Una
speciale Via Crucis mediante un itinerario ideale
tra le città del villaggio globale della sofferenza umana
27 marzo
2004.
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Comunicato
stampa Sabato 27/03/2004
– Ore 9,15
Una speciale Via Crucis del teologo moralista padre Antonio Rungi
Ha scritto una speciale Via Crucis che propone per la preghiera della comunità cristiana in occasione del Venerdì Santo. E’ padre Antonio Rungi, superiore provinciale dei passionisti della Campania e Basso Lazio, teologo moralista.
La singolarità di questa nuova Via Crucis sta nel fatto che è “un itinerario ideale per le città del mondo di ieri e di oggi –afferma padre Rungi- ove maggiore è la manifestazione della sofferenza e del dolore. Luoghi simboli della cristianità, ma anche dell’odio, della guerra, della mancanza di giustizia. Richiamare l’attenzione su tali situazioni mondiali, significare ripercorrere la stesso via del dolore di Cristo nel tempo di oggi”.
Ecco le 14 stazioni della Via Crucis secondo padre Rungi
1. Gerusalemme: città della morte in Croce di Cristo e di conflittualità religiosa.
2. Roma: città simbolo del martirio dei cristiania causa della fede.
3. Madrid: città simbolo delle stragi terroristiche per scopi politici.
4. New York: città simbolo dell’odio islamico verso gli americani.
5. Baghdad: città simbolo dell’assurda guerra di liberazione dei nostri giorni.
6. Pechino: città simbolo della negazione della libertà religiosa.
7. Mosca: città simbolo dei martiri del comunismo.
8. Manila: città simbolo delle continue guerre civili.
9. Città del Capo: città simbolo della discriminazione razziale.
10. Aushwitz: città simbolo della barbarie umana, causata dal nazismo e fascismo.
11. Medellin: città simbolo delle stragi di droga a livello mondiale.
12. Tokio: città simbolo della forza distruttiva della natura, con i frequenti terremoti.
13. San Paolo: città simbolo della violenza e sofferenza dei bambini
14. Parigi: città simbolo dell’indifferenza religiosa verso Dio.
“Nell’indicare le città di questa ideale Via Crucis della sofferenza umana del villaggio globale ho tenuto conto di aspetto storici, religiosi, geografici, culturali, sociali e di attualità. Certamente –ha precisato padre Rungi- nel mondo ci sono altri luoghi e città ove, per motivi diversi, la sofferenza umana è forse più grande, ma è messa poco in risalto. Se volessimo riferirci alla sola nazione italiana o all’Unione Europea, le stazioni della Via Crucis avrebbero altri nomi di luoghi e città. Ho ritenuto di proiettare lo sguardo della sofferenza su realtà dei tempi passati ed attuali, per capire fino in fondo, che il dolore causato dagli uomini è un dolore che parte da lontano ed arriva ai nostri giorni attraverso vie insensate di odio e di intolleranza razziali, religiose e culturali. A questo bisogna porre freno con una conversione personale e comunitaria verso il bene e la reciproca accoglienza”.
Napoli 27 marzo 2004
Padre Antonio Rungi
antonio.rungi@tin.it
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