Uno speciale alfabeto della comunicazione
sociale e globale
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Comunicato
stampa del
Superiore Provinciale, Padre Antonio Rungi
Domenica
16 maggio
2004, ore 16,10
In preparazione alla Giornata mondiale delle comunicazioni sociali ho rivisto ed aggiornato il primo alfabeto italiano della comunicazione globale, scritto da me qualche anno fa.
La mia “antica” e mai abbandonata attività di giornalista, scrittore, comunicatore mi ha portato in questo anno 2004, con altri compiti ed uffici oggi nella Chiesa e nella Congregazione dei Passionisti, a valorizzare appieno i mezzi di comunicazione sociale, che, a mio modesto avviso, sono i nuovi pulpiti dai quali è necessario ed opportuno “predicare” per incontrare, anche se virtualmente, la gente e per trasmettere loro un messaggio. Se le persone di una certa età preferiscono la televisione, quelli giovani e giovanissimi hanno un rapporto preferenziale con i multimediali e soprattutto con la rete telematica Internet. La stessa che utilizziamo noi per giungere a ciascuno di voi, cari amici e navigatori, che ogni giorno, sempre più numerosi vi collegate ai siti cattolici di qualsiasi genere. Noi cerchiamo di sfruttare al meglio queste grandi e straordinarie possibilità che la tecnologia, sempre più avanzata, mette nelle nostre mani per aiutarci ad essere buoni comunicatori, nello spirito del Vangelo che deve animare ogni nostra azione. Ecco, perché ho ritenuto giusto sintetizzare il pensiero cristiano sulla comunicazione sociale, forte dell’esperienza di tanti anni impegnati in questo settore, con responsabilità plurime a livello di Chiese locali o della mia Congregazione, quella dei Passionisti, che ha particolarmente a cuore questa esigenza di comunicare mediante gli strumenti della comunicazione sociale e globale. I diversi siti che esprimono da parte nostra questa attenzione privilegiata alla comunicazione sociale, le molteplici iniziative editoriali, con riviste, giornali, libri, Cd, filmati, testimoniano un impegno prioritario del nostro istituto missionario nel campo della comunicazione. In ragione del quale è giusto, oltre che opportuno che chi ha più esperienza in questo campo la metta a disposizione degli altri e, soprattutto, della comunità ecclesiale. Anche le varie iniziative dei cattolici su Internet sono nella linea di quanto finora ho espresso e detto in merito alla comunicazione globale, che oggi è soprattutto la rete telematica, la Tv satellitare, la Tv digitale ed altre tecnologie che sono già applicate ed utilizzate, per coinvolgere sempre di più e maggiormente un pubblico mondiale intorno a problemi seri, ma anche a questioni facete e di poco conto.
Vi propongono questo alfabeto della comunicazione globale in vista di una puntuale riflessione su tale argomento non solo per la prossima giornata mondiale delle comunicazioni sociali, che celebreremo domenica 23 maggio, ma anche oltre questa data simbolica e di riferimento temporale.
Si tratta, come è facile dedurre, di una sintesi della dottrina cristiana in questo campo, ma aperta ai contributi di idee e proposte di altre realtà culturali a livello nazionale e mondiale.
Ecco il novello alfabeto della comunicazione globale.
A, come Annuncio costante con i media tradizionali e moderni da utilizzare con equilibrio e competenza professionale.
B, come Bambini da rispettare e tutelare sempre nei media di qualsiasi genere, specie in quelli con maggiore effetto dirompente sulla loro personalità debole.
C, come Comunicare la gioia di vivere e la verità dei fatti, soprattutto in un mondo segnato dalla menzogna e dalla falsità costanti.
D, come Domande da porsi per rispondere alle esigenze del pubblico sempre più esigente e preparato, rispetto ai modelli di qualche anno fa.
E, come Efficacia dei messaggi e dei mezzi per giungere alla gente e fare avvertire ad essa che il messaggio trasmesso è veritiero almeno al 50%.
F, come Formazione culturale e morale di chi opera nelle comunicazioni, senza la quale è meglio fare altri mestieri e non vendere bufale a chi è credulone facilmente.
G, come Garante della veridicità dei messaggi pubblicitari, con il quale bisogna fare conto continuamente in un mondo della comunicazione improntato più alla falsità che alla verità.
H, come Happening di reale coinvolgimento del pubblico nello spettacolo, con la dovuta accortezza che non sia, come spesso capita, una sceneggiata preparata per mandare avanti lo spettacolo.
I, come Informazione precisa e circostanziata, senza la quale non è possibile parlare più di giornalismo e giornalisti credibili.
J, come Jamming, per evitare interferenze di ogni genere, soprattutto di quelle dipendente da strumenti poveri e in-potenti.
K, come Kermesse per alimentare nei media un clima di vera festa, specie se sono in gioco valori e significati che stanno a cuore alla sensibilità dei più.
L, come Libertà di pensiero e di espressione da garantire a tutti gli interlocutori, specie nei momenti di maggiore attenzione di chi detiene il potere proprio sui mezzi di comunicazione.
M, come Moralità da salvaguardare per non arrecare danni, soprattutto alle persone semplici e non preparate per capire i trucchi del mestiere nella comunicazione che raggiunge un pubblico vasto ed eterogeneo.
N, come Notizia buona che deve prevalere in ogni forma di comunicazione, oggi soprattutto in cui si va in cerca solo del male che è presente nel mondo, e poco si presta attenzione al molteplice bene che si fa nel deserto mondiale delle comunicazioni senza anima e senza cuore.
O, come Oscenità da evitare vari media audio-visivi e telematici, perché davvero dannosi e offensivi della dignità di tutti e soprattutto di quella dei bambini e delle persone semplici ed innocenti.
P, come Pubblico da rispettare per la pluralità di età, cultura, formazione e religione, soprattutto oggi in un mondo caratterizzato dai molteplici risvolti culturali che attestano l’esistenza di modelli diversi di vita e ragionamento.
Q, come Qualità da perseguire nei programmi e nella produzione di qualsiasi genere, specie di quella diretta ai bambini e a chi ha ancora il corretto uso dell’intelletto.
R, come Responsabilità di tutti gli operatori della comunicazione e dei fruitori, perché davanti ai messaggi trasmessi e ricevuti non siano passivi soggetti che danno e prendono senza senso.
S, come Servizio della comunicazione da svolgere nel rispetto delle leggi, che tutelano la privacy e quanto altro degno di nota e di rilievo per la serenità dei singoli e dell’insieme.
T, come Trasmissioni adatte alla varietà del pubblico a cui sono indirizzate le tante iniziative radio-televisive di enti pubblici e privati che investono in questo campo.
U, come Umiltà con la quale accostarsi ad ogni tipo di comunicazione, senza alcuna presunzione di essere sempre dalla parte migliore e che conta.
W, come Walkman per una comunicazione audio-musicale a servizio dei giovani che sono attenti alle espressione dell’arte di questo difficile tempo da leggere ed interpretare secondo cliché del passato.
X, come Xenofobia da combattere con l'uso accorto dei media contro il razzismo ed ogni forma di intolleranza verso gli altri.
Y, come Yuppie per la cura della propria immagine e relazioni sociali, particolarmente utile per comunicare valori e cose che contano, più che il vuoto della propria anima ed esistenza travagliata.
V, come Verità da dire in tutte le situazioni comunicative globali, ove maggiormente è richiesta l’onestà intellettuale e mediatica di chi è comunicatore professionale o semplicemente dilettante.
Z, come Zelo nel portare agli altri la Buona Novella e mai l'Inferno, specie se si parla di violenza, guerra, omicidi, distruzione di ogni genere. Date in pasto al pubblico notizie buone e rassicuranti per tutti.
Ventisei lettere per sintetizzare un messaggio di più ampio respiro e significato, ma comunque un tentativo per rivisitare, alla luce degli ultimi insegnamenti pontifici e della riflessione del mondo laico, i principi ispiratori di ogni autentica comunicazione umana attraverso l'uso dei media tradizionale e
telematici.
Napoli 16 maggio 2004
Padre Antonio Rungi
antonio.rungi@tin.it
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