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Padre Antonio Rungi
Superiore Provinciale
antonio.rungi@tin.it

“Aderiamo alla manifestazione di giovedì 
con la nostra umile preghiera” 


Comunicato stampa
Mercoledì
28 aprile 2004, ore 8,00


“Siamo vicini alle famiglie dei nostri connazionali sequestrati in Iraq e di cui aspettiamo l’imminente rilascio”, è quanto scrive in una Nota, trasmessa alle Agenzie di Stampa, il teologo moralista campano, padre Antonio Rungi, superiore provinciale dei Passionisti di Napoli.
“La nostra vicinanza –precisa padre Rungi- è di carattere spirituale, in quanto intendiamo essere vicini non solo alle famiglie dei sequestrati, ma anche a quanti manifesteranno per la pace, giovedì prossimo, per chiedere il rilascio immediato dei nostri connazionali, ingiustamente detenuti da gente senza scrupoli. Infatti, contemporaneamente alla manifestazione di Roma, pregheremo in tutte le chiese, ove si svolgono cerimonie religiose, per associarci in modo discreto e silenzioso a tale iniziativa, lodevole per alcuni versi, ma rischiosa, e suscettibile di possibili errate interpretazioni, considerate le richieste assurde dei terroristi iracheni che detengono i nostri connazionali. D’altra parte –prosegue padre Rungi- la preghiera è un mezzo efficace per ottenere da Dio ciò che è giusto chiedere a lui nelle varie necessità personali e collettive. Oggi noi abbiamo particolarmente bisogno del dono della pace. E in questa nostra richiesta poniamo anche quella dell’immediato rilascio dei tre italiani, dopo aver sofferto per la morte del quarto, Fabrizio Quattrocchi, barbaramente ucciso qualche giorno fa e di cui si vorrebbe almeno il cadavere, per una degna sepoltura in Italia”.
Ed un appello accorato quello del teologo moralista campano: “Non lasciamoci scoraggiare da chi semina solo la morte e l’odio nel mondo, ma reagiamo con la fede, la speranza e l’amore alle forze del male che si sono insinuate, in modo subdolo e pericoloso, in questo nostro mondo. Non accettiamo ricatti e minacce da nessuno, ma anche noi per la causa della pace e della giustizia nel mondo siamo disponibili a morire per questo alto valore di cui tutti dobbiamo farci promotori. Non vogliamo diventare kamikaze o terroristi anche noi, ma vogliamo rispondere con il coraggio della difesa di valori sacri, tra cui quelli della democrazia e della libertà, a quanti continuano a terrorizzare il mondo intero con minacce di ogni genere. Noi siamo il popolo della pace e della vita, ma non possiamo, né dobbiamo aver paura di quanti possono uccidere il corpo, neppure in un confronto leale, ma non hanno potere di uccidere l’anima e gli alti valori in cui crediamo”.
Ed un invito a tutti i cristiani: “Giovedì durante la manifestazione per la pace e per la liberazione degli ostaggi, ovunque voi siate ponete in sintonia spirituale con quanti manifesteranno per essere vicini alla famiglie che oggi soffrono per i loro cari sequestrati in Iraq”.

Napoli 28 aprile 2004

L’Addetto Stampa della Curia provinciale

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