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Maria Cristina Brando

Primo anniversario della Beatificazione di 
Maria Cristina Brando.

Comunicato stampa del Superiore Provinciale, Padre Antonio Rungi
Lunedì
19 aprile 2004, ore 17,00

Casoria (Na). Primo anniversario della Beatificazione di Maria Cristina Brando. Solenne concelebrazione con il Cardinale Crescenzio Sepe, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli


Sarà il Cardinale Crescenzio Sepe, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, a presiedere la solenne concelebrazione eucaristica, nella chiesa delle Suore Sacramentine di Casoria (Na), sabato 24 aprile 2004, alle ore 18,30. Concelebrazione che si tiene in occasione del primo anniversario della Beatificazione di Madre Cristina Brando, fondatrice delle Suore Vittime Espiatici di Gesù Sacramentato. 
Si tratta di una ricorrenza importante per la comunità religiosa delle Suore Sacramentine e per l’Istituto Brando di Casoria, nonché per la comunità ecclesiale del grande centro alla periferia di Napoli, anche in considerazione di quanto disse Sua Santità, Giovanni Paolo II, nel giorno della Beatificazione della Brando, il 27 aprile 2003: “Sorprendente è quanto Dio ha compiuto attraverso Maria Cristina Brando. Il desiderio di prendere parte alla passione di Cristo viene come travasato nelle opere educative, finalizzate a rendere le persone consapevoli della loro dignità e ad aprirsi all’amore misericordioso del Signore”.
La vita di questa fondatrice, che visse solo 50 anni, tra la metà dell’Ottocento e l’inizio del Novecento è sintetizzata nell’amore e nell’adorazione a Gesù Sacramentato, al quale finalizzò l’istituto da lei fondato, con il titolo di Vittime Espiatrici. 
Adelaide Brando, nacque a Napoli il 1° maggio 1856 da una agiata famiglia, il padre Giovanni, uomo molto stimato, ricopriva un importante ufficio presso il Banco di Napoli. 
Quando aveva appena 12 anni, la notte di Natale del 1868, ai piedi di Gesù Bambino, Adelaide si consacrò a Dio con un voto di perpetua verginità; desiderando entrare fra le suore Sacramentine, trovò l’opposizione del padre, che però le permise di raggiungere la sorella Maria Pia clarissa nel monastero delle Fiorentine a Chiaia in Napoli. 
Ma una grave malattia la costrinse per ben due volte a lasciare il monastero. Aveva appena cominciato a conoscere la bellezza del vivere consacrate insieme, quando dovette ritornare nel mondo. Ristabilitasi in salute, nel 1875 entrò tra le Sacramentine del monastero di S. Giuseppe dei Ruffi e l’anno successivo poté indossarne l’abito prendendo il nome di Maria Cristina dell’Immacolata Concezione. 
L’adorazione a Gesù Sacramentato era la sua devozione più sentita e praticata e, quindi, particolarmente confacente alla Congregazione delle Sacramentine, dove era stata accolta. Ma il Signore dispose diversamente, ancora una volta la salute venne meno e suor Maria Cristina dovette lasciare anche questo convento. Nel 1877 si ritirò come pensionante nel Conservatorio delle Teresiane a Torre del Greco. Ripresasi, ritornò a Napoli ed insieme alla sorella Maria Pia, anch’ella uscita dal convento per gli stessi motivi di salute, con altre compagne andò ad abitare in un appartamento della salita Ventaglieri e poi a vico Montemiletto. 
Ebbe la buona sorte di avere come consiglieri preziosi il beato Ludovico da Casoria, il venerabile Michelangelo Longo e con la guida dei sacerdoti Raffaele Ferraiolo e Polidoro Schioppa. Nel 1884 si trasferì definitivamente nella cittadina di Casoria, ove trovò la sede adatta per poter esprimere il culto perpetuo a Gesù nell’Eucaristia. Venne ospitata con il suo gruppo dal canonico Maglione. 
Qualche anno dopo, nel 1890, vista l’affluenza di altre giovani adoratrici, acquista la casa degli eredi Costa in via S. Rocco e si trasferisce con la piccola comunità stabilendo ormai le basi della nuova Congregazione. Padre Ludovico da Casoria, anche egli Beato, le aveva predetto: ”In mezzo a questa cittadina erigerai una casa centrale”. 
E qui la madre avvertì la necessità di potere erigere un tempio dedicato a Gesù Sacramentato, dove l’adorazione potesse continuare giorno e notte senza interruzione. 
La sua grande volontà d’immolarsi non conobbe limiti, essere vittima con la Divina Vittima del Tabernacolo. Questo era il suo unico ardente desiderio. Il 19 febbraio 1893, viene posta la prima pietra della chiesa. Nella casa di Casoria riservò a sé una piccola stanzetta dalla cui finestrella era possibile vedere l’altare. Oltre all’adorazione eucaristica, la comunità si dedicò alla catechesi e all’insegnamento ai fanciulli. 
La Santa Sede il 7 luglio 1903, approvò l’Istituto con il nome di Suore Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato. Madre Maria Cristina si ammalò gravemente il 14 gennaio 1906 e in pochi giorni chiuse la sua vita terrena, esattamente il 20 gennaio 1906. 
Per madre Maria Cristina dell’Immacolata Concezione, si aprirono dal 1927 i processi ordinari per la sua beatificazione, nel 1972-73 si ebbe il processo apostolico; il 2 luglio 1994 viene dichiarata venerabile e il 6 novembre 2001 si tenne il processo per l’approvazione del richiesto miracolo ottenuto per sua intercessione. Il 27 aprile dell’anno scorso, Giovanni Paolo II l’ha annoverata tra i Beati. 
L’Istituto da lei fondato a Casoria, subito dopo la sua morte e negli anni successivi si estese in altre parti d’Italia ed anche all’estero. Le sue figlie spirituali sono impegnate oggi, come allora, nel campo della spiritualità, della formazione delle nuove generazioni ed anche nell’evangelizzazione. 

Napoli 19 aprile 2004

Padre Antonio Rungi
antonio.rungi@tin.it

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