Comunicato stampa
Lunedì 11 ottobre 2004, ore 8,00

In margine alla Settima sociale che si sta svolgendo a Bologna e che vede impegnato il mondo cattolico in una profonda riflessione sulla “politica”, padre Antonio Rungi, teologo moralista, ordinario religioso dei passionisti della Campania e Basso Lazio, ha stilato un “decalogo del politico cattolico”, nel quale detta alcune “regole morali di comportamento, quali risposta personale alla propria scelta di vita cristiana che il politico si impegna a testimoniare ovunque egli sia”.
Ecco il decalogo secondo il teologo Rungi, oggetto di studio e di approfondimento della teologia morale sociale.
1. Il servizio politico di un cattolico risponda in pieno ai principi morali della sua fede cristiana.
2. Non si lasci condizionare nelle votazioni al Parlamento o in altre sedi istituzionali, ove svolge il suo servizio di rappresentante del popolo, dall’appartenenza ad un determinato gruppo politico o coalizione, ma esprima il suo parere ed il suo voto secondo coscienza e i valori della sua fede.
3. Segua le indicazioni dottrinali e magisteriali in quei campi e settori ove è in gioco la dignità della persona umana, della vita umana e del rispetto del Creato.
4. Non si faccia corrompere per motivi carrieristici o economici delegando agli altri il suo potere decisionale su valori importanti della società.
5. Difenda il bene di tutti i cittadini e non si schieri dalla parte di chi ha il potere in mano e vessa la persona umana con il pagamento di tasse e contributi vari.
6. In uno Stato moderno e democratico, faccia sentire la sua voce alternativa ad una politica senza cuore, senza principi morali e senza Dio.
7. Difenda la famiglia, la vita, l’istruzione ed i servizi essenziali per la crescita di una società armonica ed equilibrata in tutti i settori.
8. Promuova la giustizia sociale, soprattutto nel campo del lavoro e dell’occupazione, lottando per garantire a tutti il minimo indispensabile per una vita dignitosa.
9. Abbia speciale attenzione all’assistenza sanitaria, domiciliare, al volontariato ed ad ogni aiuto che è utile per alleviare le sofferenze di chi si trova in qualsiasi necessità e bisogno fisico e materiale.
10. Rivendichi l’obiezione di coscienza in tutte le decisioni in cui è evidente il contrasto con i suoi principi morali, che non possono essere rinnegati, né sottovalutati dagli altri che non la pensano come lui e non condividono le sue idee, prestando attenzione a rispettare l’altrui opinione.

“Sono alcune regole morali che un buon politico cattolico dovrebbe avere a cuore e testimoniare nel suo impegno politico quotidiano ovunque svolge tale servizio quale rappresentante del popolo ed amministratore dei beni della comunità. Non sempre ciò avviene, oggi più raramente si registra una propria fedeltà ai principi morali nei quali il politico è stato educato. Al contrario si scende facilmente al compromesso di qualsiasi genere, compreso quello con la propria coscienza. Per cui, un vero politico che può definirsi cristiano e cattolico in senso pieno oggi più difficilmente lo si incontra nelle varie sedi istituzionali. Ciò non significa che non bisogna lavorare per formare alla politica i cattolici di oggi. Al contrario bisogna investire maggiormente nella formazione politica dei cattolici, in quanto si avverte la carenza di tale persone, che non necessariamente devono convergere in un partito o in un soggetto politico unico, oppure in una determinata coalizione e aggregazione politica; bensì è importante che in politica coloro che sono cattolici ci siano in quanto tali e non semplicemente per una semplice identificazione di registrazione nel libro dei battezzati”



Napoli 11 ottobre 2004

L’Addetto Stampa- Curia provinciale- Passionisti