor Bruna e Suor Felicia, due religiose di grande spiritualità e generosità nel servizio umile e disinteressato alle consorelle, ai bambini ed al popolo di Dio.


Napoli 12 ottobre 2004

L’Addetto Stampa- Curia provinciale- Passionisti

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