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Catalogo del fondo antico
 della provincia DOL

 

Napoli. La Biblioteca dei Passionisti di Santa Maria ai Monti 
in rete con altre biblioteche partenopee (polo SBN)


24 marzo 2004.


Comunicato stampa Martedì 24/03/2004

 Da ieri, i tecnici della biblioteca nazionale di Napoli, congiuntamente con quelli della Biblioteca dei Passionisti di Santa Maria ai Monti hanno realizzato il primo collegamento della stessa biblioteca con il polo SBN. 
Si tratta di una novità importante ai fini del vantaggio che ne potrà avere l'utenza, a consultare l'intero catalogo del polo SBN.
A tale traguardo si è giunto mediante un capillare lavoro di catalogazione dei numerosi volumi che possiede la biblioteca dei Passionisti, diversi dei quali antici (Cinquecentine) e di eccezionale valore, al quale si sono dedicati, negli anni, religiosi della comunità passionista di Napoli e della Provincia dell’Addolorata e il personale laico che ha contribuito in modo rilevante per l’organizzazione e la sistemazione dell’intera biblioteca, che è suddivisa in vari fondi, da quello antico a quello moderno ed attuale.
Oggi, la biblioteca dei passionisti di Napoli, con il lavoro che è stato fatto negli anni, è tra quelle meglio attrezzate e sistemate, tanto da entrare a far parte, a pieno titolo e diritto, del Polo SBN, ovvero della possibilità di accesso ad essa mediante sistemi telematici ed informatici. 
Particolarmente soddisfatto del raggiungimento di questo obiettivo è l’attuale superiore provinciale dei passionisti di Napoli, padre Antonio Rungi, che, tra l’altro, è docente nelle scuole statali e negli istituti religiosi. 
“La cultura –ha dichiarato padre Rungi- si deve rendere accessibile e fruibile mediante i nuovi sistemi di consultazione in tempo reale ed on-line ad un pubblico sempre più ampio. L’aver realizzato il collegamento della nostra Biblioteca di Santa Maria ai Monti al polo SBN è un significativo passo per far conoscere i tesori contenuti in questo scrigno prezioso di libri, che è la biblioteca dei Passionisti, di innegabile valore culturale ed artistico. La Biblioteca nel passato ed oggi è stata meta di studenti e ricercatori della città ed oltre confini. Con il nuovo sistema di collegamento ad essa, la nostra biblioteca potrà essere consultata a livello mondiale, senza muoversi dai luoghi di normale attività. E questo è il frutto della tecnica, ma anche il risultato della passione per questo settori di religiosi e laici nostri amici e collaboratori che hanno creduto in tale progetto ed oggi è diventato una realtà per la città di Napoli e per la Provincia campano-laziale dei Passionisti”.
La biblioteca contiene oggi circa 18.000 volumi, 105 testate di riviste di cui 32 ancora in corso e numerosi manoscritti. Ci sono le serie scritturistiche con Calmet, Depineda, Sacy, Alapide. Presenti, con vistoso formato, le opere dei padri, interessanti per l’Antichità e per la veste tipografica. I Padri latini in buona rappresentanza, un po’ meno i Padri greci. Presenti gli autori che trattano questioni d’indirizzo teologico-morale fino a S. Alfonso dei Liguori.
Per quanto riguarda la teologia e la filosofia i Passionisti avevano come suggerimento di regola fin dal 1753, di attenersi alla dottrina di S. Tommaso, e numerosi sono i manuali sistematici di teologia ispirati a S. Tommaso. Tra questi s’impose il Billuart, ma ciò non toglie la presenza di testi di Scoto, Rosmini Gioberti, Genovesi, affiancati da coloro che prepararono la rinascita tomista come Sanseverino, Signoriello, Liberatore.
Per la filosofia troviamo nomi come il Rosselli anch’egli domenicano che garantiva la fedeltà alla linea tomistica. Singolare la vicenda del P. Sperati che nel 1877 a Napoli in seguito alle sollecitazioni provenienti dall’idealismo e dal positivismo, pubblicò un volume d’indirizzo neotomista: Nuovo saggio intorno all’azione di Dio sulla libertà dell’uomo, siamo prima della fondazione dei passionisti a Napoli, questo libro fu messo all’indice in seguito alla recensione del Liberatore su la Civiltà Cattolica per distinzioni oggi ritenute influenti.
Ben rappresentati sono i testi di autori latini: Cesare, Virgilio, Orazio, Livio, Nepote.
Riguardo alla letteratura italiana, i titoli non sembrano abbondanti perché è stato un settore sfoltito dal consumo interno e da attenzioni esterne, ma ricco risulta il settore in lingua napoletana che costituiscono una sezione a se stante. Ricchi di curiosità sono quei titoli extra rispetto alle discipline umanistico ecclesiastiche, che hanno tanto fascino per noi oggi: floricoltura, medicina, astrologia, ecc. 
Molta importanza sia per numero che per significato, hanno quei titoli di spiritualità e quelli legati alla vasta produzione che allora si qualificava come I Predicabili in quanto erano funzionali alla predicazione che il passionista faceva. Si tratta di autori che illustravano e commentavano le verità cristiane, i cicli liturgici, i temi quaresimali, i precetti morali ecc. in una parola quello che era attività dei missionari popolari, dei direttori di spirito, conferenzieri per categorie. Per queste attività la biblioteca aveva un gran numero di autori italiani e moderni. Per le tematiche riguardanti le verità cristiane si faceva ampio ricorso alla Scrittura, ai padri della Chiesa, che erano presenti, insieme ai testi di commento di autori come il Segneri, Calino, Turchi nomi di grande successo nel 600 e nel 700.
Notevoli sono i manoscritti conservati, che testimoniano il lavoro di revisione del linguaggio che il passionista operava in vista della comunicazione al popolo, il manoscritto era una vera e propria esperienza d’inculturazione. 
Nella parte moderna, grande rilevanza hanno quei titoli riguardanti la teologia delle Croce che a partire dagli anni settanta ha avuto un forte impulso nella Chiesa e nella Congregazione, sotto l’aspetto teologico, letterario, filosofico, artistico.
Come dire un patrimonio culturale, scientifico, religioso, artistico, storico che era opportuno e doveroso mettere a disposizione di coloro che hanno a cuore le sorti dell’umanità e vogliono farla progredire valorizzando la cultura a larghe maniche, partendo da quanto è stato prodotto nei secoli scorsi ed oggi è davvero qualcosa di essenziale per comprendere le nostre origini e la nostra provenienza nel campo del sapere. 

Napoli 24 marzo 2004

Padre Antonio Rungi
antonio.rungi@tin.it

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