La Cresima a
100 giovani di Santa Maria a Fiume e
di San Paolo della Croce (Badia)
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Comunicato
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Domenica 23
maggio 2004, ore 20,30
In prossimità della Pentecoste e nei giorni successivi ad essa, in ogni Diocesi del mondo e soprattutto in Italia i Vescovi o loro delegati amministrano la Cresima a giovani, meno giovani ed adolescenti. Questa gioia di donare il “Sigillo dello Spirito Santo” a tanti giovani, mediante la preghiera, l’imposizione delle mani e l’unzione con il Sacro Crisma l’ho vissuta anch’io in questi giorni, avendo amministrato la Cresima, su delega del Vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino, monsignor Salvatore Boccaccio, a circa 100 giovani delle due comunità parrocchiali di Santa Maria a Fiume e di San Paolo della Croce (Badia) nella città di Ceccano (Fr). Due parrocchie, la seconda conventuale, affidata a noi Passionisti. Proprio, domenica 23 maggio, nella solennità dell’Ascensione del Signore al Cielo, nella Chiesa di Santa Maria di Corniano, alla Badia di Ceccano, ritiro passionista, fondato da San Paolo della Croce, nel 1748, parrocchia dedicata proprio al nostro fondatore, ho amministrato la Cresima ad altri 30 giovani, in un clima di preghiera e di raccoglimento, particolarmente sentito e vissuto da tutti i presenti ed in primo luogo dagli stessi “cresimati”. Così in questa comunità, così in tante altre parrocchie del mondo, ove in questi giorni ci si prepara per ricevere dalle mani del Vescovo o di un suo delegato il sacramento della Confermazione. A tal proposito è opportuno e necessario offrire una mia personale riflessione al riguardo, che ritengo utile in questo contesto ecclesiale e liturgico.
Al sacramento della Cresima si giunge più o meno preparati attraverso corsi di formazione catechetica e spirituale, ai quali non tutti i candidati partecipano con disponibilità. Ogni regola ha la sua eccezione. E così anche per il Sacramento della Cresima, molti sono quelli che la Cresima la ricevano con la dovuta predisposizione interiore e con un'appropriata preparazione. Questa varia da Diocesi a Diocesi, da zona a zona e da parrocchia a parrocchia. La normativa c'è in merito sia a livello di conferenze episcopali nazionali e sia a livello o conferenze regionali. Ma chi l'osserva?
Alcuni ritengono superfluo frequentare i corsi di preparazione, perché, a loro giudizio, non predispongono alla testimonianza e all'impegno da perfetti cristiani nel dopo, in quanto i corsi sono finalizzati alla preparazione immediata.
E allora si riceve il Sacramento perché sono imminenti le nozze in Chiesa, oppure perché si è ormai avanti negli anni, oppure semplicemente perché bisogna "togliersi il pensiero", come spesso si sente dire tra i credenti e tra quei genitori che vedono gli appuntamenti con la vita cristiana per i loro figli più come un peso (soprattutto economico) da togliersi quanto prima, magari conciliando tante cose insieme, come la prima comunione del fratello o sorella più piccola con la cresima del fratello o sorella più grande. Si fanno, in poche parole, i conti i tasca, perché tutto è pensato in vista del ristorante, del pranzo, delle bomboniere, degli inviti da fare, dei vestiti nuovi da comprare e del resto da fare in simili appuntamenti con la religione.
Al contrario, la Cresima non è un pensiero o una preoccupazione o un appuntamento con la storia personale di cristiani che bisogna togliersi nel modo meno faticoso possibile; ma è un'esigenza spirituale, sacramentale, interiore senza la quale noi siamo cristiani, per così dire "dimezzati", perché non completi nella consacrazione a Dio, né completi nella ricezione dei sacramenti dell'iniziazione cristiana.
Si tratta -dicevo- di un'esigenza, che chi l'avverte come tale si prepara nel mondo migliore e cosa più importante la vive sempre già all'indomani della ricezione del sacramento. Vivere il sacramento della Cresima è un fatto importante, perché si tratta di testimoniare la fede in ogni situazione ed in ogni attività; si tratta pure di annunciare le fede con il coraggio di essere cristiani oggi, in un mondo difficile da interpretare e sempre più ostile al messaggio cristiano.
Ma la Cresima, stando ai dati di fatto, considerati la scarsa preparazione dei cristiani e soprattutto il relativo e limitato impegno di essi in ogni ambito (da quello familiare a quello scolastico, da quello sociale a quello politico, da quello economico a quello della comunicazione) rimane ancora oggi un "sacramento dimenticato e poco vissuto" dalla stragrande maggioranza di chi l'ha ricevuto.
Si è cresimati come si è battezzati. Cioè solo nei rispettivi registri parrocchiali, dove si viene iscritti all'anagrafe con il titolo di cristiano che lo accredita come tale solo sulla carta, ma poco nei fatti.
E' bene ribadire che ci sono eccezioni che fanno la storia della santità nella Chiesa, della vera testimonianza fino al martirio che i cristiani autentici, quelli guidati dallo Spirito Santo, sanno vivere fino in fondo senza scendere a compressi con la propria coscienza e mai svendendo la propria fede davanti al mondo.
Di questi testimoni fedeli a Cristo fino alla morte, la Chiesa cattolica propone alla nostra attenzione non solo i numerosi santi e beati elevati agli onori degli altari, ma anche i santi che non hanno fatto né fanno rumore e che sono annoverati per la loro bontà alla schiera immensa dei salvati.
Padri, madri, figli, vecchi, giovani, bambini, Papi, Vescovi, sacerdoti, religiosi la schiera di costoro che hanno combattuto la buona battaglia ed hanno conservato la fede fino in fondo, è la concreta risposta di come ognuno, rendendosi docile all'azione dello Spirito santo, possa giungere ai più alti gradi della santità.
In questa settimana mi sovviene alla mente la testimonianza di una santa mistica Gemma Galgani, la cui festa liturgica abbiamo celebrato lo scorso 16 maggio. A leggere la sua vita, si comprende perfettamente che l'azione dello Spirito Santo in lei è stata efficace, anche perché ha trovato in questa giovane donna la piena disponibilità a lasciarsi modellare secondo Gesù Cristo e questi Crocifisso. La sua spiritualità è tutta passiologica, nel senso che la sua breve esistenza terrena si è concentrata nel fissare il Volto del Cristo Sofferente. Nella mistica della Croce ha ricevuto anche lei il dono delle stimmate, come Francesco d'Assisi, padre Pio da Pietrelcina ed altri.
Questi santi, come tutti i santi hanno assaporato il profumo di quei sette doni dello Spirito Santo, ricevuti nel giorno della Cresima: Sapienza, Intelletto, Consiglio, Fortezza, Scienza, Pietà e Timor di Dio. Doni per la vita personale e doni per la vita della Chiesa.
"La Chiesa professa la sua fede nello Spirito Santo come colui che è Signore e dà la vita", ci ricorda il Santo Padre, Giovanni Paolo II, nella stupenda Enciclica "Dominum et vivificantem" sullo Spirito Santo nella vita della Chiesa e del mondo, promulgata nel giorno della Pentecoste, il 18 maggio 1986.
C'è da chiedersi, quali di questi doni sono vivi ed operativi nella nostra struttura spirituale, etica ed umana? Considerato che i "frutti dello Spirito" sono amore, pace, gioia, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé…(Cfr. Gal. 5,22), mi auguro che almeno qualcuno di questi frutti siano evidenti nella nostra vita. Frutti che derivano dall'infusione dello Spirito Santo nel giorno della Cresima, la nostra Pentecoste, e che il cattolico convinto, con l'essere docile allo Spirito, magari andando contro corrente, deve sapere testimoniare con coraggio in ogni circostanza.
Queste cose le ho raccomandato a circa 100 giovani ai quali, in questi ultimi giorni, ho amministrato il Sacramento della Cresima, ma anche ai genitori ed ai padrini e alle madrine, che devono essere i primi testimoni della fede in parole ed opere, nei confronti dei loro figli o figliocci.
Napoli 23 maggio 2004
L’Addetto
Stampa della Curia provinciale
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