Come combattere la solitudine?
Testo scritto dal teologo moralista, padre Antonio Rungi
|
Comunicato
stampa
Mercoledì
26 maggio 2004, ore
10,30
Ti senti solo, incompreso, non riesci a relazionarti agli altri? Ora arriva un “decalogo anti-solitudine” per combattere questo problema esistenziale che interessa moltissime persone della nostra società. A scriverlo, nell’affermato linguaggio sintetico del decalogo, è padre Antonio Rungi, teologo moralista, ordinario religioso dei passionisti della Campania e Basso Lazio, docente di psicologia nelle scuole statali.
1. Non isolarti mai dagli altri, ma cerca la compagnia in tutte le situazioni della vita, specialmente quelle aiutano a vivere.
2. Non chiuderti nei tuoi pensieri, assurdi e pretestuosi, ma condividi con gli altri le tue idee e progetti, sforzandoti di farti comprendere.
3. Non ritenerti autosufficiente, ma cerca la collaborazione in ogni situazione ove è necessario che tu non faccia da solo per semplice orgoglio.
4. Non rattristarti per ogni guaio che passi, ma reagisci con ottimismo a ciò che ti turba nella vita personale e sociale.
5. Non cercare negli altri il solo conforto temporaneo, ma relazionati a loro con la bontà del cuore e la libertà interiore.
6. Non investire tutta la tua vita nel successo di qualsiasi tipo, ma sappi essere umile e senza pretese, soprattutto se hai grandi attese.
7. Non essere avaro e poco propenso nel dare, ma cerca di essere generoso, perché la carità ripaga a tutte le ore.
8. Non ricordare sempre il bene che hai fatto, ma tieni a mente il male che hai commesso, per chiedere perdono in qualsiasi momento a chi hai offeso.
9. Non alimentare sentimenti di odio nel tuo cuore, ma potenzia una visione pacifica della vita, quella che non conosce solitudine in questo e nell’altro mondo.
10. Non negare un sorriso, un aiuto ed un conforto a chi si trova nel bisogno, perché un giorno ne avrai una ricompensa più grande rispetto a quello che hai dato.
“Ecco il sintetico decalogo antisolitudine che se messo in pratica –afferma padre Rungi- aiuta certamente a vivere meglio l’oggi ed il domani della nostra esistenza, soprattutto in considerazione del tempo e dell’età che avanza. Più si invecchia e più c’è il rischio di restare soli e non contare più nulla per gli altri, specie se abbiamo fatto del male e non siamo stati solidali”.
Napoli 26 maggio 2004
L’Addetto Stampa- Curia provinciale- Passio
INIZIO
PAGINA |