Napoli. Padre Antonio Rungi, elabora un “decalogo pasquale”
Martedì
13 aprile 2004
Per la Pasqua e per l’intero periodo dell’anno liturgico che viene classificato come “pasquale, ho ritenuto opportuno elaborare un apposito “decalogo”, che propongo alla riflessione e alla pratica attuazione dei fedeli, dei sacerdoti e dei religiosi, e di quanti navigano su Internet durante questo speciale tempo di gioia, che il Signore ci dona.
Ecco le dieci regole per trasformare la vita in gioia perenne. Regole di vita desunte dal Vangelo e dalla dottrina cristiana, ma anche dal buon senso.
1. Chiedi perdono a chi ti ha fatto del male e riconciliati con chi non ti parla. La Pasqua è tempo di misericordia e di recupero di rapporti perduti.
2. Sii persona che sa donare la gioia ed il sorriso anche di fronte alle avversità della vita. Chi è risorto con Cristo, infatti, non può non gioire e portare agli altri il sorriso di Dio, che nasce e cresce in un cuore semplice e pieno di amore verso chiunque.
3. Difendi la vita umana, da primo attimo fino all’ultimo istante, senza lasciarti condizionare dalla cultura della morte oggi dominante. La Pasqua, infatti, è lotta a qualsiasi terrorismo e visione violenta della vita e della società. Nessuna giustificazione abbiamo davanti alla coscienza e all’umanità se uccidiamo i bambini prima che vengano alla luce e se anticipiamo la morte ai malati, mediante la pratica dell’eutanasia legalizzata o se uccidiamo in nostri fratelli per cause assurde, come quelle della guerra santa o della guerra per scopi commerciali.
4. Lavora in sintonia con gli altri per costruire un mondo a misura umana, nella giustizia e nella fratellanza universale. La Pasqua è, infatti, recupero di amore autentico, che spazia tra la realtà del quotidiano e quella della visione e conoscenza globale del mondo. Dobbiamo entrare nella logica della cooperazione e collaborazione, perché è inconcepibile un mondo senza le mani tese verso chi la pensa ed agisce diversamente da me.
5. Ama la tua vita, quale dono di Dio a te affidato, senza che tu la maltratti in tanti modi indegni di un essere umano. La Pasqua, infatti, è ricominciare da se stessi, amandosi non in termini narcisisti, ma prestando attenzione ai propri bisogni interiori, psichici e materiali, senza privilegiare un aspetto rispetto ad altri, ma nell’equilibrio generale della persona umana.
6. Convinciti che esiste un’eternità per la quale bisogna lavorare sodo per guadagnarsela vivendo secondo gli insegnamenti di Cristo e della Chiesa. La Pasqua è invito a pensare alle cose di lassù, ove si trova Cristo assiso alla destra del Padre e a dare il giusto peso alla cose di quaggiù, senza mitizzare nulla di quello che possediamo, ma usando discretamente e discrezionalmente i beni della terra, che sono strumenti e non fini della nostra esistenza.
7. Sii certo che la morte non è l’ultima parola dell’esistenza umana, ma un transito obbligato per tutti, verso l’eternità. La Pasqua è chiaro messaggio che la vita non finisce nella tomba e sull’esempio di Cristo è destinata alla vita senza fine. Noi crediamo, infatti, fermamente nella risurrezione dei morti e nella vita eterna.
8. Lotta per un mondo più giusto e solidale, perché a tutti gli uomini della Terra venga assicurato il necessario e tutto ciò che è eccesso e superfluo venga destinato a scopi umanitari. La Pasqua è anche tempo di riequilibrio di situazioni ingiuste, che offendono la dignità di tanti uomini della Terra. Come risorti nel Cristo anche noi dobbiamo farci promotori di una giustizia sociale, ove i poveri vengano seriamente aiutati per uscire dal tunnel della loro miseria materiale, morale e spirituale. Perché la povertà non ha la sola accezione di “materiale”, ma si estende a livelli più profondi e sostanziosi.
9. Cura la tua interiorità e la tua vita spirituale, se vuoi fare un cammino verso un equilibrio fisico e psichico, essenziale per la tua crescita personale e per la crescita dell’intero corpo sociale. L’itinerario pasquale, infatti, richiede delle scelte significative nella propria vita. Bisogna lasciare le cose vecchie e seguire ciò che è nuovo, non per adeguamento alla moda ed ai costumi del tempo, ma semplicemente come risposta personale a vivere costantemente impegnati per Dio e per gli altri in un mondo che cambia.
10. Sii forte nelle prove della vita e non dimenticare che non sei solo mai. Tu appartieni ad un Dio che è vivente e si rivolge a viventi, mai a persone morte veramente o apparentemente, perché non hanno più niente da dire. Nella risurrezione di Cristo, Dio riafferma la sua vera natura, quella del Dio della vita e della gioia senza fine.
Regole di vita che forse già fanno parte della nostro modo di pensare ed agire, ma che è opportuno ribadire in questo tempo di Pasqua, per non far svanire nel vuoto i propositi di bene che abbiamo fatto in questi giorni, presi come siamo stati dal momento emozionale che porta con sé ogni celebrazione di festa come la Domenica di Pasqua.
Napoli 13 aprile 2004
Padre Antonio Rungi
antonio.rungi@tin.it
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